“Cari Morti, vorrei la nuova maglia rosa per poter colorare tutto lo stadio”

Il Palermo della rinascita rosanero continua a fare sognare e batte ogni possibile record. Vince tutte le partite, anche se non sempre convince, prova la fuga verso l’alto della classifica e, cosa più importante, riporta la gente allo stadio facendo rivivere l’entusiasmo sopito per anni.

CRIVELLO E UN “EUROAUTOGOL” DA RECORD

C’è tuttavia una questione, apparentemente banale, che per ora dibatte sui social e nei bar ed è quella del colore rosa e della sua poca utilizzazione, da parte della nuova società, prima nel logo, poi nel pullman e ora nella maglia.

Con riferimento al pullman le proteste sono state così veementi che il presidente ha dovuto provvedere, nel giro di pochi giorni, a far colorare di rosa tutte le ali dell’aquila raffigurate nell’autoveicolo nero, anche per non passare per “strisciato bianconero”, lui, proprio lui, nelle cui vene, obiettivamente, scorre solo sangue rosanero da più generazioni.

Ora le critiche di tanti tifosi sono indirizzate al colore nero delle maglie che indossano i giocatori da due mesi, anche nelle partite ufficiali, considerato triste, o elegante, a seconda della visuale di riferimento. La maglia rosa scelta dai tifosi tarda ad arrivare e la pazienza è ormai colma, al punto che c’è chi addirittura, scherzosamente, dice d’avere scritto ai Morti per averla in dono il due novembre.

SILIPO, IL LICATA E LA PANCHINA… SBAGLIATA

Non si può negare inoltre che lo stadio, domenica dopo domenica, si va colorando di rosa spontaneamente, perché tanti tifosi cominciano a indossare la maglia delle stagioni precedenti. La questione, a mio parere, fa sorridere ma non è da sottovalutare. Il colore sociale di una squadra di calcio ha una sua storia e affonda le sue radici nei primi anni dalla sua fondazione.

Per quanto riguarda il Palermo, i colori rosanero, non corrispondono al giallo-rosso del gonfalone della città ma furono scelti, nel 1907, in sostituzione del rosso/blu di origine inglese (omaggio a chi aveva importato il calcio in città), per motivi commerciali legati all’imprenditoria dei Florio e a due liquori che avevano inventato: la cannella e l’amaro.

Questa sembra essere la vera storia del colore rosanero, peraltro testimoniata da Giuseppe Airoldi in un’epistola a Giosuè Whitaker, anche se una leggenda rimanda ad una scoloritura avvenuta a causa di un lavaggio esagerato delle vecchie camicie rosso e blu.

Il rosa è l’aspetto positivo…il dolce; il nero è l’aspetto negativo… l’amaro; ed effettivamente questa trovata pubblicitaria dell’epoca (rosa come il dolce, nero come l’amaro) è geniale e verosimile perché il tifo, in quanto sentimento irrazionale, può passare dal nero al rosa e viceversa, anche in un brevissimo spazio temporale.

Non solo quindi senso di appartenenza, ma anche speranza, positività, fortuna: questo rappresenta il rosa per il tifoso palermitano. Ecco perché anch’io spero di potere indossare al più presto, e senza scomodare Babbo Natale, la “nuova” maglia rosa della mia squadra del cuore, perché insieme al simbolo dell’aquila, questa rappresenti un messaggio simbolico di risorgimento del Palermo, nel segno della storia e della tradizione.

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