Palermo rimandato a settembre. Partenza lenta ma Mirri vince la partita del cuore

Dario Mirri ha voluto toccare le corde del cuore. Un’ora abbondante di feeling diretto con i quasi mille tifosi che sono accorsi allo stadio per salutare il nuovo presidente e per respirare l’erba del Barbera, già più verde e viva di due settimane fa. Una vittoria facile, perchè sui sentimenti di tifoso Dario Mirri ha creato il “suo” personaggio e il “piedistallo privilegiato” dal quale ha potuto disegnare il futuro. Sapeva certamente, il buon Dario, che con il microfono in mano, sugli spalti del Barbera, sarebbe stato assalito dall’emozione, come poi è avvenuto. “Ho coronato un sogno di 50 anni”, ha detto quasi a giustificarsi.

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E allora, con il sorriso dei giorni migliori, ha scelto frasi di sicuro effetto, come la garanzia di trasparenza e onestà, il no ai maneggioni del calcio, l’azionariato popolare e “il Palermo non è mio ma dei suoi tifosi”. Applausi a scena aperta, utili per rompere il ghiaccio e intraprendere un cammino in salita, quello della serie D.

Ma è stata una partenza un po’ “lenta”. Simile professione di fede, un “manifesto” del nuovo corso e un appello a tifosi e investitori affinché stiano vicini al Palermo, ce la saremmo aspettata il giorno dopo l’aggiudicazione del titolo, insieme al nome dell’allenatore e del direttore tecnico, pietre miliari della nuova era. Che Mirri sia un tifoso sfegatato e che abbia voglia di incarnare una figura lontana da quella del “padre padrone” per avvicinarsi invece all’immagine del “presidentissimo” Renzo Barbera era ormai cosa nota a tutti, tifosi compresi, che ne hanno apprezzato gli sforzi effettuati in questi ultimi sei mesi, prima “buttando” quasi 3 milioni di euro per evitare una penalizzazione in serie B, poi per mettersi alla guida del Palermo nel nome della palermitanità. Se ce ne fosse bisogno, potrei testimoniare personalmente di conversazioni diurne e notturne, nei momenti più bui del recente passato, di strategie, umane paure e legittime speranze nel nome della maglia e dei colori.

Partenza lenta, dunque. Prevenendo le possibili contestazioni, dico subito che so benissimo che la nuova proprietà è stata investita da problemi grandi e piccoli e so anche che il compito di costruire da zero è difficile. Ed è per questo che negli ultimi giorni ho voluto smorzare – nei tantissimi commenti al sito – certe frasi inutilmente offensive da parte di chi magari avrebbe “preteso” un allenatore di serie A e giocatori almeno di serie B.

Ma se dobbiamo fare fede alle testimonianze dei protagonisti, solo nelle ultime 48 ore si è fatta piena luce sul nome del tecnico (Pergolizzi) e del direttore sportivo (Castagnini) oltre che sui punti di riferimento del settore giovanile (Rinaudo e Argento). Il che, a distanza di oltre una settimana dall’aggiudicazione del bando, ha prodotto una ridda di indiscrezioni di stampa, di velati depistaggi e di valutazioni negative da parte dei tifosi (che si sono divisi tra Pergolizzi, Bucaro e Lucarelli), che potevano essere serenamente evitate pur nel rispetto del bon ton istituzionale.

Abbiamo scoperto – vero colpo a sorpresa – della presenza di Paparesta, uomo di Di Piazza che evidentemente vuole essere adeguatamente rappresentato nel board rosanero. È partito il nuovo sito della società (www.ssdpalermo.it), c’è già il logo ufficiale (a me piace, bravo Danilo Li Muli), ci sono già progetti di campagna abbonamenti ma della squadra da costruire ancora nessun cenno, tutti problemi delegati a Sagramola che come sua abitudine è stato di pochissime parole. Anzi, ieri sera è filtrata la prima indiscrezione di mercato, con l’ingaggio ormai certo dell’attaccante Ricciardo (buon colpo).

I nomi dei futuri rosanero potranno anche dire poco perchè, al di là di un paio di possibili eccezioni, saranno sconosciuti al grande pubblico. Ma la gente ha bisogno anche di “innamorarsi” e di fare le dovute analisi. Soltanto martedì conosceremo pensieri e parole di Rosario Pergolizzi, criteri di gioco, speranze e certezze. Solo martedì sapremo i contorni del ruolo di Castagnini che conosce la Sicilia per avere un forte legame con Catania e che con Sagramola ha sviluppato una buona intesa negli anni di Vicenza e Brescia. Solo in ritiro, il 12 agosto, quando mancheranno meno di tre settimane alla partenza del campionato, cominceremo a conoscere una prima ipotesi di squadra. Bisognerà correre, il working in progress andrà avanti anche dopo l’avvio di stagione, ci sono investitori da attrarre per garantire al Palermo un futuro ancora più sicuro.

Il Palermo, insomma, è rimandato a settembre. Una frase che ai tempi di scuola suonava come una condanna; qui invece viene utilizzata come semplice constatazione di una cosa che deve ancora prendere forma. Aggiungiamo anche l’auspicio che vada tutto bene, che arrivino le soddisfazioni che questa città merita, che il Palermo ritrovi normalità a serenità. Ne abbiamo bisogno.

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