Palermo, fuori con dignità e con un po’ di rammarico. Ma le lezioni devono servire…

FOTO VINCENZO PEPE

Primo: faccio, credo facciamo, un affettuoso, caloroso, sincero applauso al Palermo,
ai giocatori tutti e all’allenatore, che hanno fatto quello che hanno potuto con onore, dignità, impegno, coraggio, per inseguire un sogno che, ad un certo punto della prima stagione in Serie C del nuovo club nato dalle ceneri della società di Maurizio Zamparini, sembrava impossibile. E invece la squadra guidata da Giacomo Filippi, rivelazione dell’anno insieme a Lorenzo Lucca mancato purtroppo nella fase decisiva, è arrivata a un passo dalla fase finale dei playoff per la promozione in Serie B, che non ha raggiunto soltanto perché la classifica nella “regular season” dell’Avellino, vincitore allo stadio Partenio con lo stesso risultato con cui aveva perso al Barbera, era nettamente migliore.

Secondo: sento comunque di esprimere il mio rammarico per quello che oggi non è perché non è stato neanche prima. Mille voci hanno detto, altrettante hanno scritto in queste ore che il Palermo esce a testa alta dai playoff e io sono perfettamente d’accordo; ma non mi piace che sia stato eliminato, mi lascia con l’amaro in bocca e credo che, riferendoci alla sfida di Avellino ma anche ad altre precedenti, qualche cosa da rimproverarsi ce l’abbia. Riguardiamo la rete della vittoria della squadra di Braglia: Maniero che s’infila tra Lancini e Marconi, incapaci in due di fermarlo, crossa liberissimo al centro per il liberissimo D’Angelo che segna facile. Mi sembra la fotocopia di altre disavventure difensive del genere accadute nel corso del campionato, che hanno agevolato molti gol degli avversari; ma stavolta è stato un gol fatale, irrimediabile per il futuro della squadra. Con ciò non intendo affatto addossare a questi due giocatori – che hanno fatto il loro dovere come tutti gli altri – o alla difesa in generale le responsabilità per il mancato raggiungimento dell’obiettivo. Ma è davanti agli occhi di tutti che alcuni errori difensivi, fondamentalmente durante la gestione Boscaglia, sono la causa di risultati negativi che hanno pesato sulla classifica finale del Palermo.

Terzo: questa stagione, tutto sommato positiva dopo la delusione Boscaglia, va archiviata senza drammi, ma ovviamente traendone i necessari insegnamenti per un prossimo campionato più ambizioso. Esprimo qualche mio pensiero: credo che Giacomo Filippi, dimostratosi bravo allenatore e uomo intelligente ed equilibrato, se ha le giuste motivazioni per restare debba essere confermato. Attorno a lui si può costruire una squadra più forte di quest’anno, cercando di tenere i giovani più validi (Lucca innanzitutto, ma non sarà facilissimo), ma anche personaggi di esperienza e qualità come il bravissimo Valente, quel De Rose estremamente importante per il buon finale del Palermo, lo stesso Luperini che ancora deve farci vedere il suo repertorio migliore, ma anche gente di sicuro valore per la categoria come Pelagotti, Accardi, Odjer, Kanoutè. Bisognerà capire quali saranno le risorse effettive e i programmi reali della società.

Quarto: ringrazio di vero cuore tutti quelli di voi che mi hanno onorato di regalarmi qualche minuto del proprio tempo leggendo il Vulcanico rosanero. E ringrazio di cuore anche Stadionews24 e il carissimo direttore Guido Monastra per avermi dato spazio per rispolverare il vecchio e innamorato cronista rosanero che c’è in me. Arrivederci al prossimo campionato.

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10 thoughts on “Palermo, fuori con dignità e con un po’ di rammarico. Ma le lezioni devono servire…

  1. La stagione, nonostante il finale in crescita, è fallimentare.
    A questo punto Mirri dovrebbe presentarsi in conferenza stampa per fare un bilancio e spiegare ai tifosi che intenzioni ha per la prossima stagione.
    Ci vogliono soldi e capacità.
    Temo che Mirri non abbia possibilità/voglia di investire somme ingenti per mirare – da favorito – alla promozione e mi sembra chiaro che gli attuali dirigenti siano del tutto inadeguati e che l’attuale allenatore non costituisca affatto una scelta coerente con tali ambizioni.

  2. Buona estate al “vulcanico cronista”. E’ stato un piacere seguire i suoi commenti competenti e appassionati durante questo campionato. Alla prossima (stagione).

  3. Bellissimo articolo. Grazie Gaetano.

    Avrei una domanda, ma si sa niente su possibili investitori? ma non cose per sentito dire, ma dato che siamo in vendita ancora nulla all’orizzonte? 🙁

  4. Peccato non averci creduto sino in fondo, essere usciti dal campo senza versare lacrime, rassegnati alla superiorità (sulla carta) dell’Avellino, o forse ancora non potevamo permetterci di realizzare il sogno. Il calcio sfugge alle regole logiche, non è matematica ed, inoltre, non sempre vince chi è il più forte. Avremmo dovuto ripassare la storia, rivedere ad es. i mondiali del 1982: Argentina e Brasile facevano paura ed erano realmente molto più forti dell’Italia. Vinsero però gli azzurri ed il 1982 restò nella memoria come l’anno del mondiale più bello per noi. Abbiamo vinto contro squadre dai valori inarrivabili, abbiamo sconfitto ogni ragionevole pronostico; non ci fregava nulla se Gentile portasse a casa i brandelli delle magliette di Zico e Maradona, o se Paolo Rossi segnasse di stinco o col sedere, l’importante era che non appena toccasse il pallone quel tocco diventava un gol. Vincere nel calcio è uno stato di grazia che a volte può premiare anche i più deboli ed in questo sta la sua straordinaria bellezza. Il calcio, quello vero, non è matematica e, quando ci si mette il cuore, sa diventare poesia. Peccato!

    1. quell italia era compatta e forte . il brasile per niente compatto: formidabile davanti una ciofeca dietro sopratutto il portiere pelagottiano , questo ha fatto la differenza. da quell’esperienza, in Brasile ha capito che serve avere non solo fenomeni in attacco. Qui L ‘Avellino era leggermente più forte, ma come hai detto bene tu aveva pure a cazzimma, cosa che il Palermo incredibilmente non ha avuto

  5. Il Palermo paga il deludente settimo posto in campionato, Boscaglia è stato un flop totale e la società ha perso tempo nel cambiare allenatore. Il rammarico è anche essere arrivati ai playoff con diversi giocatori infortunati soprattutto Lucca e Almici.

  6. E’ sempre un piacere leggere articoli scritti da cronotifosi che usano raziocinio e competenza. Al prossimo anno, grazie di tutto.

  7. che la difesa sia stato il problema di questo Palermo, lo dico dall’inizio del campionato. Tutto condivisibile quello che dice tranne l’incredibile assurdità che considera pelagotti tra la gente di sicuro valore per la categoria. È uno dei portieri più scarsi mai visti a Palermo e può giocare solo in serie D al massimo

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