​​

Il Palermo, la “memoria”, il “calore” e quelle due parole che Galassi non ha detto

A poche ore dall’ennesima sfida decisiva affrontata dalla nostra squadra senza quello spirito di gruppo che non ritroviamo dai tempi dei playoff di Baldini, è improvvisamente scoppiato il “caso Brescia” che sancisce la salvezza del Frosinone e la rinascita della speranza per la Sampdoria di evitare l’ignominia della retrocessione in Serie C.

Nella mia storia di tifoso ho vissuto ben due cancellazioni dai ranghi federali per ragioni economiche; ricordo benissimo le ansie che accompagnavano ogni ripresa di stagione, lo spirito da “io speriamo che me la cavo” con cui affrontavamo ogni sessione di mercato e le speranze che si riaccendevano ogni volta che trapelava un interesse verso il Palermo da parte di fantasiose “cordate” o fantomatici “investitori” pronti tuttavia a defilarsi al momento del “conquibus”.

Insieme a tanti compagni di fede rosanero, quella vera intendo, e checché ne pensi il signor Galassi, ho buona memoria. Dunque, posso solo concordare con lui quando sottolinea che questa Serie B, che a tanti di noi sta stretta, non è un diritto acquisito e inalienabile e che oggi il Palermo gode di una solidità che per decenni abbiamo solo sognato.


Dato a Galassi quel che è di Galassi e sbollita la rabbia per la figuraccia rimediata contro la Juve… Stabia, vorrei analizzare la lunga intervista da lui concessa alcuni giorni fa partendo da alcune delle “parole-chiave” che mi hanno particolarmente colpito. Della prima, ossia “memoria”, ho già detto; ma se devo agganciarla alla seconda, ossia “giovani”, ecco che inizio a concordare un po’ meno con lui.

Tralasciando la boutade su Lamine Yamal, trovo superfluo ricordare i nomi delle decine di giovani di livello che si sono affermati a Palermo ad onta del “peso” della maglia rosanero e del “calore” di una piazza che può “scaldare”, ma anche “bruciare” o “incenerire”. In un tempo in cui il signor Galassi non era stato ancora “contagiato” dalla fede rosanero, il Palermo andava con il cappello in mano a chiedere in prestito i Furino e i Causio alla Juve… ntus, i De Stefanis alla Lazio, i Citterio al Milan e i Maritozzi (che non sono solo brioches romane da guarnire con panna montata) al Torino.

E se il riferimento è a Desplanches e a Vasic, ci sarebbe da ricordare (vedi alla voce “memoria”) che l’infortunio del titolare designato Gomis avrebbe richiesto a tutela del primo l’acquisto di un sostituto all’altezza (come è poi accaduto a gennaio) e che forse il secondo ha risentito della confusione tattica che ha coinvolto colleghi ben più esperti di lui.

E se c’è qualcosa di veramente “clamoroso” (eccone un’altra) di queste ultime tre stagioni, direi che è proprio il deprezzamento del valore di mercato di tutti i calciatori, non solo i giovani, e la sperequazione tra gli esborsi e i risultati del campo. Per tornare ai giovani, i soli che oggi giocano in Serie A e che provengono dal Palermo FC, ossia Lucca e Felici, risalgono a un tempo in cui in via del Fante c’erano solo cinque impiegati e le fotocopiatrici non funzionavano. E questi sono fatti, non opinioni.

C’è un’altra parola su cui vorrei soffermarmi ed ècaffè”. Ricordando la miriade di varianti italiane della bevanda, Galassi ha inteso sottolineare il vantaggio che deriverebbe al Palermo dalla favorevole “congiunzione astrale” che porta ad avere un connazionale come Bigon a capo della squadra di Direttori Sportivi del CFG. Tremo all’idea di cosa sarebbe potuto accadere se in quella posizione ci fosse stato, che ne so, un inglese, uno spagnolo oppure un estone come Johnny Cash, uno che con i “discorsi da caffè” s’è fatto un nome.

Lo stimato signor Galassi invece un nome ce l’ha già: abbiamo appreso che è amico di Galliani, che va a cena con Leclerc ed è noto che dirige un’azienda leader mondiale nella produzione di panfili di nome Ferretti. Per molti un sogno inarrivabile, per noi rosanero di una certa età un giovane portiere venuto dall’Inter che vestiva di nero e che parava senza guanti in un tempo in cui il calcio era più facile e, come disse un suo concittadino “si potevano mangiare anche le fragole”. Un tempo in cui forse era più facile dire quelle due semplicissime parole che avrei voluto ascoltare: “abbiamo sbagliato”.

LEGGI ANCHE

PALERMO, IL PROGETTO È FALLITO 

PALERMO, LA SITUAZIONE DEI CONTRATTI

PALERMO, L’AVVENTURA DI DIONISI È FINITA

17 thoughts on “Il Palermo, la “memoria”, il “calore” e quelle due parole che Galassi non ha detto

  1. La cosa che lascia basiti è sentire che abbiamo sottovalutato il campionato di B perché è difficilissimo. Ricordo a Galassi che Zamparini lo stravinse 2 volte con mezzi economici ridicoli rispetto al loro gruppo e gli avversari erano Atalanta, Cagliari, Lazio, Napoli, Genoa, Sampdoria. Oggi in 3 anni non siamo riusciti a venirne a capo contro Cremonese, Spezia, Juve Stabia, Sud Tirol,Catanzaro, Cittadella e Carrarese.
    Basterebbe dire semplicemente che di calcio non ne capiamo niente.

