Da Corini a Inzaghi, i due diversi modi di intendere il calcio

FOTO PEPE / PUGLIA

Ci sono decine di aforismi molto sapidi che, a torto o a ragione, vengono attribuiti a Oscar Wilde. Ripensando alle dichiarazioni post-partita di Inzaghi, uno che da giocatore passava molto tempo a protestare, mi è tornato alla mente quello che recita: “Alle volte è meglio tacere dando la sensazione di essere stupidi che aprir bocca e darne certezza”. 

Piuttosto che cospargersi il capo di cenere o rifugiarsi nella solita sequenza di dichiarazioni post-partita del tipo: “Ce l’abbiamo messa tutta in un campo difficile; poche squadre porteranno via punti da Palermo” oppure “Andiamo avanti, da domani metteremo ancor più impegno per riscattarci”, Inzaghi ha preferito soffermarsi sull’arbitraggio da lui giudicato “inaccettabile”. Sarà, ma dalla mia postazione io ho visto tutta un’altra partita, come peraltro ha riconosciuto il ds della Reggina, Taibi, che ha onestamente dichiarato: “Abbiamo perso per errori nostri”.

Cominciamo dall’arbitro di cui s’è lamentato “Superpippo”, il cui vero grande errore è stato quello di non espellere Mayer, ammonito già dal terzo minuto, e autore di una serie di altri falli successivi. E allora, Inzaghi che fa? Ordina a un panchinaro di scaldarsi per procedere alla sostituzione, ma poi cambia idea ordinando al suo centrocampista “di rottura” e con un’ora di partita davanti di non affondare un contrasto che sia uno. 

Errore grave della panchina. Cosa pretendeva poi Inzaghi, il cui celebre soprannome di Superpippo potrebbe questa volta essere declinato al… femminile? Che l’arbitro non desse il primo rigore per uno sgambetto di Gagliolo a Brunori, oppure che ignorasse il pugno dello stesso a Soleri? O forse che non rispettasse l’avviso di espulsione che pendeva sulla testa ossigenata di Mayer da circa un’ora? E’ forse dell’arbitro la colpa se Gagliolo prima sgambetta Brunori, poi si fa fregare dalla finta di Soleri facendosi battere in elevazione ed infine decide di “vendicarsi” rifilandogli un colpo in testa nella speranza, del tutto vana in epoca VAR, di farla franca?

Le dichiarazioni di Inzaghi, che si sommano a quelle di Castori dopo il 3-3 di Perugia, mi fanno rivalutare il comportamento di Corini che molti di noi, me compreso, avevamo criticato ad inizio stagione per un aplomb non consono al clima infuocato delle sfide di Serie B. A proposito di Corini, nell’abbraccio seguito al gol di Brunori io rilevo le avvisaglie di un mutamento nello spirito della nostra squadra; a parte la gratitudine per aver insistito su un rigorista con il 50% di errori sul groppone, credo che dietro quell’abbraccio ci sia anche una motivazione “di campo”: perché Brunori ha smesso finalmente di battere i rigori “alla Brunori” adeguandosi allo stile di battuta del Genio, capitano di mille battaglie. Perché in fondo l’allenatore deve essere soprattutto un Maestro di calcio e un Maestro di stile. Confrontando le due guide, durante e dopo la partita di ieri, ne abbiamo avuto piena conferma.

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12 thoughts on “Da Corini a Inzaghi, i due diversi modi di intendere il calcio

  1. Non scordiamoci dell’egoismo di Inzaghi giocatore che al mondiale del 2006, con Barone liberissimo davanti la porta vuota , decide di non passare il pallone al compagno smarcato e tira con il portiere in uscita rischiando di non segnare e mettere a rischio una partita . Ecco chi è Inzaghi, uno presuntuoso!

  2. Mi piace commentare quanto scrive Vitogol soprattutto perchè è una persona garbata oltrechè competentissima e con una rilevantissima memoria storica. Ma siccome sono molto polemico, lo faccio ancor più volentieri per rimarcare la differenza con altri, alcuni, che scrivono qui abitualmente, che vorrebbero “l’estinzione” di una Palermo “raffinata” di gente che lui credeva avessero segnato il passo (e invece ahimé penserà, esistono ancora) per consentire l’avanzata di uno stormo di nuovi portatori di verità rivelata (in questo caso rigorosamente antimirriani e anti CG) con Lui (gi) in testa, suppongo. Ciò premesso, proprio perchè di raffinatezze si parla (come suggerisce Adani in uno spot televisivo) per riprendere quanto asserisce Vitogol, mi piace pensare che un’impronta baldiniana, una sorta di codice genetico che ha resistito alle tumultuose vicende di inizio campionato, sia rimasto nello spogliatoio del Barbera. Intendo dire che la vecchia guardia (che mai finirò di ringraziare per quanto hanno fatto e stanno continuando a fare e mi riferisco a Marconi, Valente, Brunori, in primis ma anche lo sfortunato Lancini, addirittura Massolo e perfino Accardi e Floriano (uscite soft senza alcun rancore, anzi…) ha ereditato un insegnamento e una verità pesante. E cioè quella che l’unità di intenti e la volontà condivisa può essere quel valore aggiunto che sommato a una base solida e importante può portare a risultati perfino superiori a quelli che ci si è prefissati all’inizio. Mi piace pensare il fatto che i vecchi abbiano cercato in tutti i modi di evitare o prevenire dualismi con i nuovi proprio in questa ottica. E che quindi c’è ancora fame in quello spogliatoio. Mi piace pensare che Corini (che non è stupido) abbia capito e si sia posto nei confronti dei due gruppi come il collante ideale che premia tutti (non contemporaneamente, magari) e non privilegia nessuno. E come non ringraziare il CG per non aver licenziato Corini dopo la triplice sconfitta di metà del girone d’andata, in una passaggio in cui qualsiasi altro presidente in una ordinaria conduzione familiare e familista della proprietà di una qualsiasi altra squadra lo avrebbe fatto. (il riferimento al recente passato è puramente voluto). Il risultato è che (al netto di qualche strafalcione tattico dello stesso Corini, in cui come in un cubo di Rubrik cercava, provava e riprovava, lo sta ancora facendo, di uniformare tutte le facce del cubo) 9 partite utili consecutive e il sesto posto in solitaria, siano oggi il risultato di questa alchimia più che la famosa quadra tecnico tattica ancora da completare. Perchè l’abbraccio di Brunori (capitano e rappresentante di tutta la squadra) a Corini, rigore a parte, fa intravedere tutto un mondo che ancora non si è disvelato del tutto e che credo ci porterà lontano. Mentre all’esterno….la magia di quel maggio/giugno 2022 sta piano piano cominciando a riprendere vigore come un’onda. Chissà…. P.S. Su Inzaghi (e Castori) …non una parola. Non ne vale proprio la pena.

