Palermo, più serenità: crisi di nervi e intolleranza portano solo guai inutili

Anche se non noto particolare interesse e attenzione per quello che scrivo – tranne pochi casi di amiche/amici affettuosi che seguono costantemente le elucubrazioni un po’ bizzarre di un vecchio cronista e a suo modo tifoso del Palermo – e anche se non ne avevo molta voglia, non mi va e non mi sento di mancare all’appuntamento settimanale con lo spazio che, molto affabilmente, Stadionews24 e il carissimo direttore Guido Monastra mi ha dedicato.

Dirò dunque pochissime cose, principalmente il motivo per cui non avevo ‘gana’, come direbbe il commissario Montalbano, di scrivere: un certa intolleranza che ho notato e letto in giro per le critiche che qualcuno “si è permesso” di rivolgere al Palermo e al suo allenatore dopo il deludentissimo pareggio senza gol sul campo della Palmese.

Anch’io, subito dopo la partita, ho scritto su feisbuc in un post lapidario: “Oggi ho preso definitivamente atto che l’SSD Palermo è una squadra di Serie D e che il passato è morto e sepolto”. Considerazione semplice e non cattivissima, non mi pare ci sia nulla di trascendentale, mi sono limitato a questo senza addentrarmi nelle analisi pallonare di tono decisamente critico che mi frullavano e mi frullano ancora nella mente. Eppure c’è stato chi, per fortuna in maniera molto civile ed educata, ha avuto da ridire sulle mie parole.

Nulla rispetto ai più o meno pesanti, in alcuni sproporzionatamente pesanti, rilievi che sono stati social-mente mossi a chi ha apertamente criticato la squadra e il tecnico. I paladini più sfegatati del nuovo SSD Palermo, che ricordo innanzitutto a me stesso è una “Società Sportiva Dilettantistica” iscritta al campionato di Serie D, hanno reagito con estrema durezza e, a mio umile avviso, con un pizzico di rabbia eccessiva.

Insomma, dopo una brutta sconfitta e un bruttissimo pareggio che hanno fatto seguito a una cavalcata fin troppo trionfale che forse ha ingenerato troppo ottimismo, siamo già sull’orlo di una crisetta di nervi nella squadra – che cade nella trappola delle provocazioni avversarie – e nell’ambiente rosanero, come dimostrano anche le grottesche e poco edificanti botte fratricide tra i tifosi al seguito nell’ultima trasferta calabrese.

E insieme al nervosismo, spuntano anche i primi segni di intolleranza rispetto ad ogni valutazione critica e che non sia in linea con il clima da cavalcata trionfale e da amore cieco che si è creato intorno al nuovo Palermo. Io detesto l’intolleranza, in qualunque campo; l’esperienza e la storia mi e ci insegna che è prodromica di ben peggiori atteggiamenti e comportamenti e di guai, in questo caso del tutto inutili. È la peggiore nemica della libertà di espressione, che va comunque rispettata anche se quanto si dice di diverso della nostra opinione può darci molto fastidio.

Questo discorso vale ancora di più per il calcio, dove tutti diciamo e scriviamo tutto e il contrario di tutto, comprese tante minchiate con il botto. E allora, dico umilmente: accettate, accettiamo le prime critiche a Pergolizzi e ai giocatori del Palermo, in questo caso ritengo meritatissime visto il nulla che hanno prodotto in campo contro l’ultima in classifica in una partita che non si poteva non vincere, con serenità e con il sorriso sulle labbra, Anche perché l’esperienza ci insegna anche questo: noi che oggi difendiamo a spada tratta, domani potremmo trovarci a criticare pieni di indignazione.

Sulla squadra rosanero e sulla prestazione di Palmi sorvolo. Aspetto il derby di domenica con l’ACR Messina che va vinto e basta, magari anche dopo una pessima prestazione, ci interessa solo che il Palermo vinca il campionato (che alla fine vincerà certamente, a meno che non lo butti a mare …) e il gioco non conta nulla, ho già espresso il mio chiaro parere in proposito. Poi magari qualcosa di calcio la scriverò, qualche idea me lo sono ormai fatta.

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