  2. La cosa che mi ha “sconcertato” tantissimo è quando Galassi dice che Dionisi ha fatto bene. Allora la domanda nasce spontanea o non capisce niente di calcio o è una presa per il c……….o.

  3. Caro Vitogol, comincio a sospettare che il motivo del persistere di tali men che mediocri risultati, con conseguente gentile e misurata meraviglia che sporadicamente viene manifestata, sia riconducibile ad un clamoroso e persistente disallineamento fra ciò che noi tifosi, con avvento del CFG, ci siamo deliberatamente costruiti nel nostro immaginario e quello che in realtà intendono realizzare, non so cosa, ma sicuramente un prodotto lontano da ciò che il rettangolo di gioco possa scatenare in termini di passione ed emozioni.

  4. Vorrei solo fare due brevi precisazioni su galassi , anche perché ritengo abbiamo dato una notorietà ,che pur avendo il c….su una infinità di consigli di amministrazione tra cui il cantiere che produce le barche che ho sempre sognato- mi sembra sia il caso di chiudere l’argomento. Inutile dire delle cazz.. sulla storiella di Yamal , ma voi avete mai portato uno che poteva essere accostato come lontanissimo parente , anche ombra, del giocatore del Barcellona e noi lo abbiamo contestato? Le ricordo che il suo fido collaboratore ,mega direttore generale Bigon ( cit. Fantozzi) a Palermo ha portato Appuah!!??ma il vero motivo per il quale ho deciso di partecipare a questo dibattito è perché trovo di uno squallore , di una piccolezza , di una meschinità ( anche umana) infinita , quando chi arriva , chi compra , chi rileva , ti rinfaccia e ti ricorda il passato. In genere avviene quando si ha la coscienza sporca, quando si è fallito in tutti i sensi ( come nel caso di specie ) ma soprattutto quando si ha la boria la presunzione e invece di tacere , magari chiedendo solo SCUSA- di accampano una serie di minch….colossali. A questo piccolo uomo ( sempre inteso per l’altezza non da corazziere) vorrei dire che non credo che qualcuno si sia messo in ginocchio ( forse penna bianca?!) per chiedervi di acquistare il Palermo e ad occhio e croce non mi sembrate una congregazione di filantropi che hanno deciso improvvisamente,da Londra , di “operare” su Palermo. Alla luce di quanto sopra , le consiglio , visto che in questi anni è stato travolto da tanta passione per i ns colori, di venire a Palermo e dire a nome di tutta la società quest’anno ( il 3!!!) vi dobbiamo chiedere solo SCUSA- perché abbiamo sbagliato tutti , tutto. Caro galassi si lasci consigliare , ogni tanto , anche da quelli che non hanno incarichi apicali e non siedono in nessun consiglio di amministrazione. Paolo

    1. Insertata, bravissimo. Pensa che Amarildo miltinick mi ha cazziato per settimane sostenendo che il verbo insertare non esista in palermitano. Forse in catanese…

  5. Aggiungerei che oltre ad aver portato giovani in serie A, il Palermo di allora, proveniva da due promozioni e con un Barbera strapieno con tifo alle stelle. Poi la decisione fatidica di Mirri di vendere al City Group invece che a Pallotta, per maggiori guadagni e per restare anche nella nuova proprietà.

  6. È morto qualche giorno fa, Enzo Ferrari. Stava nel mio cuore rosanero, quando batteva forte. Rinasco, rinasco del millenovecentosettanta. Lazio Palermo 2 a 2, 14 novembre 1971, maglia elegante, le due righe orizzontali. Troja preso di mira dai tifosi laziesi, bucatini alla pecorara, pecorino abbondante. Troja che si volta verso la curva biancoceleste e fa il gesto della vittoria (‘ve ne faccio due’!). Un putiferio, lo vendicherà Enzo Ferrari. Sua la doppietta. Suo il titolo di capocannoniere rosa, alla fine del Campionato, il Palermo promosso in Serie A. Un’anima pura e due palle grandi così.

  7. La cosa più grave (IMHO) è stato non cavalcare l’onda dell’entusiasmo della promozione in nome di pseudo programmi asettici e poco emotivi quando il calcio è emozione. Anzi, l’hanno distrutto questo grande entusiasmo.

  8. Ti prego non mi censurarare, Posso dire che alcune dichiarazioni di Galassi sono delle vere e proprie str++++te. Non è così pesante come espressione. Poi fai tu, Guido. Ma dire che non abbiamo memoria e che distruggiamo i giovani non si puo’ sentire.

  9. Parlate di calcio, ma qui regna solo il magna magna. Mi ricordo quando i Della Valle comprarono la Fiorentina: Moggi e compagnia dissero ‘raga, mangiamoci sopra’. E questi del Palermo Calcio, sono di meno? Mangiano abbastanza bene della mano piena di sterline (£) del City!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *