“Quel” gol di Gianni De Rosa compie 38 anni. Ma resterà un’emozione eterna

Cosa ci fa un giocatore che di mestiere fa la prima punta posizionato al limite dell’area avversaria su un calcio d’angolo a favore delle propria squadra? Se lo chiesero in 40 mila quella domenica pomeriggio del 4 aprile del 1982 in cui il Palermo affrontava il Verona capolista della serie B guidato da Osvaldo Bagnoli.

Quell’attaccante era Gianni De Rosa, arrivato a Palermo nel novembre del 1981, dopo uno scambio con il Como che vide Egidio Calloni compiere il percorso inverso. Quel destro al volo, all’incrocio dei pali, sotto la Curva Nord, rimane uno dei gesti tecnici più belli di sempre nella storia del Palermo. Un eurogol, un ricordo sempre vivo nella mente dei tifosi, che permise ai rosa di battere la squadra veneta che a fine stagione avrebbe vinto il campionato.

Che ci faceva lì, dunque, Gianni De Rosa? Lo abbiamo chiesto ad alcuni suoi ex compagni che quel giorno erano in campo.

TOTO’ LOPEZ: “Fu la prima cosa che gli chiesi appena entrai negli spogliatoi a fine partita, mi guardò e con il suo tipico sorriso allargò le braccia e mi disse: ‘boh, non lo so nemmeno io’. Credo che essendo un attaccante lui ebbe la percezione che la palla sarebbe finita lì, era una punta atipica per la sua epoca, amava svariare molto su tutto il fronte d’attacco, non c’erano molti attaccanti con quelle caratteristiche”.

ROSOLO VAILATI: “Ricordo di essermi accorto di quella sua posizione al limite dell’area e di avergli gridato di ‘andare dentro’ ma lui non mi ha sentito o forse volutamente non mi ha ascoltato”, conclude divertito.

MASSIMO DE STEFANIS: “La cosa strana è che durante la settimana ci allenavamo sulle palle inattive dove era prevista la presenza di Gianni dentro l’area di rigore avversaria in quanto lui era un gran colpitore di testa: basta ricordare il gol in tuffo, di testa, ad un giovane Zenga in un match contro la Sambenedettese”.

CESIDIO ODDI: “Io voglio ricordare l’uomo De Rosa e il ragazzo eccezionale che era, legatissimo alla famiglia e ai compagni. Lo conobbi a Palermo e subito mi colpì la sua freddezza sotto porta e la facilità con cui ‘vedeva’ la porta, il suo carattere che poteva sembrare schivo invece era meraviglioso e disponibile con tutti”.

Per la cronaca: sulla panchina del Palermo c’era Mimmo Renna, un allenatore amatissimo dai tifosi rosanero; il presidente era Gaspare Gambino. Quell’anno arrivò “soltanto” un settimo posto, quella squadra poteva fare di più per quanto era forte e ancora ora, tra i protagonisti di allora (tifosi compresi), c’è il rammarico per essere arrivati a 5 punti dalla promozione in serie A.

Furono probabilmente partite come questa contro il Verona che portarono alla nascita di nuovi gruppi ultras rosanero: infatti, ai vecchi club di fine anni ’70 che erano i Commandos Aquile, il Club Filiciuzza e le Aquile di via Pitré, si affiancarono presto i Warriors e le Brigate rosanero.

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