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Caos Marsala, Cottone: “Sono il capro espiatorio, qui non si può fare calcio”

Domenico Cottone rompe il silenzio. Il presidente del Marsala dà la sua versione dei fatti sulla crisi del club azzurro e intervistato dalla Gazzetta dello Sport Sicilia sostiene di essere il capro espiatorio di una situazione più complessa: “Mi si accusa di tutto con argomenti mancanti di obiettività e spesso tutt’altro che veritieri”.

Sentito da Michele Pizzo, Cottone afferma: “Ad esempio non è stata una mia decisione quella di mettere fuori rosa il nostro cannoniere Balistreri, mentre è inconcepibile che i giocatori. pur vincolati dal regolamento ad osservare il silenzio stampa imposto dalla società, emettano comunicati scrivendo sciocchezze come quella della mancanza di maglie da gioco in occasione dell’ultima partita o dimenticando che l’impegno di pagare altre due mensilità a gennaio è saltato perché non sono stati riscossi i crediti vantati verso alcuni sponsor e verso il Comune”.

E aggiunge: “Insomma per essere considerato buono devo mettere i soldi, diversamente devo fare da capro espiatorio di tutte le manchevolezze altrui. Ciò mi porta a dire che a Marsala non si può fare calcio. L’incontro in Comune? Non è stato aggiunto che avevo preannunciato la mia assenza per improrogabili impegni a Palermo. Mi recherò a Palmi? Conto di esserci e spero che la squadra non commetta le solite ingenuità. Ritengo che ci sono ancora i margini per risalire e conquistare la salvezza. Poi, probabilmente, lascerò la gestione ad altri e, se del caso, chiarirò tante cose in apposita conferenza stampa”.


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