Palermo, ecco la Lazio: un anno dopo stessa situazione

Lazio, di nuovo lei. Pochi giorni al di là di un anniversario che coincide con una delle peggiori, se non la peggiore pagina sportiva ed extra sportiva del Palermo. 10 aprile 2016, una data dove i rosanero toccarono il fondo ma che si rivelò un punto di ripartenza. Ieri come oggi, stessa situazione. Il Palermo in difficoltà, senza identità, in crisi di risultati e con la Serie B ad un passo. Zone basse della classifica quindi, Novellino in panchina e la sfida contro i biancocelesti alle porte. Quella volta, però, in casa.

La vigilia del match fu macchiata da una ripugnante e scandalosa guerriglia urbana nel centro città palermitano. Un manipolo di tifosi rosanero aggredirono gli ultras ospiti. Calci, pungi, spranghe, lancio di tavolini e sedie. Via Libertà messa a ferro e fuoco, l’arrivo della polizia fece disperdere il gruppo di deliquenti. Il proseguio allo stadio non fu dei migliori. Complice anche il risultato del campo, i tifosi decisero di diventare i protagonisti. Gara sospesa due volte per lancio in campo di fumogeni e petardi, pezzi di bagni pubblici gettati sul manto erboso, in Curva gli striscioni e i seggiolini vanno a fuoco. Una scena che ha lasciato stupiti e interdetti, una contestazione così non si era mai vista. Tutto questo fu pagato con una giornata a porte chiuse, la sfida contro l’Atalanta si giocò nel silenzio assordante del “Barbera”.

Andando sul lato sportivo, la sfida contro la Lazio fu il punto più basso della stagione. Alla guida della squadra c’era Novellino, l’ennesimo allenatore dopo i vari Iachini, Ballardini, Viviani, Tedesco, Bosi, Schelotto e ancora Iachini. Quella sera la coppia Quaison-Gilardino non incise, mentre Klose fece sfraceli. Già dopo 16 minuti, gli uomini di Inzaghi (all’esordio sulla panchina laziale) erano avanti 2-0. Novellino attuò varie mosse per correre ai ripari, ma nulla da fare. Sugli spalti montava la protesta, in campo il nulla. Anzi, ancora la Lazio al 70’ calò il tris con Felipe Anderson. Uno 0-3 che fu fatale per Novellino. Zamparini decise di cambiare ancora e forse, col senno del poi, fu la mossa migliore. Sulla panchina rosanero tornò Ballardini, l’artefice della clamorosa e miracolosa salvezza finale.

Un anno dopo, o quasi, c’è ancora la Lazio per il Palermo. Questa volta in trasferta, ma stessa situazione. Solo che il futuro non lascia margini per credere ancora in un miracolo, lo spettro della Serie B è più concreto che mai. Il cambio di allenatore è già avvenuto, con Bortoluzzi chiamato a rattoppare gli strappi di una stagione disastrata, da cancellare. E se lo scorso anno, proprio dopo la gara contro la Lazio, si era pensato di aver toccato il fondo, è solo perché non si era a conoscenza del futuro imminente. Perché quanto sta succedendo nelle ultime giornate non può che essere il punto più basso della favola Palermo che dal 2004 (tranne la parentesi del 2013) in Serie A si è fatta sempre rispettare. E all’Olimpico non si giocherà per vincere ma, forse, solamente per non incorrere nell’ennesima figuraccia. Questo passa il convento.


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