Pergolizzi: "Col Palermo mi gioco tutto. Io difensivista? Orgoglioso di esserlo"

“Stavolta mi gioco tanto, forse tutto”. Queste le sensazioni dell’allenatore del Palermo Rosario Pergolizzi, che ha rilasciato un’intervista ad Alfredo Pedullà per il Corriere dello Sport, nella quale parla tre le altre cose del suo inizio in panchina e anche del suo modo di vedere il calcio.

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Sulla chiamata ricevuta dalla società il tecnico palermitano rivive le emozioni provate: “Mi aveva telefonato l’ad Sagramola, poi silenzio per due settimane, per me la fine di un sogno. Poi una sera arrivò la chiamata per chiudere. L’emozione più forte? Quando si avvicinano i ragazzini per strada o allo stadio e ti dicono ‘ma tu sei Pergolizzi, l’allenatore del Palermo?’. Per me è un brivido, una carezza, un sorriso ritrovato”.

E ammette: “Tanti giornalisti sono arrabbiati con me perché credevano che li avessi raggirati. Ma io pensavo veramente non mi volessero più e di non essere più in lizza. Magari sono un predestinato, mi sento un giovane vecchio. Lo sono sempre stato. Ma so che in questa esperienza mi gioco molto, forse tutto. Il girone I è una tombola e non lo dico perché ci giochiamo, ma perché qualsiasi avversario ci aspetta come se fosse la festa dell’anno. Ma se andassimo in C avrei fatto il mio dovere”.

Alla domanda sul modulo risponde con un riferimento all’Inter di Conte: “Pergolizzi difensivista? Meglio, sono orgoglioso di esserlo. Anche l’Inter in fase di non possesso ha gli attaccanti dietro la linea del pallone, cos’è un’offesa? Importante che non mi attribuiscano etichette assurde. Ho avuto tanti maestri. Chi mi mi ha insegnato di più? Ulivieri a Bologna, un martello vero. Lui pensava a tutto, servizio completo”.

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