Avellino, quanti guai: attacco in affanno, 9° posto e Braglia in “bilico”
I Lupi tornano al Barbera quasi un anno dopo il blitz targato D’Angelo e Fella. L’Avellino vinse a Palermo per la prima volta nella sua storia con la complicità del centrocampista palermitano – autore di un’esultanza polemica e indimenticata – e del futuro attaccante rosanero. La gara di ritorno fu poi decisa dal clamoroso gol di Silvestri, che beffò Pelagotti alzando un campanile letale da metà campo. Venne poi il tempo dei playoff, l’amaro epilogo di una stagione folle e disgraziata. Insomma, Palermo-Avellino è una sfida mai banale.
Nelle ultime due stagioni, gli irpini hanno dovuto ricominciare tutto d’accapo dopo essersi arresi ai playoff. Dopo l’eliminazione al primo turno nella stagione 2019/2020, l’Avellino si è rimboccato le maniche disputando un’ottima annata conclusasi con la 3a posizione. Alla 12a giornata dello scorso campionato, la classifica vedeva gli uomini di Braglia al secondo posto con 24 punti.
Oggi si trovano in nona posizione con 16 punti: 8 in meno rispetto a un anno fa. Il gioco non convince, né tantomeno frutta punti utili. I tifosi hanno fatto sentire la loro voce e la società è dovuta intervenire per chiarire pubblicamente come Braglia abbia ancora in mano la squadra. La prima vittoria in campionato è arrivata solo alla 5a giornata (1 a 0 contro il Potenza), quando qualcosa nello spogliatoio iniziava a scricchiolare. Pochi giorni dopo scoppia infatti il “caso” Sbraga, con il difensore che accusa Braglia di averlo usato come capro espiatorio per l’eliminazione in Coppa Italia Serie C contro l’Ancona-Matelica.
La società archivia poi la questione con un comunicato, in cui riduce il tutto a una “cattiva interpretazione delle dichiarazioni dell’allenatore”. Ma la sconfitta contro il Monterosi alla 7a giornata rimette tutto in discussione: futuro di Braglia in primis. Vivarini ammette di essere stato cercato dalla società per rimpiazzare il tecnico, mentre altre voci indicano Boscaglia come possibile sostituto. Poi i Lupi reagiscono e portano a casa la seconda vittoria in campionato (contro la Virtus e ancora una volta per 1 a 0). Seguono i due pareggi consecutivi con Fidelis Andria e Catania e la terza vittoria contro la Paganese (la prima convincente: 3 a 0).
Braglia si presenta alla sfida del Barbera accompagnato dall’eco delle voci sull’esonero. Manca la prima vittoria in trasferta, e i numeri raccontano di un attacco in affanno: 11 reti in campionato, 3 delle quali messe a segno nell’ultima gara al Partenio. Tuttavia i gol subiti sono solo 7 (3 in meno del Palermo), la squadra è pur sempre reduce da una vittoria e la rosa ha tutte le carte in regola per riagganciare le squadre di testa.
In palio c’è l’opportunità di riscattare un avvio di stagione sottotono (che non ha comunque impedito al Palermo di portarsi in terza posizione) e nessuno dei due allenatori firmerebbe per un pareggio. Il tecnico potrebbe schierare un 3-4-2-1, con l’ex rosa Kanoute a far coppia con Di Gaudio alle spalle di Plescia. Non è escluso che alla fine possa optare per quello stesso 4-3-2-1 che Filippi ha testato a Vibo Valentia, dopo essersi sempre affidato da inizio stagione al 3-4-2-1
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