Repubblica – “Trapani, salta la cessione: si va verso il crac”

“Il Trapani è a un passo dal chiudere questo tratto della sua storia”. Questa l’analisi di Repubblica riguardo la delicata situazione granata. Ieri, infatti, il Comitato “C’è chi il Trapani lo ama” ha deciso di tirarsi indietro e non si è presentato per acquistare la società.

Inoltre, se sabato contro il Catanzaro il Trapani non scenderà in campo, sarà ufficiale l’esclusione dalla Serie C. Il 21 ottobre si terrà invece l’udienza per l’istanza di fallimento depositata dai dipendenti che non hanno ancora percepito lo stipendio. Guai su guai che si vanno sommando.

“Trapani quindi potrebbe rimanere senza calcio per una stagione“, scrive il quotidiano. Intanto il tecnico Biagioni e il direttore sportivo Torma sono stati sfrattati dall’albergo in cui alloggiavano (nessuno pagava) e hanno lasciato la città. Oggi si attende, infine, il ritorno di Di Donato, contattato da Pellino nelle scorse ore.

LEGGI ANCHE

TRAPANI, DI DONATO: “A PELLINO NON HO DATO ALCUNA DISPONIBILITA'”

TRAPANI, PELLINO: “COLLABORIAMO. NESSUN FALLIMENTO I SOLDI CI SONO”

8 thoughts on “Repubblica – “Trapani, salta la cessione: si va verso il crac”

  1. La situazione era ben chiara già questa estate, resta da capire chi è il genio che ha permesso l’iscrizione di un club già palesemente fallito, e che con la sua esclusione falserà l’andamento del campionato

    1. Idem vale per il Catania… la cui situazione debitoria è pazzesca (molto ma molto più di quella del Trapani ….”da non dormire la notte” ha affermato il presidente catanese in attuale carica… Ma che razza di controlli fanno, se ammettono l’iscrizione di società con l’acqua alla gola?

      1. occorre analizzare le situazioni una per una, gli organi federali controllano soprattutto i debiti… per così dire “sportivi” e il pagamento degli emolumenti ai giocatori. E’ possibile che gli altri debiti siano già stati discussi con i creditori con i quali si è raggiunta una dilazione o una riduzione (gm)

  2. Per il Palermo la mannaia della giustizia è scattata immediatamente e senza nessuna misericordia, il Catania ha dei debiti più grossi del vecchio Palermo eppure è li che se la gioca, il Trapani lo capiva anche un cretino che non si poteva iscrivere e lo hanno ammesso. Domanda, ma a chi abbiamo fatto del male per essere sempre trattati a calci nel sedere??

    1. Rispondo anche a lei allo stesso modo, occorre analizzare le situazioni una per una, gli organi federali controllano soprattutto i debiti… per così dire “sportivi” e il pagamento degli emolumenti ai giocatori. E’ possibile che gli altri debiti siano già stati discussi con i creditori con i quali si è raggiunta una dilazione o una riduzione. Nel caso del Palermo dello scorso anno la mannaia arrivò perchè i Tuttolomondo non riuscirono a formalizzare l’iscrizione al campionato e sul bilancio del Palermo pesava un’istanza di fallimento della Procura che – se non sbaglio – non c’è a Catania (gm)

      1. Sig. Monastra, è inutile cercare di distinguere le situazioni sulla base di episodi marginali. In questo mondo ormai allo sbando, la credibilità degli organi di controllo rasenta lo zero assoluto. Lo hanno capito tutti. Solo gli illusi non se ne avvedono mentre i collusi continuano a lucrarci sopra. Il sistema della giustizia è marcio fino al midollo. E la cosa non vale solo nel mondo del calcio.

        A Zamparini hanno permesso di fare quello che ha voluto fin quando non la fatta troppo grossa (leggasi farse di vendite farlocche a finti acquirenti inglesi e altri venditori di pignate prestati al gioco del lestofante; mi meraviglio di certi commenti di gente che sostiene che ci hanno trattato sempre male. In un paese civile uno come Zamparini sarebbe finito in galera gia ai tempi del Venezia!). Lo stesso sta accadendo a Catania e sarebbe accaduto a Trapani se i giocatori non avessero messo in mora la società. E chissà quante altre società sono nelle stesse situazioni o presto lo saranno.

        Adesso, di fronte ad una situazione catastrofica per molti club professionistici, probabilmente quegli stessi poteri forti stanno tentando disperatamente di salvare il salvabile e nascondere il provolazzo sotto il materasso. L’interesse, mi pare ovvio, è quello di non bloccare il sistema-calcio. Non importa se c’è il covid o se molte società siano virtualmente fallite o hanno prospettive drammatiche di vita: il calcio non si deve fermare nuovamente. Ma siccome l’economia dei club non è diversa da quella delle altre aziende in generale, anche con I trucchi e gli intrallazzi dei soliti lestofanti, i nodi verranno al pettine molto presto.

        1. lo stato di salute della giustizia italiana è sotto gli occhi di tutti ma lei ha allargato fin troppo gli orizzonti, il discorso diventerebbe complesso e questa non è la sede adatta (gm)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *