Palermo, era ora: esplode la febbre del tifo. Ma ci vuole equilibrio

noi tifosi abbiamo il diritto di amare e sognare

È esplosa la febbre del tifo. Alta, improvvisa, contagiosa: ma non pericolosa. Ne ho sentite tante, in queste ultime ore, su questo argomento ma credo che uno stadio pieno e traboccante di entusiasmo, in qualunque categoria, sia una buona notizia, senza se e senza ma. La vera essenza del calcio.

L’anomalia sta – semmai – nei larghi vuoti sugli spalti che sono diventati una consuetudine italiana con poche eccezioni.  Il Barbera torna a essere pieno per il Palermo, meglio tardi che mai. C’è pure chi non è contento perché gli “occasionali” (nuova categoria di tifosi dopo gli “strisciati”) portano male. C’è chi è preoccupato perché uno stadio pieno può intimorire i giocatori rosanero prima ancora che gli avversari, tesi che se avesse fondamento decreterebbe la fine del calcio. Credo, semmai, che ci possa essere rimpianto per quello che poteva essere già tante partite fa e che invece non è stato perché la squadra, con qualche rinforzo in più, avrebbe potuto accendere la città molti mesi prima e magari avrebbe potuto puntare al traguardo con ancora più ambizioni. Ma questo è un altro discorso che non ha senso sviluppare ora.

Se proprio una cosa mi deve preoccupare, alla vigilia di una qualificazione apparentemente agevole, è la mancanza di equilibrio dell’ambiente calcistico, tradizionale elemento di disturbo da tanti decenni. Sembra quasi che nel giro di poche ore debba arrivare la promozione in serie B e la cessione societaria a fondi danarosi che potrebbero assicurare ben altro futuro. E non è così.  Con la Triestina la qualificazione è già stata ipotecata con una bella gara di andata ma il tragitto che potrebbe condurre alla promozione è appena iniziato. Ci saranno ancora tre avversarie da superare e il tasso di difficoltà sarà sempre più alto, sia per il valore dell’avversario che per la stanchezza che può penalizzare chi è partito prima nel rush finale.

Oggi non bisogna commettere il peccato di sottovalutare l’impegno. Baldini alla vigilia è sembrato “sul pezzo”, lasciando intendere che non è ancora il momento di pensare al turn over o alle diffide. La squadra però è in fiducia, carica al punto giusto, difficile che possa commettere ingenuità o sottovalutazioni.

In quanto alla cessione societaria, non mi risulta che sia già tutto fatto, come dice qualcuno in giro, non so se per scaramanzia o soltanto per precipitazione. Il dialogo con gli emissari del fondo va avanti ma è ancora presto per sbilanciarsi. Intanto facciamo festa, la prima festa dell’anno. Toccando ferro.

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16 thoughts on “Palermo, era ora: esplode la febbre del tifo. Ma ci vuole equilibrio

  1. sangue freddo e concretezza . se giochiamo come il secondo tempo di trieste avremo poco da
    festeggiare. ma Baldini lo sa già

  2. Ma la mancanza di equilibrio è sempre e dovunque, e su qualsiasi argomento. E’ diventata la norma in questa nostra società contemporanea affetta da sindrome da sovrainformazione. Il calcio non fa eccezione. Io sarei stato più cauto nel giudicare Mirri, Castagnini, Sagramola, Baldini ecc. anche duramente in tempi anteriori, perché i conti si fanno SOLO alla fine. Vecchia regola.

