Gazzetta – “Palermo, serve un milione”. Un pretendente rinuncia, Mirri-Di Piazza…

“Chi vuole il Palermo in D deve sborsare un milione”. Questo il titolo dedicato alle vicende rosanero sulle pagine siciliane della Gazzetta dello Sport, che riporta i contenuti della lettera della Figc al sindaco Orlando e le reazioni dei pretendenti dopo la richiesta di un milione di euro come contributo d’iscrizione.

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Come riportato da Giovanni di Marco, l’ufficialità dell’esclusione del Palermo porta con sé una richiesta la cui entità è più del triplo rispetto al minimo e che si aggiunge a tutti gli adempimenti da fare entro il 29 luglio, data ultima per il deposito della domanda completa. Il timore è che la richiesta scoraggi qualche pretendente, ma Dario Mirri si dice tranquillo: “Noi affronteremo questo ed altro. Non è certo un milione che cambia il progetto. Non ci hanno fatto niente”.

C’è però anche un candidato che ha deciso di rinunciare: uno dei “misteriosi” pretendenti americani (che nei giorni scorsi aveva sondato il terreno con un emissario) avrebbe infatti rinunciato a causa dei tempi troppo stretti per mettere in piedi una struttura che soddisfi i requisiti contenuti nel bando e sfidare gli altri pretendenti.

Intanto proprio Mirri si sarebbe incontrato con Tony Di Piazza: sbarcato in segreto a Palermo, l’immobiliarista italo-americano  aveva più volte manifestato l’intenzione di partecipare al bando, ma ora avrebbe proposto un accordo a Mirri nel tentativo di convincerlo a fare fronte comune, visto che non potrebbe occuparsi in prima persona del club. Mirri (che ha già rifiutato di collaborare con Ferrero) non ha voluto commentare la notizia e con Sagramola avrebbe già individuato un papabile come futuro allenatore, cioé Ciccio Di Gaetano, fresco vincitore dell’Eccellenza col Biancavilla, ex vice di Boscaglia (a Trapani).

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14 thoughts on “Gazzetta – “Palermo, serve un milione”. Un pretendente rinuncia, Mirri-Di Piazza…

  1. Se il Bando di Orlando voleva favorire in qualche modo pseudo cordate alla Mirri-Sagramola, la risposta degli amici di qualcuno in FIGC per tentare di eliminare questa possibilità, è il milione di euro per iscriversi in serie D…..a me sembra del tutto logico…

  2. CIccio di gaetano fresco vincitore del campionato d’eccelenza per puntare alla risalita AHAHAHAHHAAH.
    SE QUESTI PRENDONO IL PALERMO RESTEREMO IN SERIE C PER 20 ANNI

    1. Magari è bravissimo – non è che non abbia curriculum rispettabile per la categoria -, ma sarebbe un azzardo… Un altro azzardo.

  3. Non dobbiamo prendercela con Mirri e sagramolaa, ma con Gravina e tutti quelle alte sfere della Fgc, lega ecc.. dirigenti avvoltoi compresi che hanno fino all’ultimo sperato nella fine del Palermo calcio (vigorito, sebastiani, tacopina ecc) riuscendovi! Oggi Gravina, l’ho detto altrove, ex-patron del castel di sangro(però ne ha fatto di strada!!) è quello che più ha inciso affinchè il Palermo paghi il triplo (un milione) per l’iscrizione al campionato di D, quando ne basterebbero solo €150.000,00, come è successo per il Bari. Non credo che sia lievitato così tanto l’aumento! Però quando si parla del Palermo calcio…! Prima di pensare all’allenatore, pensiamo e speriamo in una nuova società! Distinti salutii

  4. La gente sogna arabi o cinesi! La gente è risposta a ripartire non solo dalla serie D, ma persino dalla Eccellenza o addirittura dalla Promozione, purchè con proprietari solidi e impicciolati (come arabi o cinesi).

  5. Il ragionamento logico è questo: meglio ripartire dalla serie D e tra 4 anni essere in serie A, piuttosto che essere per assurdo ripescati in serie A ed essere tra 4 anni in serie D. Meglio addirittura ripartire dalla Eccellenza ed essere tra 4 anni in serie B, piuttosto che essere per assurdo ripescati in serie B ma tra 4 anni essere in Eccellenza! Meglio addirittura ripartire dalla Promozione e tra 6 anni essere in A, piuttosto che essere ripescati in serie C e tra 4 anni essere in Promozione. Il problema è l’ambizione non la serie da cui si riparte. Si può benissimo ripartire dalle serie più basse, ma con arabi e cinesi che in pochi anni ci riporterebbero nel calcio che conta, piuttosto che vivacchiare con realtà imprenditoriali locali.

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