Palermo, ci affidiamo a Papa Francesco. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara
Vi diciamo la verità. Avevamo pensato di rimanere in silenzio e abbandonare i nostri 25 lettori al loro triste destino. Troppa la delusione, troppe le incognite ancora sulla nostra testa come una spada di Damocle. Non ne possiamo più di calcoli, tabelline, griglie dei playoff, TAS, TNF, penalizzazioni, bilanci, marchi, closing, cessioni vere o finte, radiazioni, retrocessioni: vorremmo tornare solamente a concentrarci sui maledetti 90 minuti su quell’affascinante prato verde che in tanti altri posti significa spettacolo, urla, gioia, emozioni, lacrime e sangue. Ma poi non ce l’abbiamo fatta. Troppo malati, troppa dipendenza, troppe cose significa per noi una stupida, terribile, insignificante “partita di pallone”.
E allora abbiamo fatto ctrl+alt+canc. Abbiamo tirato fuori con cura dalla naftalina la stessa sciarpa e la stessa maglietta che ha pure i buchi e puzza di muffa. Abbiamo riesumato un vecchio cappellino di lana rosanero e anche la stessa marca di sigari di quel 12 maggio 2001. Abbiamo sperato si ripetesse quel miracolo di promozione, l’unica combinazione astrale favorevole al Palermo da quando ne abbiamo memoria. Abbiamo rivisto Cappioli paralizzato ad ascoltare la radiolina in campo sulla rincorsa di Torino e la parata di Sansonetti che inchiodò il Messina sullo 0 a 0 ad Avellino e ci fece cominciare quei dieci anni meravigliosi che ci hanno portato nel calcio che conta, in vetta alla serie A, in Europa League, alla finale di Coppa Italia, a tante emozioni e dolori che comunque non cambieremmo con nulla al mondo.
Ma i miracoli raramente si ripetono, soprattutto a queste latitudini e ci vorranno ancora i play off per capire se ce la faremo a lasciare l’inferno della serie B. Sugli spalti della Favorita c’è davvero il pubblico delle grandi occasioni. La maggior parte sono persone che evidentemente non conoscono la formula dei campionati di calcio di serie B. Ne approfittiamo per spiegarlo: non basta vincere l’ultima partita per andare in serie A. Dovete venire prima, se ci tenete almeno un po’. Lo stadio pieno è bello, però a questa confusione noi, ormai ancora più intolleranti con l’età, non siamo abituati e l’occasionale fa sempre domande fastidiose oltre a occupare il posto sbagliato.
NESTOROVSKI: “MI ASSUMO TUTTE LE COLPE”
Il Palermo comincia alla grande! Stringe il Cittadella d’assedio e dopo qualche minuto può segnare con Falletti che decide di fare tutto da solo senza neanche guardare Trajkovski che gli corre accanto disperato. Pallonetto da combinazione L1/cerchio della Ps4 e palla smanacciata dal portiere. Intanto arriva il gol del Lecce e il sogno comincia a sembrare più lontano. In due minuti però cambia tutto perché segnano sia Nestorosvki che Trajkovski e allo stadio si diffonde la voce che lo Spezia abbia pareggiato su colpo di testa di Zoff da calcio d’angolo. L’emozione dura solo il tempo di un tweet di Trump perché lo Spezia ha solo preso una traversa e dopo pochi minuti raddoppia pure il Lecce, facendoci capire che non è giornata per scrivere la storia.
Nel secondo tempo è un altro Palermo anche perché pare che al Cittadella serva solo un pari per andare ai playoff. I rosa non corrono più e arrivano i due gol che ci inchiodano all’ennesimo pari. A cinque minuti dalla fine, quando il caldo della gradinata e il freddo della tribuna ci hanno reso incapaci di intendere, di volere e di capire come minchia dobbiamo salire in serie A, lo Spezia accorcia le distanze. Il Palermo si butta in avanti e per un attimo ci viene pure in mente che il miracolo sia ancora possibile, magari all’ultimo minuto con gol in contemporanea di Brignoli per i rosa e l’idolo del nostro amico Fabio, Okereke, per lo Spezia.
