Pergolizzi, tre gare in A e poi lo scudetto “Primavera”: ora la sfida in serie D

Sono passati poco più di dodici anni da quell’inizio di primavera del 2007, in cui le strade del Palermo in serie A e di Rosario Pergolizzi si separarono. Dodici anni dopo l’allenatore palermitano torna a casa, su quella panchina lasciata nella massima serie, per accogliere la sfida della serie D sotto l’egida di una nuova società presieduta da Dario Mirri e Tony Di Piazza.

PALERMO RIMANDATO A SETTEMBRE, MA MIRRI…

In quella prima esperienza l’allenatore palermitano creò un tandem con Renzo Gobbo, secondo di Francesco Guidolin esonerato e poi richiamato a due gare dal termine della stagione 2006/2007 proprio per rimpiazzare il duo scelto da Maurizio Zamparini, con cui l’allora tecnico della Primavera traghettò la squadra orfana di Amauri per tre gare di campionato dal 29 aprile al 13 maggio, raccogliendo solo tre punti nelle sfide con Livorno, Roma e Ascoli.

Bottino troppo esiguo per le velleità di classifica di quel Palermo che cullò lungo tutto il girone d’andata il sogno Champions League per poi vederlo svanire con ben undici gare di fila senza vittorie che esclusero i siciliani dalla corsa per la maggiore competizione europea. L’esordio dei due in panchina, con un 4-4-2 in cui spiccava la presenza di Corini e Simplicio a centrocampo e la coppia Di Michele-Caracciolo in attacco, fu convincente con un vittoria in trasferta contro il Livorno a spezzare tre mesi di digiuno.

Il 2-1 del ‘Picchi’ portò la firma del capitano Corini, escluso da Guidolin nelle due gare precedenti, direttamente da calcio di rigore ad inizio ripresa poi replicato dall’ex laziale Cesar dopo meno di dieci minuti. Il punto decisivo sulla prima vittoria, e fino ad ora unica in serie A di Pergolizzi sulla panchina del Palermo, lo mise Di Michele al 75’ con un delizioso pallonetto a superare il portiere Manitta. Il successo contro i toscani fu però solo una breve illusione per il duo di allenatori.

Una settimana dopo al ‘Barbera’ Pergolizzi si confrontò infatti con la Roma di Luciano Spalletti, che poteva contare su un Totti in versione Mondiale 2006 avviato verso il titolo di capocannoniere. Il ‘Pupone’ non risparmiò nemmeno i rosanero, che schieravano i loro campioni del mondo Zaccardo e Barzagli nuovamente con un 4-4-2, grazie ad una splendida punizione calciata dalla distanza capace d’ingannare l’esperto Fontana per l’1-0. A raddoppiare poi per gli ospiti fu l’esterno Cassetti prima dell’intervallo. Le contromosse degli allenatori rosanero nella ripresa misero peso in avanti con Brienza al posto di Diana, un giovanissimo Cavani per Caracciolo, e soprattutto Giovanni Tedesco per Simplicio. Proprio la bandiera palermitana trovò il gol a pochi minuti dal termine ma il successo andò ai giallorossi.

Il colpo di grazia alle speranze di Gobbo e Pergolizzi arriva il 13 maggio al ‘Del Duca’ contro l’Ascoli già retrocesso e allenato dall’ex Nedo Sonetti. I rosanero, schierati per la terza volta di fila con un 4-4-2, stavolta presentano in attacco il polacco Matusiak, che segnerà la sua unica rete in Italia con la maglia rosanero proprio contro i marchigiani. Ad aprire le danze fu però Fabio Simplicio dopo dieci minuti di gioco. La reazione dei padroni di casa arriva con lo scuola Juventus Budjanski che al 25’ pareggia i conti. Alla mezz’ora il gol appunto della meteora Matusiak che illuse in un esito positivo del match Gobbo e Pergolizzi. Nella ripresa i due dalla panchina però non trovarono le contromosse ai gol di Paolucci e ancora di Budjanski che fecero calare il sipario sulla sfida e su quella che sarebbe stata la prima fugace esperienza sulla panchina rosanero per Pergolizzi che due anni dopo si prenderà la sua più grande soddisfazione regalando alla Primavera lo Scudetto.

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