Ranieri, Baldini, Inzaghi: tre panchine bollenti e un messaggio per il Palermo
È il momento degli allenatori. Raramente ho visto una simile rivoluzione sulle panchine italiane. Da Inzaghi (Simone), crollato nel finale, a Gasperini che va alla Roma lanciando Juric all’Atalanta; l’Inter che scommette d’azzardo su Chivu e la Juve che resta col cerino in mano e conferma Tudor; Allegri che torna al Milan e un mega rimpasto tra le formazioni di coda. E adesso anche la Nazionale, con la clamorosa vicenda di Spalletti, che per tempi e modi non ha precedenti.
Ma ci sono tre nomi, a proposito di panchine, su cui voglio soffermarmi: Claudio Ranieri, Silvio Baldini e Pippo Inzaghi. Allenatori che hanno sullo sfondo i colori rosanero. Ranieri vestì la maglia rosa 40 anni fa (50 presenze), e fu decisivo per il ritorno in B; Baldini la B l’ha conquistata tre anni fa con una cavalcata nei playoff che nessuno poteva prevedere (tranne lui); Inzaghi la storia non l’ha ancora scritta ma dovrà scriverla tra pochissimo.
La lezione di Ranieri
Claudio Ranieri, quasi certamente, allenerà la Nazionale italiana e se la situazione contrattuale con la Roma si sbloccherà (molto probabile) potrebbe essere annunciato già stasera dopo la gara con la Moldavia. Sarebbe, a 73 anni suonati, la degna conclusione di una storia meravigliosa come lo scudetto inglese vinto con il piccolo Leicester.
Non c’è bisogno di riassumere tutta la sua carriera da allenatore, soprattutto gli ultimi anni. A Roma lo venerano come il santo patrono, a Cagliari viene ancora idolatrato, il 95% degli italiani lo vuole sulla panchina azzurra. La sua meravigliosa carriera è un inno al buon senso, alla capacità di tirare fuori il massimo da ogni giocatore e creare gruppi granitici, di rispondere alle domande con assoluta chiarezza e coerenza, di fare scelte tecniche guardando negli occhi i giocatori. Cose ormai sconosciute nell’Italia del pallone.
La “lucida follia” di Baldini
E poi c’è Silvio Baldini, così distante da Ranieri ma anche così vicino. Non parlategli troppo di tattica, di moduli e di altre cose del genere. Lui insegue la sua ‘visione’ con una coerenza che sa di coraggio e incoscienza. Più perdeva con il Pescara e più ripeteva che i playoff li avrebbe vinti comunque, anche da decimo in classifica. E quella che a Palermo sembrava una vittoria ‘impossibile’ è stata replicata a distanza di tre anni.
La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria, avrebbe cantato Ornella Vanoni. Ma l’ha rifatto di nuovo. E non può essere un caso. Ho seguito le sue parole in conferenza stampa (sono già virali) ed è andata esattamente come mi aspettavo: poco calcio, molta ‘filosofia’. Ma a Pescara, per lui, si butterebbero sotto un treno. E a Palermo in tanti hanno rimpianto la sua “lucida follia”.
L’invasione dei ‘computer’
Chi mi segue sul sito o in tv da anni conosce la mia idiosincrasia verso alcune degenerazioni del calcio moderno (per non parlare dell’uso italiano del Var). Troppi computer, troppi dati, troppe analisi del match con zone calde e fredde: non sono contrario ai progressi della scienza, ovviamente, ma credo che ogni tanto si smarriscano i principi basilari del calcio dove le motivazioni, il gruppo e il buon senso molto spesso possono fare la differenza.
Ranieri e Baldini (con le dovute proporzioni) sono in questo momento gli alfieri di questa filosofia. Anche il Palermo, come tante altre squadre di A e B, ha pagato il pedaggio per uno sviluppo delle ultime tre stagioni dominato più dai numeri che dal cuore.
La sintesi di Pippo Inzaghi
Ora tocca a Pippo Inzaghi. Il tecnico scelto dal Palermo sembra la migliore sintesi possibile tra esperienza, calcio antico e calcio moderno. Da uno che esultava come un indemoniato anche per i gol più semplici e inutili, ci aspettiamo la capacità di ridare entusiasmo a una piazza che ha vissuto tre stagioni ben al di sotto delle speranze. Ovviamente nel rispetto del calcio, dei ‘computer’ e delle tattiche: ma con un posto di rilievo anche per il cuore e la passione. Che non guastano mai.
