Sorrentino: “Tornare a Palermo un giorno? Chissà”. E quella telefonata con Gattuso…

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Parla Stefano Sorrentino. L’ex portiere e capitano del Palermo ha partecipato come ospite alla trasmissione Casa Minutella su TRM, raccontando il proprio passato in rosanero, il proprio presente e dando uno sguardo al futuro. Matrimonio compreso (il 27 maggio): “Se sono sicuro, certo che lo sono”.

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Sorrentino si racconta anche sul piano personale e ribadisce il proprio legame con la città e con i colori rosanero: “Una volta atterrati, senti subito un’energia, un sentimento d’amore che ci fa stare bene. Vedi il sole e il mare. Cosa volete di più… Tornare in un futuro a Palermo? Sapete benissimo che ce l’ho nel cuore, il club e la città. Sia il Chievo che il Palermo hanno ciascuno i loro problemi, ma Palermo ha e avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Invecchiare qui a Palermo? Magari un giorno, quando le nostre figlie saranno grandi, chissà… Firmare in B col Chievo, mentre il Palermo è in A? Domandone… Entrambe rappresentano casa per me: col Chievo ho un’opzione di cui discutere e dobbiamo capire se cambieranno i programmi o meno. Palermo comunque è sempre un punto interrogativo. Bisogna poi mettere da parte i sentimenti ed essere razionali”.

Poi parla dell’aneddoto con Gattuso e di quella telefonata post retrocessione: “Ero in macchina, era una domenica. Squilla il telefono ma non avevo voglia di rispondere, volevo staccare un attimo. Poi rispondo: ‘Ciao Stefano sono Rino’; ‘Scusa, Rino chi?’; “Dai Coglione sono io, Gattuso, ho appena firmato con Zamparini: sei un uomo mio sì o no?’. Risposi di sì. ‘Allora ci vediamo in ritiro’. Da quello zoccolo duro poi il Palermo è ripartito: Gattuso è rimasto poco, ma ho sempre detto che avrebbe fatto cose importanti e ho avuto ragione. Lui è uno vero, gli piacciono le sfide impossibili e tira fuori il meglio: quello che ha fatto è stato importante”.

E sulla voglia di continuare a giocare dice: “La voglia è tanta, sto bene fisicamente e mentalmente, gioco e ancora mi diverto molto. Nonostante la barba e il capello bianco, non mi sento appagato e voglio dimostrare di meritare alti libelli. Finché la testa mi porterà al sacrificio, io continuerò. Tutti abbiamo debolezze e paure. Il giorno in cui dirò addio al calcio andrò in difficoltà: temo sarà un giorno particolare. Io per ora mi sveglio al mattino e ho la mia routine. Svegliarmi al mattino e chiedermi cosa fare… penso sarà toccante”.

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