Carli: “Ho parlato col Palermo, ma potrei stare fermo”

Marcello Carli è il candidato numero uno per il ruolo di direttore sportivo del Palermo. Intanto, l’ex dg dell’Empoli ha salutato il club toscano con una conferenza stampa: “Quest’anno non ha funzionato niente e siamo retrocessi nell’annata dove forse salvarci era più facile. Le colpe vanno dal vertice che sono io a tutto il resto, non ha funzionato niente e se siamo retrocessi è anche perché non abbiamo avuto lo spirito giusto per arrivare all’obiettivo”.

“La squadra ha dato tutto, ci abbiamo provato e su questo non ho dubbi – prosegue Carli – . Il Palermo ha fatto una partita seria, ma non erano neanche assatanati visto che non avevano grandi motivazioni”. Una retrocessione frutto anche di un mercato rivedibile: “Abbiamo fatto degli errori ne siamo consapevoli, a partire dall’acquisto di Alberto Gilardino mentre a gennaio abbiamo fatto quello che credevamo giusto con la cessione di Saponara dal quale ci aspettavamo di più”. Una stagione di cui Carli si assume le responsabilità, ma ammette anche l’errore fatto la scorsa estate: “Se ho fatto un errore è stato quello di non andare via lo scorso anno, ma avrei lasciato anche in caso di salvezza e magari non avrei fatto nemmeno questa conferenza. C’è una ferita grossa nell’ambiente difficile da rimarginare ma questo dovrà pero’ essere fatto, se non si ritrova lo spirito degli anni passati, va solo a discapito di tutto l’ambiente”.

Tante voci e un futuro al Palermo, ma Carli precisa: “Ho avuto un colloquio con Baccaglini. Non so dove andrò: se trovo un posto, anche di pazzi, che mi emoziona accetto, altrimenti posso anche stare 1-2 anni fermo. Devo andare dove posso pensare di fare qualcosa di importante, scegliendo anche l’allenatore ed avendo un dialogo con lui.    È una piazza alla quale non bisogna raccontare bugie e fare le cose serie. Ho parlato con il Palermo, ma posso aver parlato anche con altre squadre. Per me la percentuale che possa stare fermo è molto alta. Vedremo. La categoria ed il progetto non mi importano, mi interessa un posto dove posso fare qualcosa. Se è un progetto che non mi emoziona starò fermo un anno, e la percentuale che io stia fermo è molto alta. Non ho ancora una squadra”.

Prima di dire dare l’addio, Carli ha voluto salutare tutti i tifosi: “Ai tifosi dico che la squadra è un po’ come un figlio, un figlio che quest’anno ha fatto una grossa bischerata e per il quale si merita anche una pedata nel sedere ma bisogna poi avere la voglia di tornare ad amarlo e non buttarlo fuori casa.Sarei andato via anche con la salvezza, andavo anzi via con il sorriso sulle labbra. Domani farò un’altra cosa, spero sia ricca di soddisfazioni ma so che ci saranno anche delle delusioni”.


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