Ma il sogno resta più irrealizzabile di una cena a lume di candela con Diletta Leotta che si mostra interessata alla nostra descrizione dei modelli di business applicati all’amministrazione della giustizia. I rosa confermano un girone di ritorno più simile a un girone dantesco e dimostrano di avere la pareggite. A guardare il bicchiere mezzo pieno si può dire che adesso con quattro pareggi ce ne andiamo in serie A. A guardarlo mezzo vuoto ci ricordiamo che lunedì potrebbero levarci pure la possibilità di giocarli, i playoff. Noi, come sempre, nell’incertezza il bicchiere ce lo svuotiamo ed anzi ci caliamo tutta la bottiglia e oltre e poi attendiamo gli eventi. Forza Palermo!
Brignoli 6: Sui gol non può fare nulla. Quando il pubblico lo acclama per andare in area sull’ultimo calcio d’angolo e lui comincia a correre come un disperato, il suo compagno batte prima che lui arrivi. Presa per il culo.
Szyminski 6: Ci sembra in palla fisicamente e anche tatticamente. Forse avrebbe dovuto giocare di più in altre occasioni per mantenere quei pochi maledetti punticini che avrebbero potuto dare tutt’altro significato al campionato. Preciso.
Bellusci 5,5: Come sempre non si tira indietro quando c’è da battagliare. Tuttavia il Palermo continua prendere gol e il leader della difesa non può non essere responsabile. Art. 27 Cost. (al contrario).
Rajkovic 5,5: Vale anche per lui quanto detto per Bellusci. I troppi gol presi nel girone di ritorno, quasi sempre in rimonta, hanno segnato in negativo le prestazioni dei due centrali titolari. Art. 111 Cost. (al contrario).
Mazzotta 7: Conferma la buona prestazione di Ascoli e aumentano i rimpianti per non averlo avuto di più a disposizione nel corso della stagione. Speriamo continui così per i playoff. In crescita.
(dal 33′ s.t. Aleesami) s.v.
Murawski 6,5: Corre come un matto nonostante il gran caldo, soprattutto dal lato gradinata (in tribuna “si attassava ru friddu”). Peperino.
Jajalo 6: Si vede molto meno del solito, forse perché la partita prende tutta un’altra piega dopo il doppio vantaggio. Ci sembra affaticato ed esce pure mezzo infortunato. Arripigghiati.
(dal 23′ s.t. Fiordilino): s.v.
Haas 5,5: Onestamente non ci ricordiamo granchè della sua partita e quindi la sufficienza non possiamo dargliela. Distratti (noi).
Falletti 5,5: Su impegno e corsa nulla da dire però continua a mangiarsi gol che ce li fanno tirare giù tutti. E siccome noi, pur scarsamente praticanti, vogliamo bene a Papa Francesco, soprattutto per il tifo spettacolo del suo San Lorenzo, e non solo perchè predica l’accoglienza, non possiamo perdonarlo. Blasfemia.
Trajkovski 6,5: Il nostro amico Salvo dice che Delio Rossi gli ha messo la testa a posto e che suo fratello Antonio deve tacere di fronte a siffatto campione. Beghe familiari.
Nestorovski 7,5: Un bellissimo gol, uno splendido assist, ed un infortunio che speriamo guarisca presto. Tutto in mezz’ora. All-in.
(dal 41′ p.t. Puscas) 5,5: Per sua fortuna alla fine la vittoria sarebbe stata ininfluente ai fini della classifica ma si è mangiato una serie di palle-gol che gridano vendetta. Sbilenco.
Delio Rossi: non è che il suo arrivo sulla panchina del Palermo abbia proprio cambiato il campionato, anzi! Tre pareggi ed una vittoria non sono esattamente quel cambio di marcia che qualcuno si aspettava. Sarà che la squadra quella è, sarà che ci sembra pure sfortunato. Non lo sappiamo e non vogliamo saperlo e aspettiamo fiduciosi il seguito, sperando nel passato più che nel futuro. Nostalgici (noi).
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