Avellino, Plescia: “Il tempo darà le giuste risposte” / FOTO

Plescia risponde. Il calciatore dell’Avellino, ieri protagonista a causa del rigore fantasma procuratosi contro il Palermo, manda un messaggio criptico su Instagram dopo che i suoi account social sono stati presi di mira dai tifosi.

In molti hanno ritenuto il gesto del calciatore nato a Palermo antisportivo, visto che nell’occasione Peretti non lo tocca e lui cade a terra in area come se fosse stato colpito. E l’attaccante 23 enne utilizza Instagram per inviare un messaggio praticamente rivolto a se stesso.

Il messaggio di Plescia

Non portare rancore a nessuno – scrive in una storia –. La serenità è più importante. Ci penserà il tempo a dare a ciascuno le giuste risposte“, conclude il breve messaggio.

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23 thoughts on “Avellino, Plescia: “Il tempo darà le giuste risposte” / FOTO

  1. È inutile che fai il filosofo Plescia. Sei un cascatore e se il calcio in Italia fosse una cosa seria il giudice sportivo dovrebbe dare a te 5 giornate di squalifica ed all’arbitro 2 mesi di pausa. Ma , per l’appunto…siamo in Italia

    1. infatti siamo in Italia, l’unico paese dove i tifosi non hanno capito che sono totalmente marginali al sistema calcio che invece è sporchissimo. Plescia è solo un ragazzo che ha onorato la maglia rosanero nel vivaio per poi bessere abbandonato

  2. bastava dire che hai cercato un contatto con peretti che non c’è stato e poi non hai avuto la dignità sportiva oltre che umana, di confessare all’arbitro il non avvenuto contatto….il tempo qui non c’entra nulla…babbasone!!!

  3. SAGGEZZA DI ALTRI TEMPI…SI VEDE CHE HA STUDIATO, SI TRADUCE CON : “NON HO ABBASTANZA LE PALLE PER CONFESSARE CHE HO SIMULATO
    UN CONTATTO MAI AVVENUTO”, ANCHE PERCHE’ SE LO SCOPRE BRAGLIA MI METTE FUORI SQUADRA (ALTRO FULGIDO ESEMPIO DI LEALTA’ SPORTIVA)

  4. Mi sono espresso abbastanza su Plescia, condannando la sua mancanza di onestà intellettuale. Del furto sportivo è responsabile insieme all’arbitro molto probabilmente suo complice, molto meno probabilmente sua vittima (insieme al Palermo). Leggo la definizione “filosofo” usata in senso dispregiativo ma non mi scandalizzo, perché molti non sanno, o mai accorgono d’esser tutti filosofi (nessuno escluso), stante che la vita è la filosofia applicata all’ordinario e non è fatta di parole, ma di azioni che realizzano le personali linee guida del pensare. Posso essere ancora arrabbiato (lo sono ancora) perché il gesto di Fella ha offeso, oltre che lo sport, la squadra che amo, procurandole un danno la cui vera entità potremo capire soltanto domani, ma i messaggi (autentici, suggeriti, veri od ipocriti che siano) vanno sempre letti, interpretati, valutati nel contesto delle vicende. Concedendo il beneficio della “potenziale sincerità” ed, al tempo stesso, certo che l’evidenza non potrà mai essere negata, mi chiedo a quale verità Plescia intenda riferirsi, perché ve ne possono essere tante e tutte coesistenti. Una verità (quella a causa della quale abbiamo avuto pazzeschi innalzamenti della pressione arteriosa) ieri è stata dinnanzi agli occhi di tutti, le altre non le conosciamo. Verranno a galla, secondo quanto contenuto nel messaggio, e di questo sono anch’io certo, anche se non è detto che tutti (compreso chi scrive) faranno in tempo a conoscerle. Stimolante, ma in questo momento vano, il formulare le più svariate ipotesi (minacce?, rancori? vecchi conti da saldare? criminose pressioni?) Un giorno si saprà, non tanto cosa è successo (quello lo abbiamo visto tutti) ma perché è successo e perché non è stato possibile neanche attenuarne la gravità (semplicemente scusandosi), pur nella consapevolezza delle conseguenze (tra esse quelle immediate) che il combinato comportamentale avrebbe immediatamente determinato. Ieri qualcuno ha fatto cenno a cosa significhi il “calcare i campi di gioco di alcuni posti della Campania”. Abbiamo capito tutti cosa “quel qualcuno” volesse intendere e, dunque, qualcosa sappiamo già. Per personale scrupolo, infine, non posso omettere di evidenziare che Plescia, durante la settimana trascorsa, è stato duramente apostrofato da tal Millesi, catanese ex calciatore di Catania ed Avellino, per aver affermato di essere particolarmente contento “da palermitano” per il gol segnato al Catania. Faccio finta di chiedermi: “Ma come? Affermi una cosa del genere e poi ferisci la tua città offendendola con le armi della disonestà?”. Ovviamente conosco già la mia risposta, so già che tutto fa parte dello stesso gioco, un gioco sporco più di quanto possiamo immaginare, dentro il quale noi, forse per troppa passione o per cieco amore, ci affanniamo inutilmente a cercare finanche una minima traccia di pulito. Nell’ambito di tale squallido contesto, dunque, chi non ha peccato scagli la prima pietra; sono, ahimè, certo che, nei frequentatissimi e bui ritrovi dell’ipocrisia, molte sono le mani pronte al lancio.

  5. Con un allenatore del genere ed un compagno di squadra come santo Sonny D’Angelo che ci potevamo aspettare? Poi ncuccio’ l’arbitro peggio di loro e la frittata è fatta.

  6. Caro mio, il rischio è che con il tempo il tuo cognome a Palermo diventi un ingiuria. Tipo: “Sì un cuirnutu e un pezz’i plescia!”

  7. no m avrebbe meritato un’occasione anche lui dopo tanto gol in Primavera
    restiamo concentrati sul fallimento e su questo status di Serie C non sui cascatori

    1. Giusto! Meglio far finta di non vedere. Io nenti sacciu e nenti vitti. Forse nei paeselli, ma non nella quinta città d’Italia.

  8. Ci vuole il VAR anche in serie”C .”Purtroppo tutti i calciatori “simulano”facendo gli interessi delle Societa’ che li pagano.Non puo’ dire diversamente davanti alle telecamere,bisogna che lo capiamo.Col VAR,si sarebbe tolto ogni commento.Anche in serie”A” i calciatori ci provano ma vengono categoricamente smentiti dal VAR.

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