    1. mi levo il cappello. e vorrei sottolineare quello che hai detto sull’abbraccio di Brunori e Corini. quando l’ho visto n tv ci ho visto qualcosa di molto speciale, che andava al di la dell’euforia del gol e del ringraziamento. questa è una squadra unita, che rema insieme nel bene e nel male e che ha piena fiducia nel suo allenatore

  3. A Palermo l’abbiamo già comunosciuto da calciatore e capitano, adesso lo stiamo conoscendo come allenatore. L’ho incontrato tanti anni fa sulle tribune di San Siro, era infortunato, il tempo di una foto, di un autografo personalizzato sulla “sua” maglia numero 5, il tempo di scambiare due parole. Ricordo che in quell’occasione gli dissi che mi sarebbe piaciuto vederlo nelle vesti giocatore-allenatore di quel Palermo stile Vialli-Chelsea. Si vedeva già in campo per il modo di giocare e relazionarsi coi compagni che sarebbe diventato allenatore. Un allenatore che fino ad adesso è stato un pò snobbato dal calcio che conta, forse non avrà quel appeal che certi ambienti cercano… Quello che evidentemente aveva Inzaghi per dargli subito la panchina del Milan, ecco questo confronto la dice tutta, la differenza si è vista domenica in campo e fuori. Meglio così, io me lo tengo stretto Corini, come allenatore e come uomo, ormai simbolo sportivo di questa città, e spero che questa società anche “inglese” che sin dall’inizio a creduto in lui, gli permetta di diventare il nostro Ferguson o Gasperini. Forza Palermo e forza Genio!

  4. Non dimentichiamo, comunque, il rigore per la Reggina che c’era….A proposito del Maestro come non riscontrare l’ulteriore crescita di Damiani…

    1. Perchè Damiani è intelligente e sa di essere Damiani e giocare in quel ruolo e quindi la fortuna di essere allenato da Corini, in quel ruolo, non se la deve lasciare sfuggire.

    2. Se fosse stato assegnato (e segnato) il rigore per fallo di Marconi (ma a spingere all’inizio è stato proprio il reggino e, come notato da Massara che ha commentato la partita in diretta per Sky, lui poi si lascia andare… aggiungo io che così sarebbero assegnati dieci rigori a partita…), sarebbe cambiato pochissimo: la Reggina ha pareggiato poco dopo (con un flipper, peraltro).
      Sarebbe cambiato – e molto, invece – se l’arbitro avesse ammonito ancora il biondo della Reggina, che nel primo tempo ha picchiato come un fabbro: saremmo stati con un uomo in più per buona parte della partita.
      Ancora: il giocatore che ha dato lo schiaffo a Soleri andava espulso, non soltanto ammonito.

  5. Anche io all’inizio criticavo molto Corini, ma Eugenio ha saputo accettare le critiche e cambiare uomini e modulo al momento giusto, dimostrandosi molto più intelligente di tanti supervalutati integralisti del 433.

  6. Li ho avuti di fronte per tutta la partita, dalla gradinata, inzaghi a protestare anche contro i fili d’erba, genio che seguiva la partita da gran signore, il paragone era veramente stridente…P.S. mai sopportati gli allenatori sguaiati e protagonisti

  7. Ma Damiani in definitiva è il vero regista del Palermo. In questo senso sono rimasto sorpreso, quando è venuto fuori il nome di Stulac. E del resto, la società aveva fatto uno sforzo non banale per riscattarlo dall’Empoli. A 24 anni, non aveva trovato continuità coi toscani, col Palermo in C aveva fatto benissimo, è nell’età giusta per spiccare il volo definitivamente, con un allenatore come Corini che questi passaggi li sa gestire bene. Stulac è un ottimo profilo, ma io non lo avrei cercato, a maggior ragione che anche Gomes, proprio Corini e positivamente, lo ha adattato in quel ruolo. Alla fine non tutti i mali vengono per nuocere. Il centrocampo è copertissimo e Damiani, la scelta più logica, continuerà il suo percorso essendo ormai tutto del Palermo.

  8. Corini rappresenta una fetta di storia rosanero, quella più bella. Ecco perché le “critiche” verso di lui sono state ( e continuano ad esserlo) offensive e ingenerose. Quelli che dicono: tanto di cappello al giocatore, ma l’allenatore….si credono originali ed esperti di calcio. In realtà sono dei pecoroni che non capiscono una cippa d calcio. Presuntuosi, egoisti, proprio come superpippo..Forza Genio, Forza Palermo!

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