Caso Anna Frank e adesivi antisemiti: Lazio deferita, non Lotito

Nuovo capitolo del caso Anna Frank, con la Lazio che ha ricevuto il deferimento dal procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro, dopo il caso degli adesivi antisemiti (tra cui Anna Frank in maglia giallorossa) affissi nella Curva Sud dello stadio olimpico.

Deferimento per il club, non per il presidente Claudio Lotito, per il quale è stata disposta l’archiviazione. L’episodio risale alla gara contro il Cagliari giocata all’Olimpico il 22 ottobre, in cui i tifosi laziali erano stati ospitati in Curva Sud dopo la chiusura della Nord per insulti razzisti contro alcuni giocatori del Sassuolo.

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Al club viene contestata (in via di responsabilità oggettiva) la violazione dell’articolo 1 bis del codice di giustizia sulla lealtà sportiva e dell’articolo 11 sui comportamenti discriminatori, in virtù della decisione di aprire la Curva Sud e “aggirare” il provvedimento di squalifica della Nord per insulti razzisti dei tifosi della Lazio.

Il testo del provvedimento: “Il Procuratore Federale ed il Procuratore Federale Aggiunto, espletata l’attività inquirente ed all’esito della notificazione della comunicazione di chiusura delle indagini, hanno deferito dinanzi al Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare la società Lazio “per avere, in occasione della gara Lazio-Cagliari del 22.10.2017, valevole per il campionato di serie A della stagione sportiva 2017 – 2018, consentito ad alcuni tifosi della Lazio, in relazione ai quali sono in corso indagini dell’autorità giudiziaria Ordinaria, l’introduzione e l’affissione all’interno della Curva Sud dello Stadio Olimpico di diversi adesivi, riportanti l’effige della nota bambina ebrea Anna Frank, indossante una maglietta della Roma, dal chiaro intento antisemita, costituente comportamento discriminatorio.

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“La loro affissione nei luoghi appena specificati è stata qualificata dagli Organi di Pubblica Sicurezza come un episodio dal valore simbolico e chiaramente antisemita dei predetti adesivi, offensivi per il tenore e l’incitazione all’odio razziale, richiamando l’attenzione dei media suscitando vive proteste della comunità ebraica”.

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