  3. Ricordo bene caro Guido quando dopo i primissimi anni di A con Zamparini il pubblico di Palermo comincio’ a diventare la prima arma strategica degli allenatori avversari…..avvio partita ad altissima intensità con pressing asfissiante al fine di indurre i giocatori del Palermo a commettere errori e a perdere palla in modo da avviare i fischi e i busii del pubblico palermitano, ormai imborghesitosi, che creavano ansie e insicurezze nei giocatori tali da condizionare tutto lo svolgimento della partita. Quando squadra e giocatori non sono dotati di spalle larghe abbastanza lo stadio pieno di tifosi imborghesiti e dalla lagna facile io sono tra coloro che pensa che possa essere uno svantaggio. E lo dico perché l’ho vissuto per anni. Il tifo palermitano di quell’epoca e negli anni a seguire e’ stato pieno zeppo di gente totalmente incapace di sostenere la propria squadra per 90 minuti anche nelle difficoltà o quando le cose si mettevano male e per chi tifa veramente e’ sconfortante dovere ascoltare fischi critiche a volte insulti al primo passaggio sbagliato o se capita di andare in svantaggio. Ecco perché comprendo quei tifosi che non si compiacciono troppo dei trentamila spettatori. Pero’, pur nella consapevolezza che ora come al tempo della serie A i trentamila, si sa, accorrono solo quando e’ stato già preparato il carro dei vincitori, la Favorita piena e incitante anche solo fino al primo passaggio sbagliato e’ uno spettacolo irrinunciabile. Non credo che il pubblico palermitano sia cambiato in questi anni, mai cambiera’, i fischi continueranno a esserci e continueranno a susseguirsi pienoni e ampi vuoti, ma non lo si può pretendere ne’ si può impedire a uno spettatore di essere tale obbligandolo a essere tifoso. Lo spettatore che pretende, che vuole vedere solo vincere e in alcuni casi che vuole persino solo passaggi corretti e bel gioco beh probabilmente ne ha diritto così come ha diritto di sperare che la società venga comprata da un arabo ricco. E credo che l’idea di poter appartenere a un arabo ricco non dispiaccia in fondo neanche ai tifosi più nostalgici, le aspirazioni di altri palcoscenici sono ghiotte per tutti. Forse pero’ a me e tanti di noi del 2004 mancano ancora maledettamente quella passione viva e quell’entusiasmo che Maurizio Zamparini accese nei tifosi, compresi quelli occasionali, e che per tanto tempo alimento’ anche con i suoi sbagli. Anche nel suo ricordo ora e’ il tempo di risvegliare questi sentimenti e spero che lassù stasera Maurizio riesca a guardare la partita per intero senza quell’ansia che lo costringeva durante il corso della partita a fare la passeggiata a Mondello respirandone l’odore. Forza Palermo.

  4. Che siamo provinciali è un dato di fatto incontrovertibile! Ho qualche anno e dagli anni 72/73 vado allo stadio tranne brevi pause.Ancora oggi dopo decenni siamo l’unica città italiana dove si parla sempre del pubblico!? Ma perché invece non si para mai dei presidenti del loro modo di gestire la società ?delle loro campagne acquisti o altre cose afferenti alla gestione della società stessa.ogni partita i “giornalisti” gli stessi che per anni non hanno chiesto spiegazioni della gestione che ha portato al fallimento a Zamparini e che tacciono sui disastri di mirri e co. scrivono articoli sul …”pubblico”. Mi chiedo ma perché? Ogni volta che arriva la nazionale i giornalisti ai giocatori al ct della nazionale parlano de pubblico ,dello stadio pieno ma perché??questo provincialismo così retro ‘? Tra l’altro domande a gente che ha fatto finali di campionato europeo è de mondo Mc in stadi da 100000 posti eppure i giornalisti palermitani hanno la fissa de pubblico dei 30000 scarsi del Barbera ma perché? In nessuna città italiana si scrive sul pubblico che va allo stadio per vedere una partita a Palermo appena lo stadio si riempie per l partita iniziano articoli “profondi” e pieni di logica e di cultura sulle presenze dei palermitani per assistere ad una partita di calcio e basta.Gente che questo mestiere lo ha iniziato quando io ero bambino è ancora oggi dopo 40 anni parla di pubblico !? Adesso il termine orribile strisciate comunque che vuol dire? Chi va allo stadio a vedere il Palermo ama il Palermo e basta poi certo guardiamo tutti la serie A – guardare la D o la C non vi piacere mi sembra talmente evidente. In tutti gli stadi italiani post covid iniziano i pienoni anche ieri sera olimpico sold out e nessuno parlava e faceva filosofia(peraltro scarsa scarsa) sui tifosi allo stadio ! Stadio pieno la gente ritorna allo stadio e basta! Punto! Mi domando se i giornalisti palermitani riusciranno mai a superare questo scoglio , forse gap, sulla questione pubblico ogni volta che lo stadio si riempie.Ulyima cosa per favore quando viene la nazionale ,piantatela con ste domande a calciatori e ct sul pubblico ci facciamo ridere alle spalle.L’ultima volta un giornalista Rai regionale anziché parlare di partita de fallimento della nazionale ha fatto a Mancini 3 domande sul pubblico!!!terribile!! Parlate e raccontateci se la società è gestita bene ,se i presidenti fanno una campagna acquisti ambiziosa , se possiamo sognare con questo o quel presidente , perché il calcio è uno sport e nello sport ogni tanto conta anche vincere…….con il pubblico.

