Palermo, riparti da Firenze: la mano di Corini si vedrà più avanti

Si riparte. Con otto sconfitte consecutive, col Pescara a +2 e con l’Empoli sempre fermo a +4, ma anche con un Palermo diverso da quello di De Zerbi. Che l’effetto Corini sia stato un effetto placebo o una cura vera e propria lo sapremo nelle prossime settimane, dato che i miracoli non sono affare né del Genio, né di chiunque altro all’interno del club di viale del Fante. Intanto si riparte verso la sfida casalinga col Chievo con una certezza: il Palermo non è ancora morto.

Guardate Hiljemark, per esempio: non ha giocato la partita della vita e in almeno un paio di occasioni avrà provocato le solite imprecazioni (perché tirare verso la porta non sembra essere una sua prerogativa, anche con la visuale libera), ma è stato presente ovunque. Come mai prima d’ora. Oppure Quaison, migliore in campo al netto del gol su punizione di Jajalo, altro giocatore parso decisamente diverso da quello visto finora.

Sì, iniziare a fare congetture è facile, ma che questi giocatori rendano così a tre giorni dall’esonero di De Zerbi lascia pensare. Anche in questo caso, però, che la squadra seguisse o meno il predecessore di Corini importa il giusto. Adesso conta solo vedere passi in avanti, per interrompere definitivamente questa striscia di sconfitte consecutive e per risalire in classifica.

Un obiettivo a cui iniziare a pensare già da oggi, sapendo che contro il Chievo ci sarà un Diamanti in più e la difesa a tre si potrà schierare senza gettare il giovane Pezzella in mare aperto senza braccioli. E magari con un Bruno Henrique lì in mezzo a smistare palloni, a fare il lavoro che Corini svolgeva dieci anni fa. Ora il Genio ha altro da fare, come visto nel finale della partita di Firenze: risollevare una squadra che non è affatto inferiore ad Empoli, Pescara e Crotone. E pensate un po’, le prime due ancora vanno affrontate…


1 thought on “Palermo, riparti da Firenze: la mano di Corini si vedrà più avanti

  1. Sarà il record di partite perse ma almeno stavolta si è perso con onore e comunque in una partita condizionata dall’arbitraggio. Se nei primi minuti ci concedevano il sacrosanto rigore con espulsione dell’ultimo uomo certamente non avremmo visto la stessa partita e forse la si vinceva pure.

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