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Criscitiello: “Finire ad ottobre è una follia! Le mie tre proposte anti-crisi”

Fine campionato a ottobre? Una follia. A dirlo è Michele Criscitiello, direttore di Sportitalia e autore di un editoriale su Tuttomercatoweb, in cui propone tre “mosse” per evitare la crisi del calcio anche in ottica futura: “Pur di chiudere questa stagione possibile che andremo avanti anche a settembre e ottobre. Follia! Assurdità! Questa stagione, ormai andata a farsi benedire, deve (se si può) finire entro e non oltre il 31 luglio. Poi bisognerà voltare pagina”

Criscitiello dice: ” Tre ipotesi per provare a ripartire, guardando al domani e non all’oggi: 1) Incontro con Sky-Dazn e Img per evitare battaglie legali. La sesta rata, molti club, l’hanno già scontata in banca. Forse tutti. Se non pagassero sarebbe un danno ben superiore a 240 milioni di euro. Bisogna trovare un accordo con le tv per far pagare la sesta rata ma proporre qualcosa in cambio sulla prossima stagione. Azzardo: rinviare di un anno il bando sui diritti tv, inserire in questo bando anche la stagione 2021-2022 al costo dell’ultimo anno (stagione 2020-2021) e nel frattempo parlare con il Governo per cambiare la Legge Melandri. Un anno in più per discutere e bloccare tutti i diritti tv allo stato attuale. Stesse condizioni economiche e produttive. Una guerra legale farebbe morti e feriti nel sistema economico del calcio italiano. La Juventus, lo scorso anno, ha avuto introiti per la parte commerciale pari a 186 milioni, dal botteghino 65 e dai diritti tv 200 milioni. In Europa è al decimo posto. In Italia al primo.

2) Liberalizzare e abolire la burocrazia per i club che vogliono costruire un proprio stadio. Senza stadi di proprietà il calcio italiano non ha futuro. E soprattutto non sarà mai attraente per nuovi investitori. Non possiamo vivere sempre sulla vendita collettiva dei diritti tv. Dobbiamo costruire, quanto prima, gli stadi e bisogna prevedere degli incentivi per i club. Sarebbe la vera svolta. Anche qui serve il Governo. Abolire le leggi che bloccano le iniziative dei Presidenti. Certamente bisogna rispettare le leggi. L’esempio non è Cagliari e non è Cellino ma gli esempi sono la Juve, l’Udinese e il Frosinone. Dovranno essere, in futuro, Napoli, Roma, Lazio e Fiorentina.


3) Abolire il decreto dignità, non chiedere una tassa ulteriore ai bookmakers e incentivare le aziende a sponsorizzare nello sport con agevolazioni fiscali del 30% su credito di imposta. Il prossimo anno, il calcio, le tv e l’editoria non si possono permettere ancora il decreto dignità. Che di dignitoso non ha nulla. Anche lo Stato non si può permettere di perdere ulteriori soldi. Bisogna riportare i capitali in Italia e convincere le aziende internazionali come Bwin, Eurobet, Planetwin365, William Hill, Starcasinò, Unibet, Pokerstars e le nazionali Snai e Sisal ad investire nello sport. Questi soldi servono a tutti, senza fare falsi moralismi che non servono neanche in campagna elettorale”.

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