Il Palermo esce dal letargo, tris vincente a Udine

Bentornato Palermo. Dopo un “digiuno” durato sei partite (eguagliata la serie negativa stagionale) i rosanero tornano a brindare al successo e lo fanno in maniera convincente imponendosi con il punteggio di 3-1 al “Friuli” contro l’Udinese nell’undicesima giornata del girone di ritorno. Di Lazaar, Rigoni e Chochev le firme di un successo meritato che dà respiro alla squadra e che rappresenta un’importante iniezione di fiducia in vista del rush finale. Reduce da tre sconfitte consecutive la compagine di Iachini era chiamata a fornire determinate riposte e queste risposte sono arrivate: il Palermo ha fatto un regalo al presidente Zamparini (friulano doc ed emotivamente coinvolto in una partita con il sapore di derby a titolo personale) dimostrando che è una squadra ancora viva, un gruppo che non ha mollato e che ha intenzione di spingere sull’acceleratore fino all’ultima giornata pur avendo già ipotecato l’obiettivo salvezza. I rosanero, protagonisti di una prova maiuscola, hanno mostrato nuovamente il profilo migliore ma, nell’economia del risultato, sono stati obiettivamente “agevolati” anche dalle défaillance di un’Udinese allo sbando. E’ sottile, in questi casi, la linea di confine tra i meriti di una squadra e le debolezze dell’avversario. Il Palermo era in giornata di grazia ma, contestualmente, ha sfruttato le défaillance di una formazione friulana piuttosto fragile, involuta rispetto a qualche settimana fa e incapace di reagire dopo avere subìto il primo gol. I bianconeri erano scesi in campo con la voglia di riscattare il passo falso rimediato al “Tardini” contro il Parma ma non hanno saputo canalizzare questa energia nella direzione giusta rimanendo “spiazzati” dalla verve di un Palermo brillante e determinato.
Si è spezzato quasi subito il filo di equilibrio tra due squadre che presentano diverse analogie,
espressioni di due realtà che, al netto di qualche incidente di percorso (la retrocessione dei rosanero nel 2013), si sono consolidate nel panorama calcistico nazionale seguendo un percorso simile. Il club dei Pozzo è stato finora un modello di riferimento per il presidente Zamparini e il coinvolgimento nel progetto rosanero di Gerolin, ex Udinese e adesso osservatore in Sudamerica per conto del numero uno della società di viale del Fante, conferma questa tendenza. L’obiettivo, in casa Palermo, è quello di applicare il modus operandi dell’Udinese che consiste nella capacità di scoprire e valorizzare giovani talenti in tutto il mondo cercando di anticipare la concorrenza.
I punti di contatto tra i friulani e i rosanero erano visibili all’inizio anche in campo. I due allenatori hanno scelto moduli speculari (il 3-5-1-1) creando, sulla carta, le premesse per una sorta di partita a scacchi. Iachini ha riproposto Jajalo in cabina di regia supportato da Rigoni e Chochev (destinato fino al termine della stagione a sostituire Barreto nell’undici titolare) e ha rispolverato il modulo con la difesa a tre attraverso il quale la squadra ha acquisito finora delle certezze a prescindere dalle varianti tattiche. E il tecnico marchigiano ha avuto ragione perché, dopo un avvio promettente dei padroni di casa, i rosa hanno preso subito le misure all’avversario e hanno gettato le basi per il successo sfruttando le proprie armi migliori: squadra corta e micidiali ripartenze. Iachini aveva detto alla vigilia che il Palermo doveva ritrovare nella prima porzione del match quell’efficacia in fase realizzativa necessaria per incanalare la gara su binari favorevoli e il “timoniere” è stato accontentato dal suo equipaggio. Grazie agli spazi lasciati dagli uomini di Stramaccioni, gli ospiti nei primi venti minuti dell’incontro hanno lasciato il segno con i gol di Lazaar al 15’ (bolide di sinistro da fuori area imparabile per il portiere Karnezis) e Rigoni, abile al 22′ a superare l’estremo difensore bianconero con un tap-in di opportunismo da distanza ravvicinata su assist di uno scatenato Dybala. Due schiaffi letali per i padroni di casa, sfiduciati e “beccati” anche dal pubblico che, con il passare dei minuti, ha iniziato a “rumoreggiare” alimentando un clima di contestazione nei confronti della squadra. E i friulani devono “ringraziare” Dybala che al tramonto della prima frazione di gioco ha colpito il palo con il destro dopo avere superato in dribbling il portiere Karnezis. Se l’argentino avesse segnato, infatti, il Palermo avrebbe archiviato subito la pratica mortificando già nei primi 45 minuti le velleità di rimonta dei bianconeri. Era chiaro, comunque, che anche con questo passivo l’Udinese avrebbe dovuto scalare una montagna quasi insormontabile. Stramaccioni al rientro dagli spogliatoi ha modificato l’assetto del suo scacchiere passando al 4-3-3 con l’inserimento di un attaccante (Perica) al posto di un difensore (Piris) ma il film della partita non ha cambiato trama. I rosanero hanno rischiato al 18’ quando Pinzi, favorito da un rimpallo, ha fallito con il piatto sinistro un vero e proprio rigore in movimento ma al 22’ hanno messo il punto esclamativo sulla gara con il sigillo di Chochev che, di testa, ha superato Karnezis a porta sguarnita al culmine di una trama offensiva rifinita da Vazquez e Rispoli, autore del cross vincente dall’out destro. Anche l’esterno campano ha assaporato qualche minuto dopo il gusto del gol ma la gioia gli è stata negata dal palo (è salito a 17 il computo stagionale dei legni colpiti dai rosanero). Il copione, in ogni caso, era già delineato. La rete di Chochev, la prima del bulgaro in serie A, ha chiuso i conti e l’acuto al 36’ di Di Natale, attaccante che in passato ha punito spesso i rosanero, è servita ai padroni di casa solo per limitare i danni ridimensionando le proporzioni numeriche della sconfitta.

 


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