Palermo, sbarcano in forma e poi si perdono: la metamorfosi dei rosa

La stagione fallimentare appena conclusa è anche, inevitabilmente, il frutto delle performance deludenti di molti calciatori arrivati in rosanero con ben altre aspettative.
La rosa del Palermo nel corso della stagione ha mostrato diverse falle nella sua costruzione. Nonostante questo, considerando quantomeno i titolari, sembrava che ci potessero essere comunque buone prospettive di lottare per la promozione o almeno un più comodo terzo/quarto posto che avrebbe consentito un cammino più agevole nella delicata fase dei playoff.
Invece così non e’ stato e la stagione ha messo in evidenza tanti calciatori incapaci di performare nella maniera attesa ed è inevitabile pensare che saranno tanti gli scenari di mercato che vedranno tali giocatori protagonisti, una volta risolti i rebus del direttore sportivo e dell’allenatore.
Le incertezze del reparto difensivo
L’infortunio di Gomis all’alba della stagione ha aperto per la prima volta le porte della titolarità al giovane Desplanches, che tuttavia, salvo alcuni episodi, non è sembrato ancora pronto per reggere la pressione di una piazza calda come Palermo. Il talento mostrato con la selezione italiana U21 è evidente, ma sarebbe forse necessaria un’esperienza intermedia in cadetteria per acquistare maggior esperienza e sicurezza.
In difesa Magnani è stato di gran lunga l’elemento più affidabile e il suo infortunio ha causato non pochi problemi alla retroguardia rosanero. Chi invece era arrivato la scorsa stagione pronto a macinare chilometri sulla fascia è Diakité: dopo il buon impatto della seconda parte della scorsa stagione, in quella appena conclusa è apparso troppo spesso incerto e insicuro, un lontano parente di quello dell’anno passato.
La delusione del centrocampo
Arrivato nel gennaio 2024, Ranocchia si era preso prepotentemente la scena siglando ben 4 gol nelle sue prime 5 uscite in maglia rosanero. E sembra assurdo pensare che quelle siano rimaste tra le poche scintille del suo talento che il pubblico rosanero abbia potuto ammirare.
Quest’anno gli assist sono stati tanti (8), seppur principalmente da calcio piazzato, ma le sue prestazioni sono sempre apparse deludenti rispetto a ciò che il centrocampista prometteva. Un solo gol, condito da tante, troppe giocate sbagliate, non può di certo essere un contributo soddisfacente per chi si presentava ai blocchi di partenza come il nuovo numero 10 rosanero.
Le speranze in attacco
Se il Palermo è riuscito nella seconda parte di stagione a quantomeno aspirare ai playoff, merito è stato anche dei gol di un dominante Pohjanpalo, coadiuvato dal ritorno tra i titolari in pianta stabile di capitan Brunori.
I 9 gol realizzati in altrettante partite dall’attaccante finlandese hanno scomodato paragoni con altri illustri predecessori rosanero, ma dopo tale periodo d’oro, la forma e la lucidità non sono più apparse le stesse e anche i gol hanno cominciato a latitare. Dopo il gol realizzato contro il Bari lo scorso 11 aprile, sono arrivate ben 6 partite senza gol, troppe per un attaccante del suo calibro.
Le radici del problema
Quante volte negli ultimi due anni abbiamo assistito a calciatori che una volta scesi dall’aereo sembrano capaci di poter spaccare il mondo e invece, dopo poche roboanti partite, hanno iniziato a sgretolarsi come castelli di sabbia quando arriva l’onda?
Un problema di motivazioni? Sicuramente anche questo aspetto ha il suo peso, giocare a Palermo non è per tutti dal punto di vista mentale, tuttavia ciò che è apparso evidente con una costanza preoccupante è che in campo si siano viste formazioni meno dotate tecnicamente viaggiare a velocità parecchio superiore rispetto a quella dei calciatori rosanero.
È possibile dunque che vi sia un problema al livello di preparazione atletica. Calciatori che arrivano in forma dopo gli allenamenti svolti con i loro precedenti club, poi sembrano perdere tale smalto dopo poche partite in rosanero. E va considerato anche il fattore tecnico/tattico, con gestioni spesso schizofreniche di ruoli e compiti in campo.
Un problema atavico per il Palermo negli ultimi anni e uno dei nodi da sciogliere in vista della prossima stagione. C’è un organico da recuperare, sono stati fatti tanti investimenti che ora vanno valorizzati. Serve una guida tecnica forte che possa rivitalizzare la squadra.
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Capello, ex allenatore del Milan ripeteva spesso;” Braida quando valutava i giocatori usava un parametro: bravo può essere bravo, ma è da San Siro?’.
Stesso discorso vale per la ns squadra, prima di prendere un giocatore anche bravo occorre valutare se sia da Palermo.
ma la preparazione atletica è stata gestita da uomini della società o da collaboratori scelti/portati dagli allenatori?
se fai giocare un calciatore in un ruolo non suo, rende meno e probabilmente farà cazzate perchè li mancherà l’esperienza – un allenatore deve essere bravo a capire in quale posizione del campo deve piazzare il giocatore per farlo rendere di più – ma parliamo di un allenatore, mentre qui noi avevamo Dionisi
Sono arrivati buoni giocatori che poi sono stati allenati malissimo , sono stati confusi tatticamente da quell’incapace di Dionisi e distrutti psicologicamente. Un discreto allenatore e motivatore riuscira’ a recuperarli
Sono forti quando arrivano ed è oggettivo.
Poi si sgonfiano e diventano brocchi.
E qui qualcuno ancora difende Dionisi.
Allora sarà colpa dell’aria di Palermo, dei cannoli…
Vorrei ricordare che questi problemi si ripetono da quando City Group è sbarcato a Palermo, con tre allenatori diversi…….
In realtà non è proprio così. E lo dicono anche i numeri.
I risultati di Corini/Mignani con una squadra certamente di minore valore di mercato e tasso tecnico, sono stati migliori e non di poco.
Il pane con le panelle fa male agli atleti
Puru i rascaturi…
Sono convinto che i preparatori atletici sono del Palermo e le direttive vengono dati dagli allenatori. Ma il Palermo manca di preparazione atletica, i giocatori durano circa trenta minuti. Devono correre per 100 minuti così diceva Zeman.