Cassazione: “Operazione Mepal-Alyssa non fittizia”. “Sentenza Giammarva”, un aiuto ai rosa
Sono state rese note le motivazioni del provvedimento con il quale la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Caltanissetta e ha fatto decadere le accuse nei confronti dell’ex presidente del Palermo Giovanni Giammarva che aveva subito inizialmente un provvedimento di misure interdittive dalla professione, poi ridotte a sei mesi dal Riesame.
La Procura di Caltanissetta era titolare dell’inchiesta – che ha preso il via dopo il rigetto dell’istanza fallimentare nei confronti del Palermo – per il presunto reato di corruzione che avrebbe riguardato l’ex presidente Giammarva e il giudice della sezione fallimentare Giuseppe Sidoti.
Le motivazioni della Cassazione, in particolare nella parte che riguarda la ormai famigerata operazione Mepal – Alyssa, potrebbero rappresentare un pronunciamento importante anche per il Palermo in vista dell’appello di giovedì davanti alla Procura Federale, visto che la sentenza di primo grado – con la punizione della retrocessione all’ultimo posto – verteva proprio sul presunto falso in bilancio relativo a quella operazione ritenuta fittizia.
MACAIONE: “IPOTESI SERIE C GIA’ CONTEMPLATA”
I giudici della Suprema corte, riprendendo la decisione del Tribunale del riesame di Caltanissetta, ritengono che sia stato “congruamente evidenziato come non vi siano elementi obiettivi per ritenere che l’operazione sia fittizia, essendo stata articolata sul pagamento effettivo di una prima tranche di 4 milioni di euro del debito, e sull’assunzione di una personale garanzia fideiussoria di Maurizio Zamparini che lo esponeva realmente alle pretese dei creditori della US Palermo”.
E in effetti il credito si era successivamente ridotto, visto che Alyssa aveva pagato altre due tranche del debito da 7,5 milioni di euro e da 5,7 milioni durante il periodo della presidenza Giammarva che aveva anche programmato – con delibera – un ulteriore accantonamento di 5 milioni che poi è stato eliminato al momento della redazione e approvazione del bilancio al 30 giugno 2018 ma approvato a novembre, quando già il commercialista palermitano aveva lasciato la società e la carica di presidente del Consiglio di amministrazione del Palermo era stata assunta da Daniela De Angeli.
Per la Cassazione, insomma, non sussistono elementi per considerare «fittizio» il credito di 40.000.000. E quella che potremmo definire la “sentenza Giammarva” potrebbe rappresentare un’importante ancora di salvezza, una carta in più per evitare il baratro della serie C. I giudici della Corte Federale d’Appello dovrebbero tenere conto di questo pronunciamento in fase di giudizio. La severità della punizione inflitta al Palermo sembra a maggior ragione sproporzionata.
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