Palermo, occasione sprecata: e il primo posto è già lontano

FOTO PEPE / PUGLIA

Oggi vorrei sinceramente sottrarmi, non condivido la ventata di soddisfazione generale che ho visto arrivare dagli spogliatoi del Palermo dopo il pareggio senza gol con il Catanzaro e non mi va di fare sempre il rompiscatole critico. Ma rispetto la rubrica e qualcosa la scrivo.

Quel rigore andava assolutamente sfruttato: in partite così equilibrate e combattute – era facile immaginarla così alla vigilia -, nelle quali si cerca soprattutto di controllare gli avversari, quasi sempre chi segna vince e il Palermo ha avuto ancora una volta dal dischetto l’enorme opportunità di dare la svolta decisiva e di passare in vantaggio alla fine del primo tempo, costringendo gli avversari a inseguire e scoprirsi. Matteo Brunori, che come confermato dell’allenatore Filippi non era il rigorista designato (la “prima scelta” era Fella), dopo essersi guadagnato abilmente la concessione del “penalty”, ha voluto anche tirarlo per segnare il suo primo gol in campionato, ma purtroppo ha sbagliato. Lo ha calciato abbastanza bene, spiazzando nettamente il portiere del Catanzaro, ma un tantino troppo angolato; c’è sicuramente un pizzico di sfortuna, ma forse anche la mancanza della freddezza – direi anche l’esperienza, ma esempi molto più illustri mi smentirebbero – necessaria in questo momento probabilmente decisivo. Ma anche nelle poche altre occasioni importanti, Brunori non ha mostrato la necessaria lucidità.

Qualcuno potrà sicuramente dire che sette minuti prima avrebbe potuto essere il Catanzaro a cambiare il volto della partita se la gran botta di Carlini, dopo avere sbattuto contro la parte interna della traversa con Pelagotti battuto, avesse concluso la sua corsa al di là della linea di porta rosanero senza schizzare fuori. E’ vero, certo: a maggior ragione, scampato il pericolo, quel rigore “trovato” da Brunori doveva essere realizzato.

Questi due episodi fondamentali ribadiscono comunque l’equilibrio di cui ho parlato: doveva vincere il Palermo, imprimendo una svolta finalmente positiva al suo cammino finora incerto, avrebbe potuto vincere il Catanzaro senza scandalizzare nessuno. Per il resto, anche se l’allenatore rosanero ha parlato di “partita di sostanza”, non mi pare che siano stati fatti grandi passi avanti: qualche segnale di miglioramento e di maggiore sicurezza mi sembra l’abbia dato la difesa, che finalmente non si ha commesso errori e strafalcioni determinanti; nella zona nevralgica del campo, Dell’Oglio ha fatto una buona partita e De Rose ha corso e ha cercato di dare ordine. Mi è sembrato invece di nuovo abbastanza avulso dal gioco – è una mia impressione probabilmente – Luperini, mai veramente dentro la manovra, mai veramente incisivo come ci si potrebbe e dovrebbe aspettare da un giocatore come lui. Non so se si tratta di difficoltà ad entrare in forma o altro, certo è che può e deve dare di più.

Mi sembra anche giusto dire che stavolta ai rosanero non credo possano essere mosse critiche per quanto riguarda l’impegno profuso in campo. Con il Catanzaro, nei limiti comunque della qualità complessiva del campionato di Serie C, è stata sfida combattuta e agonisticamente valida.

E’ vero che siamo ancora solo alla quarta giornata, ma alla classifica bisogna sempre guardare perché è la misura concreta delle possibilità e dei valori delle squadre. E la classifica dice che nel gruppo delle favorite nei pronostici iniziali, il Bari ha già cinque punti di vantaggio sul Palermo (come il Monopoli, che ieri sera ha pareggiato con l’Avellino) e quattro sul Catanzaro, mentre l’Avellino che finora ha solo pareggiato è l’unica delle big dietro il Palermo.

Chiudo con un pensiero affettuoso al mio grande collega e carissimo amico di altri tempi Vito Maggio, che lascia dentro di noi tanti ricordi speciali. Bellissima l’idea del Palermo di ricordarlo con una targa allo stadio: Vito sarà sempre con noi.

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