Palermo, confusione e presunzione: senza umiltà sarà dura
Taranto – Palermo 3 – 1 e palla al centro. E sarebbe stato 4 – 1 se la traversa non avesse respinto la eccellente punizione di Giuseppe Giovinco, fratello piccolo del più famoso Sebastian, ma giocatore comunque dotato e devastante per la traballante retroguardia rosanero. Risultato netto e giusto, che segna la prima sconfitta in campionato del Palermo, inserito nel lotto delle squadre candidate alla promozione nel girone C della Serie C, dopo la vittoria di rigore con il Latina e il pareggio faticoso e ben poco convincente con l’Acr Messina.
Non ho molto da aggiungere alle mie osservazioni critiche di lunedì scorso in questa rubrica, considerate esagerate in vari commenti, che invece mi sembra che in queste ore vadano nella stessa direzione: difesa fragile e insicura, costruzione di gioco pressoché nulla con conseguente inconsistenza delle punte, poco servite e poco convinte.
Primo tempo di nuovo inguardabile, giocato dalla squadra in modo imbarazzante, in grande confusione; del tutto insufficiente l’abbozzo di reazione nel secondo, con il gol di Almici, sicuramente un buon tiro, agevolato in rete dalla maldestra parata del portiere tarantino Chiorra. Grosse carenze nel gioco e nelle singole prestazioni, che lasciano perplessi – anche se il campionato è appena agli inizi – sulle reali possibilità e ambizioni dei rosanero.
Cose evidentissime, che hanno visto, detto e scritto tutti, cronisti e tifosi, con sacrosanta delusione. Altro anzi voglio aggiungere: il Palermo in questa partita, oltre che inconcludente, è sembrato anche presuntuoso, quasi fosse convinto che alla fine in un modo o nell’altro ce l’avrebbe fatta contro un avversario neopromosso e tecnicamente, sulla carta, inferiore. Cose che si pagano sempre nel calcio e sempre di più man mano che si scende di categoria e i valori tecnici si vanno sempre più equilibrando in basso.
Ne ha preso atto l’allenatore Giacomo Filippi nelle dichiarazioni, autocritiche senza scusanti, di fine partita: “Il Taranto ha meritato di vincere, ha voluto più di noi la vittoria. Se non capiamo che non ci sono matricole, per noi è dura. Hanno cercato la vittoria nelle seconde palle, nell’aggressione continua”. E ancora: “Se non mettiamo più voglia viene tutto più difficile. Ci manca l’atteggiamento in questo momento, dobbiamo lavorarci”. “Purtroppo quando ti capita di essere al di sotto del tuo livello, con un avversario che mostra una grande determinazione e ha voluto di più, non c’è niente fare”.
Non so, dovrei essere dentro la sua testa e dentro lo spogliatoio per capirlo, se parla anche di se stesso e dei suoi errori oppure mette già le mani avanti addossando le colpe ai giocatori, il che dopo appena tre partite non è un buon segno, significherebbe che già qualcuno tra i suoi non lo segue. In ogni caso, credo che certe parole siano sempre più realistiche e utili di tante sciocchezze a scopo di giustificazione che molti allenatori, la gran parte, pronunciano dopo una sconfitta della propria squadra.
Ad ogni modo, le controprove che potranno ulteriormente illuminarci sulle possibilità di questo Palermo arrivano subito: dopodomani, mercoledì, in Coppa Italia allo stadio Barbera contro il Monopoli e soprattutto domenica contro il Catanzaro nel primo confronto diretto con un’altra delle favorite.
LEGGI ANCHE
PALERMO FEMMINILE, DEBUTTO AMARO IN SERIE B
TARANTO – PALERMO, LE PAGELLE IRONICHE