Palermo, le tre scommesse di Tedino: pazienza, personalità e programmazione

Ha accettato di tornare sulla panchina del Palermo. Bruno Tedino non aveva molta scelta – avendo un contratto biennale che scade a giugno 2019 – ma il tecnico crede alla possibilità di riscattare la passata stagione. Vuole vincere e nella prima conferenza stampa stagionale è stato molto chiaro, “quasi” convincente. “Sono orgoglioso di poter lavorare nuovamente per il Palermo“, ha detto.

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È una scommessa di cui conosce perfettamente i rischi. Adesso sa bene cosa è Palermo e qual è il grado di delusione della tifoseria; sa di non avere convinto tutti e sa chi è Zamparini, che per sette mesi gli è stato davvero vicino per poi metterlo sulla brace come ha già fatto con tanti altri allenatori.

Quest’anno – più che lo scorso – ci vorrà ancora più personalità nei momenti difficili. Lavorerà con i giovani e con una squadra che, a meno di sorprese, non “vincerà il campionato con dieci punti di vantaggio” (cit. Zamparini). Ma nonostante tutto dovrebbe avere ben chiaro che se il Palermo non starà nelle prime posizioni sarà comunque dura.

TEDINO: “PUNTEREMO SUI GIOVANI”

I numeri di Tedino nella passata stagione non sono catastrofici, tutt’altro. In 40 partite (38 in campionato e 2 in Coppa Italia) sono arrivate 17 vittorie, 15 pareggi e 8 sconfitte; i gol fatti sono stati 61, mentre quelli subiti 41. Ma bisogna fare una distinzione tra il primo periodo (da agosto a dicembre) e il secondo (da gennaio fino ad aprile).

L’impatto con il nuovo ambiente è positivo: ricostruisce un ambiente disastrato da una ignobile retrocessione e la prima sconfitta arriva alla decima giornata, in casa contro il Novara. La squadra sembra avere una fisionomia ben precisa: è difficile da battere, subisce pochi gol grazie a un equilibrio fondato sul 3-5-2 ma fatica ad esprimere un gioco offensivo efficace. Le individualità, per la categoria, fanno la differenza e il Palermo arriva a gennaio da primo in classifica e avendo perso solo due partite (l’altra sconfitta sempre in casa contro il Cittadella). Il tutto nonostante problemi legati anche alle convocazioni di molti giocatori in Nazionale e all’esplosione del “caso – fallimento”.

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Il rientro dalla pausa però non è all’altezza ed evidenzia il principale problema della prima esperienza di Tedino: la preparazione fisica. La squadra perde brillantezza, non è più solida dietro e non riesce a proporre idee di gioco in fase di possesso palla. Poi gli infortuni, gli infiniti infortuni: ogni settimana c’è un problema muscolare e il tecnico è costretto a cambiare formazione ogni giornata.

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Il Palermo, nonostante tutto, non dimostra mai di affondare del tutto e rimane attaccato al treno Serie A. Dopo la sconfitta con il Parma, però, arriva una sola vittoria contro l’Avellino e la giornata successiva, dopo la nefasta trasferta di Venezia, Tedino viene esonerato anche se paradossalmente le sconfitte di Parma e Frosinone lo lasciano al secondo posto.

Ha pagato per aver accettato troppe decisioni di Zamparini, l’ultima delle quali – l’ingaggio del “tattico” Bacconi – ha avuto conseguenze devastanti sulla credibilità del tecnico nei confronti della squadra. E oltre al danno del licenziamento è arrivata la beffa della “bocciatura” di Zamparini. “La squadra era diventata lo specchio di un tecnico che mi ha deluso. Non basta essere buoni, a volte bisogna tirare fuori gli attributi”.

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L’esperienza insegna. Tedino – che per educazione personale raramente alza la voce – dovrà avere la forza, delle volte, di fare “muro”. Avendo una squadra da ricostruire a sua immagine e somiglianza (più o meno), il tecnico potrebbe tornare alla difesa a 4 (usata per la maggior parte della sua carriera) dovrà lavorare con i tanti giovani a disposizione, come in fondo ha fatto a Pordenone e probabilmente avrà poche individualità di spicco. Il compito più difficile sarà trovare quelle idee di gioco – soprattutto in fase offensiva – che nella passata stagione sono mancate. E servirà tanta pazienza, quella che non dovrebbe mancare a Zamparini e nemmeno ai tifosi del Palermo.