Citterio, il doppio ex: “Il Palermo andrà in A, domenica tiferò un pareggio”

Domenica prossima il Palermo gioca a Cremona una sfida classica per il campionato di serie B. E fra i doppi ex delle due squadre ce n’è uno che ha disegnato un pezzo di storia in entrambe le squadre: Filippo Citterio, nato a Giussano 62 anni il 17 novembre, è stato un ottimo difensore fluidificante di sinistra: è arrivato in Sicilia appena ventenne, ha disputato quattro campionato di serie B con la maglia rosanero, 129 partite con due gol, ma soprattutto ha vissuto la esaltante stagione di coppa Italia terminata con la dolorosa finale del 20 giugno 1979, persa ai tempi supplementari contro la Juventus di Giovanni Trapattoni.

“Il mio arrivo a Palermo – esordisce Citterio – nacque da un amicizia tra l’allora allenatore del Palermo Ninetto De Grandi e il presidente del Seregno, Paolo Barzaghi. Pur essendo stato acquistato dal Milan, il tecnico palermitano non si arrese e, vincendo la resistenza di qualche dirigente rossonero, riuscì a portarmi a Palermo, destinazione che accettai senza nessuna titubanza. Con la maglia rosanero – continua Citterio – giocai quattro stagioni in squadre che non hanno mai avuto grosse velleità di promozione, ma mi presi ugualmente grosse soddisfazioni”.

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Quella coppa Italia, ovviamente, è ancora viva nel suo ricordo. “In semifinale, dopo lo 0 a  dell’andata a Palermo, battemmo il Napoli al San Paolo (1 a 2) con due reti del sottoscritto, una partita strepitosa. Poi la sfortunata finale dove abbiamo dato veramente tutto. Eravamo passati subito in vantaggio con Vito Chimenti e poi siamo stati rimontati nel finale: ci siamo arresi solo alla superiorità tecnica dei bianconeri. Tuttavia ricordo bene la passione dei tifosi rosanero presenti al San Paolo e la loro sofferenza dopo la sconfitta. Ma abbiamo perso a testa alta e i nostri tifosi ci ringraziarono ugualmente per l’impresa sfiorata”.

Per la cronaca la formazione del Palermo, in quella finale, era la seguente: Frison; Gregorio, Citterio; Brignani, Di Cicco, Silipo; Maritozzi, Borsellino (dal 76′ Arcoleo), Chimenti (dal 46′ Osellame), Magherini, Conte. Allenatore: Veneranda. Il Palermo aveva eliminato nel girone Torino, Cesena, Brescia e Verona; poi la vittoria ai rigori sulla Lazio e quella in semifinale a Napoli. E quella finale fu l’ultima partita in rosanero di Citterio.

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“Grazie al Palermo – racconta il terzino – ho avuto la possibilità di farmi conoscere dal grande calcio, andando a giocare in A in due grandissime piazze come Lazio (segnò 7 gol in 68 partite) e Napoli (45 gare e due gol). Dopo una stagione ad Ascoli, approdai alla Cremonese, dal 1985 al 1990: con la maglia grigiorossa divenni anche il capitano, riuscendo a raggiungere attraverso gli spareggi la massima serie. A Cremona ritrovai, per tutto il periodo della mia permanenza, il grande Erminio Favalli che nel frattempo aveva smesso di giocare. Lo avevo conosciuto a Palermo per quattro anni come compagno di squadra, lo riabbracciai come direttore sportivo. Nella società grigiorossa, come anche a Palermo, Favalli è stato molto amato dai tifosi, legatissimo in rosanero al presidente Barbera, altrettanto si può dire a Cremona con il presidente Luzzara“.

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Domenica c’è la sfida tra due squadre in buona salute: il Palermo è secondo in classifica e ha perso solo una partita, la Cremonese di Tesser è in serie utile da otto partite e vincendo può scavalcare il Palermo. Citterio sceglie la… via di mezzo. “Tiferò per un pareggio – ammette -, per l’affetto che mi lega alle due società. Sono due squadre che hanno due obiettivi diversi. Il Palermo sta confermando le previsioni della vigilia, ha una squadra esperta per la categoria e alla fine sono sicuro che centrerà il traguardo della promozione, lo merita la città e lo meritano i suoi splendidi tifosi che ricordo per attaccamento e passione. La Cremonese è tra le sorprese del campionato, una squadra che ha il giusto mix di giovani e giocatori esperti guidati da un ottimo allenatore come Tesser”.

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