Piove sul Palermo e il gol è solo un miraggio. Le pagelle ironiche di A&F

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Bufera di vento e pioggia, partite in contemporanea dei Mondiali,
influenze e virus, viaggi (di lavoro) e miraggi: gli ostacoli per raggiungere i nostri amati sediolini della vecchia Favorita, tanto lerci quanto agognati, erano tali e tanti che non abbiamo ancora capito come siamo riusciti a raggiungerli. Ed una volta lì ci abbarbichiamo stretti stretti con i vicini di posto, senza neanche curarci troppo di chi gioca e chi no. Né tra i nostri né tantomeno tra gli avversari.

Sappiamo solo che il risultato possibile è uno solo e che non abbiamo tempo per i ricordi nostalgici di quando, in una notte magica d’estate, trafugammo l’intera squadra al Venezia per iniziare quello che sarebbe stato il decennio più glorioso della storia del nostro disgraziato Palermo. Ricordi di gioventù e di speranze, esaudite o bruciate che per noi, che non viviamo nel passato come il nostro amico Fabrizio, non ci distolgono dal focalizzarci sulla difficoltà della partita contro i lagunari (luogo comune Zac!) sull’orlo dell’affondamento, nonostante le recenti ottime performance del Mose. Soprattutto perché il Palermo, anche di recente, ha dato ampia prova della sua abilità nel resuscitare il Lazzaro di turno.

Con questi pensieri a metà tra il lugubre ed il mistico finalmente si gioca. Il Palermo comincia cercando di imporre il proprio gioco ma le occasioni più pericolose capitano ai neroverdi con la complicità dei distratti giocatori rosanero. Soprattutto sulla fascia difensiva di destra si aprono delle voragini che ci suscitano un senso di vertigine. Al 20’, sull’ennesima minchiata difensiva, per fortuna Pigliacelli respinge una pericolosa angolata conclusione. Il Palermo si preoccupa ed invece di reagire si incarta e così il bandolo (boh!) del gioco passa nelle mani del Venezia.

Siamo depressi e perplessi e non possiamo neanche tirarci su con il caffè Borghetti, più che altro per coerenza con la nostra precedente denuncia sui prezzi fuori controllo dei generi di prima necessità. Al 41’ si vede finalmente anche il Palermo con due mezzi tiri da fuori area e, considerato il nulla visto finora, c’è quasi da esaltarsi perché ne viene fuori addirittura un corner. Nel giro di due minuti il Venezia ha un numero clamoroso di palle gol con il Palermo totalmente in bambola. Inspiegabilmente la palla non entra e noi preghiamo solo che l’arbitro fischi prima possibile e che qualcuno nello spogliatoio provveda a farsi sentire con metodi non proprio montessoriani.

Si ricomincia e il Palermo sembra più presente. Su una palla vagante Brunori ha una occasionissima ma tutto solo davanti al portiere invece di tirare cerca il dribbling e casca a terra. L’arbitro concede il rigore, noi pensiamo che non ci sia perché siamo proprio in linea e il portiere ci sembra prendere la palla ed il Var purtroppo ci da ragione. Un minuto dopo annotiamo l’ennesima paratona di Pigliacelli da distanza ravvicinata.

Soffriamo più di un inglese in uno stadio qatariota per la mancanza dell’alcol. Al 19’ sull’ennesima imbarcata della difesa rosanero il Venezia passa e stavolta il nostro portiere non può nulla sull’attaccante veneziano solo soletto. Subito dopo il Palermo ha l’occasione per pareggiare dal dischetto per un rigore concesso per fallo di mano. Brunori non solo sbaglia il secondo rigore di fila – e già è grave – ma sulla ribattuta a porta vuota calcia incredibilmente fuori. Siamo letteralmente esterrefatti. Quando pensiamo di avete pareggiato su una mischia in area il Var ci dà l’ennesima delusione annullando per motivi a noi inspiegabili. La partita finisce praticamente qua. Noi non ci crediamo più e neanche il Palermo che sembra avviluppato in una crisi di gioco, di identità, di personalità e purtroppo anche di risultati di cui non vediamo la fine. Good night and good luck (come diceva uno di quelli bravi)!

Pigliacelli 8 – Il Venezia si fa vedere ma lui non si nasconde e salva il risultato in almeno tre occasioni con dei veri miracoli. Poi deve capitolare. Fort Apache.

Mateju 5 – Dal suo lato si soffre e Valente non lo aiuta. Quando ha la palla tra i piedi riesce a fare sempre la scelta sbagliata. Pierino.

Nedelcearu 6 – I compagni di squadra fanno passare di tutto. Lui prova a fare muro. Manovale.

Bettella 6 – Gioca con buona personalità e sembra meritare un posto da titolare. Segna anche l’insperato gol del pareggio ma il Var, probabilmente ingiustamente, annulla. Speranza.

(dal 45′ s.t. Devetak) s.v.

Sala 5 – Inizia con un buon cross ma poi si perde, sopratutto in fase difensiva. Terzino a metà.

(dal 30′ s.t. Soleri) s.v.

Segre 5 – Prova a inserirsi ma sbaglia sempre il movimento e così si sfianca in un tira e molla senza senso. Elastico.

(dal 34′ s.t. Damiani) s.v.

Gomes 5 – All’inizio sembra straripante, poi torna ad abbassarsi sulla linea dei difensori e si limita a qualche lancio ogni tanto. Compitìno.

(dal 34′ s.t. Stulac) s.v.

Broh 5 – Tra i più attivi del centrocampo con risultati pressoché nulli. Ammuina.

(dal 30′ s.t. Floriano) s.v.

Valente 4 – Si fa superare spesso ed è disattento in fase difensiva. In avanti è inesistente. Fantasma.

Brunori 2 – Vaga per il campo in cerca di un pallone giocabile. Quando un avversario gli regala il pallone dell’uno a zero si fa fregare dal portiere, sprecando la più facile delle occasioni. Poi sbaglia il secondo rigore di seguito riuscendo a tirare alto sulla ribattuta con un gesto degno di “mai dire gol”. Tragedia.

Di Mariano 6 – È uno dei pochi che ci prova e mette al centro mille palloni senza arrendersi mai. Enrico Toti.

Corini 4 – A centrocampo insiste con gli stessi interpreti nonostante le due settimane per inventarsi qualcosa di nuovo. La squadra non gioca e il tempo degli alibi è pressoché finito. Panettone?

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