Caro Direttore, ho esultato alla vittoria del Pescara dimenticando ciò che Pescara rappresentò per noi tifosi rosanero di una certa età: la squadra ripescata in B dopo il nostro fallimento dell’86 e la città che si propose al posto di Palermo dopo l’incidente durante i lavori di ristrutturazione della Favorita per Italia ’90 che costò la vita a cinque padri di famiglia. L’ho fatto solo per Silvio Baldini che, come hai detto, rappresenta l’antitesi di questo calcio di numeri, algoritmi e match analyst che con i loro PC non vedono ciò che appare chiaro allo spettatore qualunque. Ovviamente, apprezzo il sano pragmatismo e il buon senso di Ranieri, ma credo che i problemi della Nazionale prescindano dalla guida e richiedono interventi strutturali ben più complessi e articolati di un semplice cambio di selezionatore. Se una nazione che ha quasi gli stessi abitanti della Sicilia produce talenti superiori a quelli dell’Italia intera, il problema non può essere solo lo Spalletti di turno. Gente come Zappacosta, Raspadori, Rotella, Udogie, Lucca, Ricci, Retegui (e mi fermo qui) ai tempi in cui campioni come Corso, Juliano, Lido Vieri giocavano poche partite in Nazionale non sarebbero state chiamate neppure per portare agli altri l’acqua minerale. Oggi i ragazzini non giocano più per la strada. Vanno nelle scuole calcio (pagando) dove quattro fissati non insegnano loro la tecnica, ma li vessano con la tattica, le preventive e l’occupazione degli spazi. Per non parlare delle squadre (anche giovanili) piene di stranieri: squadre come Atalanta, Udinese e Torino, che avevano fior di vivai, oggi non schierano italiani (o quasi). È assurdo come in un momento storico in cui l’Italia è al vertice in tanti sport, dal tennis al volley, dal nuoto all’atletica, lo sport nazionale è sceso a questi livelli da tanti anni. Prima ce la giocavamo con tutti, oggi becchiamo tre pappine dalla Norvegia e due pere dalla Svizzera senza fare un tiro in porta. Serve una riforma generale della Federazione con nomina di un commissario con ampi poteri, partendo dalla riforma del settore tecnico di Coverciano; poi, obbligo di numero minimo di italiani nelle squadre giovanili, le squadre possono tesserare stranieri illimitati (e così l’Europa non rompe), ma non se ne possono mettere in campo più di 5/6. Numero minimo di under23 italiani in rosa. Premi in denaro ai settori giovanili che producono giocatori che vanno in A o in Nazionale. Altro che Spalletti o Ranieri; Gravina dovrebbe prendere atto del fallimento della politica federale e trarre le logiche conseguenze. A casa per manifesta incapacità.
Concordo ma il discorso sarebbe troppo ampio da trattare con gli aggiornamenti ajax del sito 😀 Vogliamo parlare anche dei genitori? es. Zaniolo su tutti…
Sottoscrivo!
Concordo pienamente…. una volta ricordo massimo di stranieri in squadra erano solo 3 … ecco.. rimetterei questa norma.
non si può, si possono limitare solo gli extra UE.
Il CALCIO E’ SEMPLICE!
BISOGNA AVERE BUONI PREPARATORI ZEMAN
CORSA E SALTARE LUOMO
Concordo con te, il problema non sono gli stranieri o italiani, ma sul fatto che giocando troppo, con poca preparazione atletica si arriva a fine campionato con gente che non sta in piedi
I giocatori di altre nazionali x te non fanno tante partite quanto ne fanno gli italiani?
Complimenti caro Monastra. Sia per i contenuti che per la forma con la quale sono esposti, che purtropo non è scontata tra i giornalisti italiani, quelli sportivi in particolare
Articolo corretto e coraggioso, rispetto al panorama della informazione sportiva locale. Niente complottismi infantili guidati dal risentimento, come spesso si legge anche in qualche commento qui, ma chiarezza di una visione di calcio diversa da cui il nostro Paese è invaso. Putroppo non è solo un problema del City Group. Qui a Palermo speriamo che Inzaghi possa iniettare altro in questa squadra.
Condivisibile al 1000×1000 il commento di Vitogol.
Complimenti direttore, sintesi perfetta del comune pensiero di chi ha conservato un minimo di cervello!!!
Mi associo ai complimenti al Direttore, col quale condivido in massima parte età, esperienza, passione, attaccamento al Palermo e visione del calcio.
“Ranieri quasi certamente allenerà la nazionale italiana”: ma chi glielo ha detto, Monastra?
Quindi si parla di Inzaghi, dimenticando che: 1) non risulta ancora nessuna rescissione di contratto tra Palermo e Dionisi; 2) non risulta ancora rinnovato il contratto ad Osti.
Così, tanto per scrivere qualcosa, in estate (anche se ancora non è entrata) è così, si scrive di calcio tanto per…
La personalità di Baldini (tutta fuffa ideologica e carisma da santone), non mi è mai piaciuta, zero assoluto.
Ma è innegabile che contribuisca a renderlo un ottimo allenatore, soprattutto a livello di C / B ed in particolare quando riesce a far presa su un gruppo col suo carisma, cosa che non sempre capita: capitò a Palermo alcuni anni fa, è capitato col Pescara quest’anno: in questi casi riesce quasi sempre a raggiungere traguardi importanti.
