Palermo, quando l’ultima è decisiva: 75 anni fa i primi sorrisi

L’ultima della stagione? La speranza è che non lo sia. Il Palermo si appresta ad affrontare l’ultima partita con addosso l’obbligo della vittoria, requisito necessario per avere la certezza di giocare i playoff promozione. Diverse volte nel corso della storia il club rosanero si è ritrovato a giocarsi “tutto” all’ultimo incontro dell’anno e non sempre è andata bene.

Ma quella di venerdì sera contro il Brescia sarà una sfida particolare perché sarà un “dentro o fuori” per entrambe le squadre, sebbene per obiettivi diversi. In questo millennio è avvenuto già nell’ultima gara del campionato di B 2002/2003, primo anno del ciclo Zamparini, a via del Mare di Lecce. Ai rosanero serviva una vittoria per agguantare la Serie A; i pugliesi, che erano avanti in classifica, avevano a disposizione due risultati su tre: vinse il Lecce con un sonoro 3-0. In rete Camorani, Giacomazzi e Bojinov. E il Palermo fu costretto a rinviare la promozione di un anno.

L’altra sfida “da eliminazione diretta” fu quella per la promozione in serie B nella stagione 88-89. Il Palermo che giocava a Trapani doveva necessariamente battere il Foggia per scavalcarlo in classifica e conquistare la serie B. Una gara, tra l’altro, condizionata da aspetti emozionali non da poco: quel Foggia era allenato da Pino Caramanno e dal suo vice Tonino Cerro che l’anno prima con il “Palermo della rinascita” avevano vinto il campionato di C-2 ma non erano stati confermati. E chi segnò il gol che spense le speranze? “Carboncino” Barone, uno che più palermitano non si può. Il pareggio di Auteri regalò al Palermo un quarto d’ora di speranza ma nulla di più.

L’ultimo precedente di una sfida decisiva all’ultima di campionato – e con il destino nelle proprie mani, proprio come contro il Brescia – è quello tra Palermo e Verona del 15 maggio 2016. In quel match i rosa giocavano contro i veneti già retrocessi e avevano bisogno di una vittoria per essere certi della salvezza in serie A, con il Carpi che inseguiva. Aprì le danze Vazquez, pareggiò Viviani, poi segnarono Maresca e Gilardino. Inutile il gol nel finale di Pisano. Il Palermo arrivò sedicesimo e riuscì a salvarsi.

Fu felice anche il primo match “pesante” del dopoguerra: stagione 1947/48, il Palermo festeggiò la promozione in serie A grazie alla vittoria dell’ultima giornata contro il Pescara per 3 – 1. A inseguire in quell’occasione c’era il Pisa, che aveva fatto il suo dovere vincendo a Gubbio. E i tifosi più anziani ricorderanno, come se fosse ieri, di avere vissuto la trasferta di Napoli, nel 1972, per un blindatissimo 0 a 0 contro il Sorrento, che consegnò ai rosanero l’ultima promozione del XX secolo anche perché il Como perse la gara a Reggio Emilia per 2 a 0.

Solo una volta il Palermo è riuscito nell’impresa quando il suo destino dipendeva sopratutto dai risultati delle altre squadre: fu nel 2001, in serie C, al termine di una sfida a distanza con il Messina che regalò minuti di vera apprensione. Il Palermo stava battendo “comodamente” l’Ascoli (gol di Maggiolini) ma il Messina avrebbe scavalcato il Palermo in caso di vittoria ad Avellino. E invece il giallorosso Torino sbagliò nel finale il rigore decisivo (all’allora Favorita ci furono secondi di surreale mutismo prima dell’esplosione di gioia) e poi il Messina addirittura perse la gara. Una promozione insperata e quindi ancora più bella che cancellò la delusione cocente di qualche anno prima quando il Palermo di Di Marzio lasciò la serie B, pur vincendo l’ultima in casa, perchè il Taranto vinse a Piacenza. Una partita piena di maldicenze che, a distanza di oltre trent’anni, nessuno ha ancora mandato giù.

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