  5. d’accordissimo col direttore sul gettare acqua sul fuoco e predicare equilibrio. ma è così a Palermo ed è così per tutte le squadre, se i tifosi fossero pragmatici e facessero considerazioni equilibrate non esisterebbe il tifo ed il calcio sarebbe morto. prendiamo quello che di buono c’è, ovvero uno stadio tutto esaurito. attenzione anch’io sono fra quelli che temono che i nostri possano avere la tremarella (cosa già successa) ma d’altro canto anche ai nostri avversari tremeranno le gambe (e di scuro più di noi) e questa sarà per noi un’arma in più. Forza Palermo!

  6. Lodevole e ammirevole l’invito di Guido all’equilibrio. Temo tentativo vano. Non lo è Palermo equilibrata , non lo è la società che viviamo. Personalmente ho sempre portato rispetto per chi mette denaro proprio, del proprio lavoro, nel calcio per farci anche divertire. E tifo Palermo dal 1969 , pensa un po’ quanti ne ho visti. Mirri non può essere messo sullo stesso piano di Sagramola e Castagnini, lo dico da sempre.

  7. Perfetto e ineccepibile articolo e unica voce giornalistica che riporta il tutto ad un aspetto più obiettivo e realistico che condivido e sostengo da sempre

  8. il calcio è un’azienda e in quanto tale il pubblico è marginale.
    La Fiat (oggi Stellantis) ha pubblico?
    Perchè una azienda di calcio deve avere il pubblico capace di modificare le strategie aziendali?
    Questo è il primo aspetto sbagliato del calcio

    1. Concordo solo a metà. Se un’azienda di calcio fattura centinaia di milioni, avere poco o tanto pubblico in termini prettamente finanziari non ti cambia niente. Ma se il Palermo ha 20 mila paganti che in media pagano 10 euro ha un incasso di 200 mila euro per partita. moltiplicato per 18 partite arrivi a 3,6 milioni. se ci aggiungi fino a 4 partite di play off con lo stadio (quasi) pieno arrivi anche a 5 milioni di bottegino. coprirebbe gran parte del deficit e vedi che ti rimangono soldi per rinforzare la squadra. soldi che ora come ora non ci sono.

  9. Sta volta dissento con te Guido. Il calcio non è equilibrio. Sta succedendo un fenomeno tipico palermitano: la chiamata al barbera. Lasciamo questa nostra unica partecipazione di massa in pace, al di là dei risultati che sappiamo essere probabilmente legati ai singoli eventi e non alla promozione. E lasciamo stare i solito discorsi su occasionali e non che ho letto da altre parti. Della serie… Fatevi i caxxi vostri a chi schifi il tifoso occasionale.

  10. Confermo quanto scritto sugli occasionali che portano male, sul pienone che fa emozionare i giocatori abituati a giocare di fronte a poche persone.
    E condivido quanto ha scritto Guido Monastra sull’avere trasformato in certezze due speranze: la promozione e la cessione agli arabi.
    In giro sembra già che il Palermo è già promosso e in mano agli arabi del city.
    E se tutto non andasse come sperato?
    La delusione come sarebbe spiegata? Chi sta illudendo troppo i tifosi cosa farà di fronte alla delusione?

  11. Io trovo folle che lo stadio si riempe ora per uno di una lunga serie di play off ed era vuoto quando a inizio campionato il palermo era in corsa per il primo posto.
    Trovo folle che lo stadio era vuoto per una partita decisiva di coppa uefa.

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