Palermo – Foggia 3 – 0 PAGELLE / Brunori-De Rose-Marconi, la spina dorsale

FOTO PEPE / PUGLIA

 

Toh, il Palermo si scopre cinico e concreto e in classifica fa un salto triplo, portandosi al terzo posto: il Foggia regala e i rosa chiudono la partita abbastanza presto limitando i rischi. Era un banco di prova importante e il Palermo l’ha superato con una certa autorevolezza puntando su una spina dorsale (Marconi-De Rose-Brunori) che ha funzionato benissimo. Nonostante qualche assenza di troppo, Filippi imposta la partita con intelligenza, lascia agli uomini di Zeman il compito di giocare ma sono tutti in agguato per le ripartenze e con Brunori – bravissimo anche stavolta – il giochino è riuscito bene.

Il Foggia è un brutto avversario come ci si aspettava perché se è vero che regala sempre qualcosa dalla cintola in giù è anche vero che è una squadra divertente, sempre votata all’attacco, brava sulle fasce laterali (dove i rosa hanno sofferto) e sempre potenzialmente pericolosa: una squadra alla Zeman, insomma. Per questo il successo del Palermo oggi ha più valore. Se finalmente la squadra riuscisse ad essere un po’ più concreta anche in trasferta la classifica potrebbe beneficiarne.

PALERMO: Pelagotti 6; Lancini 6 (dal 37′ s.t. Marong s.v.), Marconi 7,5 (dal 20′ s.t. Peretti 6), Perrotta 7; Doda 6, De Rose 7, Odjer 6,5, Giron 6; Fella 6 (dal 37′ s.t. Luperini s.v.), Floriano 6,5 (dal 24′ s.t. Dall’Oglio 6); Brunori 7,5 (dal 24′ s.t. Soleri 7).

FOGGIA: Alastra 5; Martino 6,5, Sciacca 5, Markic 5 (dal 24′ s.t. Girasole 5), Garattoni 6; Rocca 5 (dal 38′ s.t. Ballarini s.v.), Petermann 6, Gallo 5 (dal 1′ s.t. Rizzo Pinna 6); Merola 5 (dal 1′ s.t. Merkaj 5,5), Ferrante 5 (dal 30′ s.t. Di Grazia s.v.), Curcio 6.

Pelagotti 6: Partita piena di timori e brividi per la pericolosità con cui il Foggia cerca il gol, sopratutto nel primo tempo, ma le parate che deve effettivamente compiere non sono difficili e se la cava senza affanno.

Lancini 6: Considerato che viene da due giornate di assenza e considerati gli ultimi disastri, la sua prestazione è più che dignitosa anche perché giocata in un ruolo non abituale per lui, terzino destro della difesa a 3. È un po’ timoroso, non sempre supporta a dovere l’incerto Doda ma non commette errori e dalle sue parti il Foggia esprime il massimo del proprio potenziale. Resta a destra anche dopo l’uscita di Marconi e poi esce stremato.

(dal 37′ s.t. Marong) s.v.: Quando entra non c’è più preoccupazione che il Foggia possa fare scherzi ma ha il tempo per dimostrarsi spaesato e incerto.

Marconi 7,5: Sempre più leader. Da quando Filippi l’ha spostato come centrale le sue prestazioni sono migliorate e tutto il rendimento difensivo è salito. Ha il senso della posizione e una buona reattività per andare a chiudere dove serve. Purtroppo non è fortunato perché si è fatto male, si è beccato un’ammonizione (molto fiscale) perché sarebbe rientrato senza l’autorizzazione dell’arbitro ed è costretto a uscire.

(dal 20′ s.t. Peretti) 6: Si piazza al centro e, com’è normale che sia, si vede la differenza. Deve prendere confidenza con il campo e il ruolo ma non commette errori gravi.

Perrotta 7: Combatte con intensità su ogni pallone, dove non riesce con la tecnica sopperisce con il fisico. Già da qualche domenica sta garantendo insieme a Marconi un rendimento alto e costante.

Doda 6: Nemmeno stavolta ha grande confidenza con la fascia destra. Raramente spinge ed è sommerso dalla valanga rossonera sulla sua fascia, viene spesso messo in mezzo e fatica a trovare i tempi e gli spazi più opportuni per il suo intervento. Nella ripresa, con spazi più ampi, è più rinfrancato.

De Rose 7: Recupera una quantità di palloni infinita ed è indispensabile nel lavoro di filtro davanti alla difesa. Poi commette anche qualche errore di troppo in fase di impostazione ma il secondo gol è merito suo che recupera palla a metà campo e imbecca Brunori con un’ottima verticalizzazione.

Odjer 6,5: Qualche metro più avanti rispetto a De Rose, fa il primo filtro e consuma i tacchetti delle scarpe per quanto corre. Sembra tornato quello dell’anno scorso. Garantisce la benzina fino alla fine della gara.

Giron 6: Una partenza difficilissima, quasi sempre fuori posizione e per di più ammonito dopo pochi minuti. Con il passare dei minuti aggiusta il tiro e garantisce quanto meno copertura difensiva che sul 2 a 0 – in fondo – è la cosa più importante.

Fella 6: Continua a non convincere. Dei tre “attaccanti” è quello che si vede meno, non trova la posizione ideale per le sue caratteristiche. Rispetto ad altre circostanze però sembra più in palla fisicamente ed è sempre dentro la partita. Potrebbe anche segnare a metà ripresa dopo un ottimo controllo volante ma il suo tiro è troppo fiacco. Sufficienza risicata ma è già qualcosa.

(dal 37′ s.t. Luperini) s.v.: Entra e dopo pochi minuti la partita si chiude definitivamente. Gettone “gratis”, anche se si becca un’ammonizione che era evitabile.

Floriano 6,5: Dopo 4′ segna il gol che mette in discesa la partita. Tante volte ha dimostrato scarsa confidenza con il gol, soprattutto quelli facili, stavolta è chirurgico nella conclusione che supera Alastra. I primi venti minuti li gioca a eccellente velocità e concretezza, poi cala un po’ con il passare dei minuti.

(dal 24′ s.t. Dall’Oglio) 6: Appena entrato rimedia un’ammonizione del tutto evitabile per un fallo duro, probabilmente aveva scorie emotive da depurare. Poi si dà una regolata e aiuta la squadra.

Brunori 7,5: Pochi giocatori, in tutta la Serie C, riescono a dare profondità come lui. Confeziona il primo gol rubando palla a Sciacca e servendo un cioccolatino a Floriano; dopo pochissimo potrebbe raddoppiare con un diagonale che sfiora il palo (ma avrebbe dovuto mettere in mezzo per Floriano); segna il 2 a 0 con la freddezza degli attaccanti di razza e un tocco morbido all’angolino. È sempre in partita, sempre in agguato e corre tantissimo. Quando esce il pubblico lo applaude a scena aperta.

(dal 24′ s.t. Soleri) 7: Entra con tanta voglia, alla prima occasione si procura il rigore e lo va a trasformare con decisione. È il suo terzo gol, considerato che ha giocato poco non è affatto male.

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