Il Palermo prepara il ricorso. Il punto decisivo è l’articolo 18. E quel telefonino smarrito….

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Il Palermo promette battaglia. Bocche cucite, almeno fino al tardo pomeriggio, all’interno del club rosanero dopo la pubblicazione della sentenza Parma, con la squadra (tecnico e giocatori) che rimarrà in silenzio stampa sull’argomento, mentre i vertici del Palermo preparano assieme ai legali la strategia da seguire per il ricorso presso la Corte Sportiva d’appello, con istanza da presentare entro due giorni. Ancora nessun commento ufficiale da parte del presidente Giovanni Giammarva, mentre Zamparini si è limitato finora a esternare sintetici slogan che comunque lasciano intuire, come era ovvio, il suo disappunto. “Sentenza nauseabonda”, riporta I Love Palermo calcio, “E la chiamano giustizia sportiva”, come scrive Forza Palermo.

SENTENZA BEFFA: PARMA PENALIZZATO MA NEL PROSSIMO CAMPIONATO

Il Palermo è già concentrato sul ricorso. Il punto cruciale dovrebbe essere l’articolo 18 e l’interpretazione di “stagione in corso” a cui i giudici fanno riferimento per infliggere sì una penalizzazione al Parma per responsabilità oggettiva, ma soltanto nel campionato di A al via fra poco più di un mese. Per i giudici è assodato che “Calaiò, nell’inviare all’ex compagno De Col i messaggi in questione, abbia posto in essere il tentativo di illecito previsto dall’art. 7, comma 1, CGS” ma anche che il “tentativo di illecito è stato respinto dai destinatari e che, per quanto è dato sapere, salvo ulteriori elementi che dovessero emergere da eventuali successive indagini, la Società ha conseguito sul campo la posizione finale in classifica che le ha consentito la promozione diretta in Serie A”.

TERZI: “HO PENSATO CALAIÒ FOSSE IMPAZZITO”

I giudici sostengono però anche che “la penalizzazione riferita alla classifica del campionato di Serie B appena conclusosi (cioé la richiesta iniziale della Procura, ndr.)” sia non solo “estremamente” afflittiva ma anche in aperto contrasto con lo stesso principio di afflittività previsto dall’art. 18, comma 1, lett. g) del CGS (Codice di giustizia sportiva), che elenca tutte le possibili sanzioni in caso di illeciti sportivi (per la giustizia sportiva – al netto della gravità del fatto – il tentato illecito equivale ad un illecito compiuto).

Secondo l’art. 18, comma 1, lett. g) del CGS, una società può essere punita con uno o più punti di penalizzazione, ma soprattutto che “la penalizzazione sul punteggio, che si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso, può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente”. Il Codice di giusitizia sportiva enuncia in una norma dunque il concetto di “stagione sportiva in corso” ed è in merito a tale elemento che il Palermo promette battaglia.

L’ANALISI: SENTENZA CHE LASCIA PERPLESSI, MA QUEL RIFERIMENTO A CERAVOLO…

Per i giudici infatti l’interpretazione data alla norma li porta a considerare come stagione in corso quella in cui si è svolto il processo: “A mente dell’art. 18, comma 1, lett. g) del CGS, la penalizzazione va operata con riferimento alla stagione sportiva in corso e, solo ove si appalesi inefficace, può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva successiva, di talché, dovendosi individuare la stagione sportiva in corso in quella 1° luglio 2018/30 giugno 2019, la infliggenda penalizzazione sul punteggio non potrà che scontarsi in tale stagione sportiva”.

Il Palermo sembra intenzionato a contestare tale interpretazione ritenendo che il fatto commesso da Calaiò (che è stato giudicato colpevole) vada sanzionato nella stagione 2017/18, cioè nella stagione in cui è stata effettivamente messa in atto la condotta giudicata illecita.

PROCURA SODDISFATTA: “L’IMPIANTO ACCUSATORIO…”

A tenere banco è poi la questione Ceravolo e del telefono smarrito: la sua posizione infatti non è stata approfondita in quanto “se pure pronto a mettere a disposizione della Procura Federale il proprio telefono cellulare – recita il dispositivo – non ha potuto dare corso a tale disponibilità per lo smarrimento del terminale, come da denuncia presentata all’autorità giudiziaria nel medesimo giorno dell’audizione”.

Una sentenza, come si vede, difficilmente comprensibile (almeno per la stragrande maggioranza che non appartiene alla categoria dei “fini giuristi”) che ha lasciato sconcertati i tifosi palermitani e che il Palermo spera di ribaltare in appello. Anzi, secondo qualcuno, questa sentenza lascia molti “margini di manovra”. Ma sembra abbastanza probabile, a questo punto, che questa vicenda non si fermerà in ambito sportivo ma investirà anche la giustizia ordinaria.

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7 thoughts on “Il Palermo prepara il ricorso. Il punto decisivo è l’articolo 18. E quel telefonino smarrito….

  1. Sinceramente a me importa poco se andiamo in B oppure in A anche perché con questa giustizia, NON CI CREDO PROPRIO ! Sarebbe comunque bello vincere questo reclamo a nome di tutti coloro che sognano una giustizia in questo paese….e sopratutto per punire i soliti scaltri !!

  2. se serie B dovrà essere chiedo al Presidente di allestire una squadra che uccida il campionato di serie B ed il prossimo anno noi in A e loro in B,
    PERCHè CON 5 PUNTI DI PENALIZZAZIONE NON HANNO DOVE ANDARE

  3. L’unica stagione in corso possibile è quella della partita Spezia-Parma del 2017/2018 e a cui fanno riferimento gli SMS di Calaiò. Allo stato attuale, c’è solo il calciomercato in corso, la stagione successiva non è ancora iniziata, come può essere in corso!

  4. Ma cambiare avvocati no??minsembra che ne n siano riusciti fino ad oggi a far valere le loro tesi completamente!!!affidarsi a legali esperti della materia sportiva no?

  5. Sentenza che e’ andata oltre ogni aspettativa…in tempi non sospetti quando e’ uscita la notiza avevo previsto: 1/2 punto di penalizazione e 500 euro di multa….!!! VERGOGNA!!!!
    Adesso i pochi tifosi che saremmo alla prima dobbiamo protestare (civilmente) tirando prima del calcio di inizio palloni in campo e qualche cellulare (vecchio)… e cosi magari troviamo pure quello smarrito dal giocatore del Parma…e gridare VERGOGNA….!!!!!
    Non funziona piu’ niente in Italia….felice di non esserci ….che VERGOGNA…!!!!!!!

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