Buon Palermo, è mancata solo la vittoria. Ora servono le conferme

FOTO PEPE / PUGLIA

Valutano quasi tutti gli osservatori che il Palermo guidato da Silvio Baldini, subentrato a Giacomo Filippi, che abbiamo rivisto in campo dopo uno stop molto lungo prima per la sosta a cavallo tra andata e ritorno del girone C della Serie C e poi causa Covid, abbia giocato a Catanzaro “una buona partita”.

E’ questa l’impressione pressoché generale e io la condivido soprattutto per la parte che riguarda l’atteggiamento della squadra allo stadio Ceravolo contro un’avversaria che non è certo tra le più scarse del girone e che anzi coltiva dall’inizio, avrebbe coltivato ormai si può dire, ambizioni più o meno legittime di promozione diretta in Serie B. Partita dunque assolutamente non facile, che i rosanero hanno sicuramente affrontato con lo spirito giusto, combattendo a viso aperto fino all’ultimo senza timore. Insomma guadagnandosi la pagnotta, considerato il fatto che si trattava appunto di un confronto diretto.

Ed è altrettanto vero che se una squadra doveva vincere era senza dubbio il Palermo. A parte quel palo in azione confusa di Welbeck all’inizio, i padroni di casa non hanno praticamente creato occasioni da gol e per questo sono stati seppelliti alla fine da una valanga di critiche dai propri tifosi, che non hanno per nulla gradito la prestazione. Gli uomini di Baldini, da parte loro, avrebbero potuto segnare con Valente nel primo tempo, un paio di volte con Soleri, con quel lungo e insidiosissimo pallonetto di Luperini alzato in corner in extremis dal portiere dei calabresi Branduani e infine con il solito Brunori, che a cinque minuti dalla fine si è costruito di forza una bella palla-gol poi sciupata malamente.

E dunque ciò che è mancato alla squadra di Baldini è stata proprio … la vittoria, quel golletto che manca ormai da 362 minuti, tanti, che avrebbe consentito ai rosanero di portarsi a casa tre punti estremamente preziosi per la classifica, cominciando alla grande il girone di ritorno e il percorso con il nuovo allenatore, con una bella iniezione di fiducia in vista delle prossime due sfide casalinghe contro Monterosi e Messina.

Dal punto di vista tecnico, mi è sembrato di vedere una certa solidità in difesa, con un Lancini centrale più convincente del solito accanto a Marconi, con Doda e Giron tutto sommato discreti sulle fasce; gli esperti De Rose e Dall’Oglio a presidiare il centrocampo; poi il rombo davanti con Luperini indietro più vivo e reattivo di quanto lo abbiamo visto finora, ma ancora con molti momenti di assenza dal gioco e dunque ancora incapace di dare alla squadra quello che potrebbe; poi le due ali Valente a destra e il bentrovato, vivace come sempre Mattia Felici a sinistra, che credo potrà essere un buon rinforzo appena si integrerà meglio e Soleri punta avanzata, combattivo nel cercarsi il pallone che non gli arrivava spesso. Tra gli altri Brunori – tenuto in panchina perché non al meglio della condizione –, se fosse entrato in campo un po’ prima degli otto minuti finali, forse avrebbe potuto contribuire di più a tentare il meritato successo.

Insomma, non male, nonostante la vittoria mancata; ma se l’era Baldini fosse cominciata con una sconfitta, sarebbe stato un bel guaio. Va anche tenuto conto, non è attenuante da poco, che il nuovo allenatore ha potuto lavorare solo per pochi giorni con quasi tutti i giocatori perché com’è noto il Palermo è stata la squadra forse più falcidiata in Italia dal Covid.

E’ giusto aspettare almeno le due prossime partite allo stadio Barbera per farsi un’idea più chiara del valore e delle possibilità dei rosanero sotto la nuova guida tecnica. Il che non significa pensare o raccontare ai quattro venti la “gran minchiata” che si possa raggiungere il Bari – pur messo in seria difficoltà da un ottimo Catania – che sta undici punti avanti, troppi, e che anche contro gli etnei ha mostrato tutta la sua forza recuperando una partita compromessa da 1 a 3 a 3 a 3 – ma provare a lottare davvero e in modo convincente per la seconda posizione, la migliore nella griglia dei playoff promozione, dando un senso al campionato e un soffio di speranza nella gran lotteria finale.

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