Palermo, truffa biglietti falsi: indagate altre due ricevitorie. I dettagli

Proseguono le indagini della Procura di Palermo sul giro di biglietti ridotti falsi allo stadio Renzo Barbera e per il quale sono giù state arrestate 9 persone con l’accusa di associazione a delinquere e nel mirino degli inquirenti ora ci sono altre due ricevitorie palermitane.

I NOMI DEI 9 ARRESTATI

Come riporta il Giornale di Sicilia, sono finite sotto osservazione le rivendite Di Lorenzo di piazza Leoni 42 e Santangelo di via Oreto 467. Secondo le indagini condotte dalle fiamme gialle, la prima ricevitoria avrebbe emesso 135 tagliandi irregolari, la seconda 427. Secondo la versione dell’accusa, sarebbero stati emessi oltre 4000 biglietti falsi (circa il 60% dei biglietti ridotti emessi nelle ultime stagioni – 2850 di questi solo nella stagione 2015-16), intestati a minorenni under 14, oppure ad anziani sopra i 65 anni e a donne, usufruendo di sconti non previsti e mettendo in atto una truffa per complessivi 100 mila euro.

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Indagati a piede libero i rispettivi titolari delle ricevitorie: si tratta rispettivamente di Francesco Paolo Di Lorenzo, 65 anni e (nel caso della seconda rivendita) di Claudio Santangelo, 66 anni, il figlio Vito (35 anni) e Angelo Oliveri (35 anni). Rispondono a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo al sistema informatico per l’emissione di biglietti intestati a soggetti inesistenti, così come gli altri soggetti indagati. Coinvolte sarebbero anche le ricevitorie Campisi Randazzo di viale Piemonte 58 e Spinelli Fiaschetto di via Garibaldi a Termini Imerese.

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Nell’ordinanza di custodia emessa dal gip, Claudia Rosini si legge: “Era questo un sistema che garantiva vantaggi a tutti. le ricevitorie, che così si assicuravano la vendita di un certo quantitativo di biglietti per ogni incontro calcistico e quindi l’introito costituito della commissione; i “bagarini” che grazie alla rivendita a prezzo maggiorato introitavano i conseguenti profitti, gli acquirenti finali ai quali i titoli erano rivenduti che si assicuravano comunque uno sconto rispetto al pagamento del prezzo intero che altrimenti avrebbero dovuto versare attraverso i canali ufficiali”.

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