Palermo, la comunità scientifica pubblica uno studio del preparatore Petrucci

Marco Petrucci sul tetto del mondo. Attraverso un comunicato, il Palermo ha reso noto che la comunità scientifica e sportiva, riconoscendo gli studi del preparatore atletico rosa, ha pubblicato sulla rivista internazionale di scienza e medicina sportiva Montenegrin Journal of Sports Science and Medicine lo studio “Petrucci Ability Test“.

ECCO IL COMUNICATO

“Dopo quasi 10 anni di studi e applicazioni sul campo, un metodo scientifico per valutare l’agilità dei giovani calciatori, sperimentato a Palermo, si appresta a diventare un nuovo standard a livello internazionale. Si tratta del Petrucci Ability Test (PAT), il metodo di studio messo a punto dal preparatore atletico rosanero Marco Petrucci, che la rivista internazionale di scienza e medicina sportiva Montenegrin Journal of Sports Science and Medicine (MJSSM) ha pubblicato a beneficio di tutta la comunità scientifica mondiale, spostando più in alto l’asticella di tutti gli studi di settore attualmente utilizzati a livello globale sull’agilità motoria e sportiva.

In particolare, il professor Petrucci, insieme a un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Palermo, è riuscito a validare un test scientifico per valutare le abilità motorie e le capacità di coordinazione dei giovani, e individuare così più facilmente il livello di agilità e alcune particolari competenze: soprattutto la rapidità negli spazi brevi e la capacità di anticipo dell’avversario, ma prima ancora la presa di coscienza, la capacità di leggere velocemente la situazione di gioco, immaginare il movimento e intraprendere un’azione.

Nel progetto di ricerca sono stati somministrati diversi test su un ampio campione di adolescenti con età compresa tra i 10 e i 13 anni. In oltre 10 anni di studi e raccolta di informazioni, confrontate con statistiche nazionali, Petrucci ha personalizzato i test standard per aumentare il livello di accuratezza nel calcio: un percorso personalizzato e standardizzato con diversi sprint in varie direzioni e altri movimenti specifici secondo uno schema ben preciso e innovativo. Grazie a questo metodo Petrucci è così riuscito a identificare una coorte di giovani calciatori, allenati negli anni, che poi si sono rivelati altrettanto bravi nel salto in lungo da fermo e nello sprint. La ricerca quindi consente di andare a prevedere le performance di altri test (forza e velocità), identificare i giovani più promettenti e con le migliori skill e mapparne lo sviluppo attraverso un monitoraggio costante.

“La valutazione della forma fisica dei giovani calciatori è importante per monitorare le prestazioni fisiche, per pianificare l’allenamento e per la formazione del calciatore”, ha dichiarato Marco Petrucci. “Per me e i miei collaboratori è un grande motivo d’orgoglio pensare che a migliaia di chilometri da Palermo, nostri colleghi in Cina o in Brasile possano applicare il nostro test nelle scuole e nei campi di gioco, contribuendo così a migliorare in generale il mondo del calcio e soprattutto valorizzare i più giovani, che rimangono la più grande risorsa di ogni società sportiva in prospettiva”.

“Il PAT è un ulteriore segnale di apertura dell’Ateneo palermitano nei confronti della società che vi gira intorno”, ha dichiarato il professore Antonio Bianco dell’Università degli Studi di Palermo, che ha preso parte al progetto. “Ma è anche un punto di partenza eloquente per considerare la collaborazione delle migliori energie del territorio come il vero valore aggiunto di una comunità integrata. Abbiamo dimostrato che Palermo può e deve essere un riferimento tecnico scientifico con uno sguardo verso il mondo. Noi ci siamo e facciamo sul serio. Questa è la prova che dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme, ottimizzando le risorse che abbiamo e garantendo quelle che servono”.”


2 thoughts on “Palermo, la comunità scientifica pubblica uno studio del preparatore Petrucci

  1. Congratulazioni per il successo che ripaga il notevole impegno profuso! Si ha l’ennesima prova di come il calcio sia in continua evoluzione e metta sempre più in risalto le potenzialità fisiche attitudinali alla disciplina sportiva, anche se l’acutezza percettiva di innati “talent scout” non potrà essere sostituita nell’individuazione di talentuose capacità tecniche sfuggenti ad ogni regola prestabilita. Quest’ultima risorsa salverà il calcio dal diventare una sorta di “playstation”, cosa non di certo cercata e voluta da Petrucci e dai suoi collaboratori.

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