Palermo, passo lento e panchina lunga. Ma è comunque primo posto
Punto dopo punto, passettino dopo passettino, il Palermo continua la sua lenta scalata verso il paradiso. Contro il Parma di D’Aversa, rammaricato per un pareggio a suo dire ingiusto, i rosanero hanno nuovamente dato prova di essere “squadra”. Far fronte all’assenza di tantissimi titolari (impegnati con le rispettive nazionali o infortunati) mettendo in campo una squadra compatta e a tratti bella a vedersi, non era affatto facile. Di fronte ai rosanero, infatti, c’era un avversario rognoso e voglioso di fare bella figura dopo un avvio di campionato tutt’altro che brillante (c’è chi giurava, prima della partita, che la panchina del tecnico emiliano non fosse poi così salda).
Primi 25’ di ottimo calcio per il Palermo che passa in vantaggio al 10’ con La Gumina: tiro a giro delizioso, portiere battuto e applausi scroscianti. La squadra di Tedino si specchia nelle sue triangolazioni, forte di un giro palla fluido e di una grande solidità a centrocampo. Il Parma si barrica in difesa senza capirci nulla: è alle corde. Ma proprio quando si dovrebbe affondare il colpo di grazia, ecco che le gambe dei padroni di casa cedono gradualmente. Nella ripresa il baricentro si abbassa e il Parma prende coraggio trovando il pari con l’incornata in movimento di Gagliolo. Insomma, il solito copione.
Gli ospiti recriminano per un rigore non concesso su un presunto fallo di mani di Morganella, per una traversa colpita in rovesciata da Lucarelli e per un gol annullato a Nocciolini. Ai punti, effettivamente, gli emiliani meriterebbero di più. Ma se si guarda alla pericolosità e alla qualità del primo tempo rosanero, l’1-1 è certamente il risultato più giusto. Insomma, grazie anche allo scivolone del Frosinone a Novara, il Palermo si prende il primo posto confermandosi anche unica squadra imbattuta nonostante l’handicap “nazionali”.
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Ed è partendo proprio dal modo in cui i rosanero hanno fatto fronte alle difficoltà che possiamo individuare le due note più belle di questa ottava giornata: l’ottimo lavoro di Tedino nel creare un gruppo affiatato e la panchina che si rivela incredibilmente meno corta di quanto ci si aspettasse. Vedere undici giocatori remare dalla stessa parte e lasciare (sempre) il campo con la maglia fradicia di sudore è davvero un grande segnale. Non dobbiamo infatti dimenticare l’età media della rosa e la presenza di tanti elementi nuovi (e stranieri). Ma è altrettanto incoraggiante anche la qualità dimostrata sin qui dai “ricambi”, se così possiamo definirli.
Ad oggi, non ce ne voglia Zamparini, questa squadra ha almeno 17 potenziali titolari. In mediana, addirittura, si rischia il sovraffollamento e per Tedino sarà sempre più difficile scegliere. In difesa e in attacco, invece, si può migliorare sotto il punto di vista dell’assortimento. A gennaio un centrale di livello e un attaccante centrale di categoria farebbero molto comodo. Lupo lo sa e si sta già muovendo per tempo. Il campionato è lunghissimo e nessuno concederà mai nulla a questo Palermo.
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