Sigi: “Abbiamo investito più di Tacopina e non ci tiriamo indietro”

Continua la telenovela a Catania in merito al closing. Le lamentele di Joe Tacopina contro la Sigi per i ritardi nella chiusura della trattativa hanno turbato la Sigi che avrebbe preferito una discussione costruttiva invece della rescissione diretta dell’accordo. E proprio la società ha risposto all’imprenditore italo-americano attraverso un lungo comunicato ufficiale. 

IL COMUNICATO

“SIGI, alla luce del comunicato stampa di Joe Tacopina, ritiene di dovere dare la propria voce, senza polemica e tenendo presente l’unico movente vero e permanente, cioè l’amore per il Calcio Catania.

In questo momento nevralgico in cui la Squadra deve rimanere concentrata per raggiungere obiettivi sportivi che solo alcuni mesi fa apparivano insperati, perché insperata era la stessa sopravvivenza del glorioso Club, si sarebbe fatto volentieri a meno di esporla ed eventualmente destabilizzarla.

Le ragioni del mancato closing entro le date previste, si tiene a precisare e com’è a conoscenza di tutti, non sono dipese da SIGI che ha sempre e senza sosta lavorato per l’avveramento delle condizioni del contratto, tra cui le transazioni, fiscale e con il Comune di Mascalucia.

L’Investitore ha sempre saputo che entrambi gli aspetti richiedevano procedimenti legali con tempi non definibili a priori e, soprattutto, non definibili da SIGI, che solo ha potuto profondere impegno e dedizione senza risparmi di energie, e attendere con fiducia il lavoro, altrettanto impegnativo, degli uffici competenti. Per cui è riduttivo parlare di mancata consegna dei documenti da parte di SIGI, invece che, più correttamente, di non avveramento delle condizioni previste nell’accordo, indipendentemente dalla diversa volontà di SIGI.

Non attendere ciò che legalmente si deve attendere e si è sempre saputo di dover attendere, è una scelta di Joe Tacopina che avrà le sue motivazioni e di cui si deve prendere atto.

Occorre chiarire che la recentissima immissione di risorse da parte di Tacopina ha una causale giuridica, diversa dal preliminare di vendita delle azioni e che SIGI non ha mai avuto formalmente l’evidenza dei fondi da parte dell’acquirente, necessari per il reale salvataggio della Società.

Si rispetta la decisione di Joe ma, a fronte di una situazione notevolmente migliorata, sarebbe bastata una proroga, ampiamente giustificata da recenti sviluppi di segno positivo e dalla mancanza di colpe di SIGI, piuttosto che un invito a rimetterci tutti “attorno ad un tavolo”.

SIGI, che com’è noto finora ha investito ben più di Tacopina nel progetto, non s’è mai, anche nei momenti più bui, tirata indietro e continuerà con ogni mezzo nel proprio intento, recependo manifestazioni di interesse, da chiunque provengano, anche da Joe, che sarà il benvenuto, a condizione che collimino con la volontà di salvataggio della Società cui ugualmente e con rinnovata energia si continuerà a dedicare.

Tutto questo per amore di verità”.

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12 thoughts on “Sigi: “Abbiamo investito più di Tacopina e non ci tiriamo indietro”

  1. Come volevasi dimostrare: aria fritta. con l’aggravante della irriconoscenza perché senza gli stipendi pagati da Tacopina sarebbero scattati altri punti di penalizzazione.

  2. la situazione del Catania non è buona, ma bisogna ammettere che quella del Palermo è peggio sia come squadra che come società attuale. Quindi non critichiamo o peggio insultiamo gratuitamente sempre gli altri… speriamo piuttosto che entrambe le squadre siciliane vadano nelle giuste mani.

    1. La situazione del Catania, a mio avviso, è più scandalosa di quella che portò il vecchio Palermo al fallimento. Questo Palermo è in difficoltà, ma il suo è un rosso fisiologico e, che io sappia, non ci sono debitori alla porta.

    2. Valerio le verità sogno agli occhi di tutti. Inutile ribaltarle. La situazione del Catania è molto peggio di quella del Palermo. Se è ancora vivo (per adesso) è grazie alla tolleranza e compiacenza di istituzioni che hanno chiuso entrambi gli occhi. E non richiamare la transazione. Mancano requisiti essenziali che ho precisato. Il Direttore Regionale delle Entrate (pugliese di Bitonto e non catanese) non potrà mai ma apporre un visto positivo.

  3. CARO SIGNOR SALVO, DAI POST PRECEDENTI MI SEMBRA CHE NESSUNO ABBIA OFFESO O INSULTATO IL CATANIA, PER IL RESTO SONO DACCORDO CON LEI. SALUTI

    1. Prego, si figuri. Infatti io non ho insultato nessuno. Ho solo commentato fatti. E’ sotto gli occhi di tutti l’operato di SIGI e quello di Tacopina, per cui … Ognuno tragga le sue conclusioni.

  4. SIGI non ha rispettato i tempi e le modalità contrattuali. Più che lecito il recesso da parte di Tacopina. La situazione è variata, ovvio che vada tutto ridiscusso e rimodulato. Checché ne pensino alla SIGI.

  5. L’unica differenza fra la situazione del Palermo e quella del Catania è torre del grifo, spiegatemi perché l’epilogo debba essere diverso in assenza di un fesso che si accolla i buffi….

  6. Ma Torre del Grifo è già ipotecata dal Credito Sportivo. E’ questo uno dei punti fondamentali. Il Catania non ha una valida garanzia a sostegno della negoziazione. Lo sanno tutti, tranne il Direttore Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Catania. Tu puoi vendere casa tua se vi è un’ipoteca della banca? Si potrebbe subentrare quale soggetto passivo nel rapporto ipotecario, ma in questo caso sarebbe Tacopina a dover dimostrare la propria solvibilità all’Agenzia delle Entrate ed esporre il proprio patrimonio in subentro quale garanzia. Io personalmente non vedo vie di uscite per il Catania, a meno che non si violino le leggi. Ma ci sarebbe la galera come prospettiva.

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