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Palermo? No. La festa rosanero è sulle Dolomiti: quando il calcio sa essere ironico e beffardo

I tifosi rosanero festeggiano la tanto agognata promozione, resa possibile da una conduzione societaria impeccabile e con la guida tecnica di un allenatore mai messo in discussione. Un vero e proprio trionfo sportivo. Adesso l’unico vero problema è quello dello stadio in cui giocare il prossimo campionato perché l’impianto attuale non è più adeguato.

La favola in rosa e nero che punge da lontano

Vi sembro ubriaco? No. Vi ho solo raccontato una storia vera, quella della Dolomiti Bellunesi, che è stata appena promossa in Serie C: un club con i colori rosa e nero, nato quattro anni fa dalla fusione tra Belluno, Union Feltre e San Giorgio Sedico, che senza nemmeno saperlo – a distanza di circa 2.000 chilometri – ha messo il dito nella piaga di una situazione, quella di casa nostra, che non potrebbe essere più distante e non solo geograficamente.

In realtà nei colori sociali delle Dolomiti, oltre al rosa e nero, c’è anche qualcosa di verde ma vi assicuro che le maglie di gioco – soprattutto quella rosa – potrebbero tranquillamente essere confuse con quelle dei nostri ‘eroi’. Il loro condottiero è stato Nicola Zanini, che già l’anno scorso aveva sfiorato la promozione conquistando il secondo posto. Lo score è di tutto rispetto: 23 vittorie, nove pareggi e solo 6 sconfitte.


Il “5 maggio” che Manzoni non scrisse

A proposito di condottiero, mi viene in mente l’immagine del ‘condottiero’ Dionisi che con tanto di megafono arringa la curva con l’ormai celebre “voi lo volete?” che potrebbe richiamare il Napoleone di manzoniana memoria e le sue conquiste “dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno”. Beh, anche Manzoni dovrà aggiornare il suo “5 maggio”.

Le Dolomiti Bellunesi hanno schiantato rivali di un certo spessore come Treviso e Mestre con un badget che al Palermo sarebbe bastato solo per l’aereo privato per un paio di trasferte.

La lezione dalle Dolomiti

C’è ironia? Sì, ovviamente: anche sarcasmo. Ma non solo. Dall’altra parte dell’Italia è arrivata una lezione di squadra, di spirito di gruppo e di entusiasmo che a Palermo sembra essere stata sepolta da troppo tempo nonostante un fiume di denaro senza precedenti e un organico che avrebbe dovuto competere per la promozione diretta e non per uno scalcinato strapuntino nei playoff.

So bene che verranno momenti migliori ma certe storie, come quella dolomitica, ci ricordano che a volte il calcio è più semplice di quello che sembra e che la ricetta per le vittorie è sempre la stessa. Basta avere l’umiltà di ricordarsene.

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3 thoughts on “Palermo? No. La festa rosanero è sulle Dolomiti: quando il calcio sa essere ironico e beffardo

  1. Il calcio caro Guido è competenza, umiltà ma anche ambizione e spirito di sacrificio. Voglia di arrivare e di avere e sopratutto dare emozioni. Cosa vedi di tutto questo nell’attuale Palermo? Domanda alla quale da tempo abbiamo dato risposta con le dovute motivazioni.

  2. Anche la ‘Campitelli Leonessa’, che sfiorò la semifinale nel Torneo Caravella-Lazio, indossava una maglia rosa, pantaloncini e calzettoni neri. Correva l’anno 1970. Sponsor: Caffè Trombetta, ‘Gusto Pieno’.

  3. Direttore, Le Dolomiti Bellunesi si Giocano addirittura l’ho Scudetto……
    Spero riescano nell’intento come Zamparini fece con la squadra
    Primavera. ( A tanti è un particolare che sfugge…. )
    Poi per dovere di cronaca anche il Campagnola Emilia, ( Promozione )
    Ha i colori Rosa/Nero, Addirittura in campo usano la maglia Rosa
    della Robe di Kappa uguale è identica a quella del Palermo, 20 euro a Carpi ( Nello Store del Palermo, il doppio )
    Ci vediamo Venerdì.
    Saluti Direttore.

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