In certi casi invece la sua personalità gli si ritorce contro, quando la squadra che allena la rigetta e lui di solito finisce per dimettersi; anche questo è accaduto spesso.
Diciamo che sta personalità è al contempo il suo limite e il suo punto di forza.
Poi va detto che non è solo un ottimo motivatore, è anche un allenatore eccellente sotto il profilo tecnico/tattico, anche se di ste cose praticamente non parla mai; anzi da questo punto di vista uno come lui è sprecato in C/B, si meriterebbe la serie A.
A me diverte la storia di Ranieri, che da anni ormai tenta di ritirarsi dalla panchina, ma non ci riesce. Aveva smesso di allenare, ma poi l’ha chiamato il Cagliari e lui per ragioni affettive è andato a salvare il Cagliari che in B era in brutte acque e visto che c’era, invece di limitarsi a salvarlo, l’ha portato in A. L’anno dopo non ingranava, si era dimesso, ma i suoi giocatori l’hanno obbligato a ritirare le dimissioni e salvare ancora una volta i sardi dalla retrocessione.
E poi aveva chiuso, diceva… Ma è arrivata la Roma , anch’essa in brutte acque, e che doveva fare? Per rimetterla in carreggiata l’ha portata a 1 punto dalla qualificazione in Champions.
Però questa è l’ultima panchina, diceva, ora passo dietro la scrivania. Ma ora è arrivata la Nazionale.
Non riesce a ritirarsi!!
Come il presidente della repubblica Sergio Mattarella
Infatti diventerà il successore di Sergione nostro (detto con infinito affetto e rispetto) al termine del secondo mandato. Del resto è uno dei pochissimi in questo sciagurato Paese che riesca a mettere (quasi) tutti d’accordo!
correttissima l’analisi del direttore su Pippo Inzaghi. Ricordo bene il suo gol del 6-1 contro un Torino in disarmo a fine campionato, festeggiato come il gol partita di una finale di Champions. Basta coi tacchini freddi, abbiamo voglia e bisogno di qualcuno che trasmetta alla squadra la voglia di vincere a tutti i costi, esattamente quello che è clamorosamente mancato in questi tre anni.
A me invece da giocatore faceva molta antipatia anche per questi atteggiamenti, per il modo di giocare estremamente egoistico, per gli eccessi di protagonismo, per, nel caso citato, la mancanza di rispetto verso un avversario già in ginocchio.
Se verrà, sarà l’allenatore del Palermo e lo rispetterò se meriterà di esserlo, ma dal punto di vista umano il mio giudizio non cambia.
Beh.. poco calcio, molta ‘filosofia’. Non sono per nulla d’accordo!! Le squadre di Baldini fanno calcio, eccome se lo fanno!!! Anche in finale con un uomo in meno a altri in non perfette condizioni fisiche hanno difeso egregiamente. Linea sempre alta senza timori!!!! Questo è calcio
replico giusto per precisare che nemmeno a me faceva simpatia per atteggiamenti ed egoismo, ma è indubbio che sia una persona che vuole vincere e non scaldare le panchine. E questo ci serve
Come avevo previsto non sarà Ranieri il CT della nazionale.
In pratica, fate così: tutto ciò che afferma Stadionews ribaltatelo e avrete la verità.
e quando lo dice la Gazzetta? O il Corriere? Immagino che scriverà i suoi serenissimi commenti anche lì, o forse neanche la fanno passare. Se vuole un consiglio, caro Dario, raddoppi la dose di Xanax, faccia pace in famiglia e si approcci al mondo reale con più serenità e meno raggia. Quando lo farà, poi mi spiegherà su questo spazio come mai clicca su Stadionews più di 10 volte al giorno, commenta svariate volte con la sua solita prosopopea e soprattutto come mai lei, che ha sempre la verità sotto il cuscino, si trincera dietro un nick. Ci metta la faccia, se ha coraggio, ma forse non ha nemmeno la faccia. Detto questo, per rispetto agli altri lettori che conoscono l’educazione meglio di lei, mi troverò costretto a ridimensionarla un po’, a casa mia ci entrano le persone educate, non i coniglietti isterici e collerici (gm)
“Claudio Ranieri quasi certamente allenerà la Nazionale “. Boom, l’ha sparata grossa il Mega Direttore!
beh, considerato che fino a ieri notte c’era il sì di Ranieri e che il pezzo era di ieri mattina mi sembra normale. Vede, l’online è un po’ diverso dai giornali e chissà come mai anche lei è attaccato a Stadionews che tanto critica. Credo che anche a lei farà bene aumentare le dosi di Xanax e anche a lei – come all’altro fenomeno di Dario – suggerisco di imparare un po’ di educazione e rispetto, altrimenti i suoi commenti se li scrive sulla lavagna di casa (gm)