Attendere, prego: il Palermo da lei sognato non è al momento giudicabile
Non chiedetemi se questo Palermo è fortissimo, forte o modesto. La risposta, chiara e sintetica, è: non lo so. E lo dico in risposta ai tanti tifosi-lettori che in questi giorni commentano sul sito con giudizi spesso trancianti (positivi o negativi) che non so su quali basi possano essere poggiati. Sfido chiunque, anche fra gli addetti ai lavori, a sbilanciarsi in un pronostico così prematuro. Attendere, prego… come dice il messaggio di segreteria telefonica preregistrata.
L’ho scritto un paio di settimane fa, il Palermo è rimandato a settembre perchè solo allora, di fronte alle sfide da tre punti, potremo capire davvero di che pasta è fatto il Palermo, se avrà trovato chiarezza tattica, affiatamento di gruppo e buona tecnica. Non mi sento di giudicare una squadra che ha visto la luce meno di quattro giorni fa e che è ancora un cantiere aperto. Dopo quattro giorni pieni di ritiro, posso solo testimoniare che la squadra sta facendo di tutto per guadagnare l’affetto dei tifosi e che l’atmosfera di Petralia (si è rivelata una buona scelta per il ritiro) è serena.
Pergolizzi è chiamato a un compito arduo perché il tempo a disposizione è davvero poco, per assemblare una squadra dal nulla è probabile che servano più delle due settimane che ci separano dall’inizio del campionato. Lo stesso Palermo della C2 di 33 anni fa venne assemblato in cinque mesi e non in quattro settimane come quello attuale.
Prime impressioni sparse: la colonna vertebrale della squadra sembra già tracciata con Pelagotti in porta, Lancini e Accardi centrali, Martin alla “Jajalo”, Santana e Ricciardo uomini gol. Langella e Martinelli hanno dimostrato personalità e Rizzo Pinna ha grandi margini di crescita.
La società comunque sa – e lo ha detto con chiarezza – che ancora deve fare uno sforzo economico per completare la rosa con gente affidabile: serve almeno un altro attaccante di buon livello, un paio di 2001 di garanzia e non è facile muoversi in un mercato dove in molti – per dirla alla palermitana – cercano di “azziccare la forchetta” quando hanno a che fare con il Palermo. Una vecchia storia.
Sagramola e Castagnini vivono questi giorni con il telefono “tatuato” all’orecchio, hanno un taccuino pieno di nomi ma nel frattempo aspettano anche “risposte” da quelli che sono in prova e che vanno presto contrattualizzati o rispediti al mittente. Il lavoro non è facile e merita rispetto. Non ci sono soldi da buttare ma risorse economiche da investire con oculatezza.
LEGGI ANCHE
SAGRAMOLA: “SAPPIAMO COSA MANCA AL PALERMO”
ABBONAMENTI, IL PALERMO: “POTENZIEREMO L’ORGANIZZAZIONE”