Volpe: “Inseguiremo questo sogno. Servirà una gara perfetta”

L’allenatore della Virtus Entella, Gennaro Volpe, è intervenuto alla vigilia della gara contro il Palermo, valida per il ritorno dei playoff di Serie C, cercando di caricare la squadra in vista di una partita “difficile ma non impossibile“.

Volpe, come riportato sul sito ufficiale della società biancazzurra, dice: “Servirà una partita perfetta. Il calcio è uno sport straordinario perché ti da sempre una possibilità di rivincita, questo ti porta a non mollare, noi non lo faremo fino alla fine. Abbiamo una possibilità, difficile, ma difficile non vuol dire impossibile. Bisogna darsi da fare”.

Tanti domani vorrebbero essere lì al nostro posto, noi abbiamo l’opportunità di giocarci la semifinale, questo indica che abbiamo fatto tanto. Il nostro percorso non è ancora finito, abbiamo una fiche e vogliamo giocarcela fino in fondo – continua – . Ci sono 90 minuti da giocare, dobbiamo fare una gara senza sbavature e capitalizzare tutte le occasioni. La partita è lunga, la fretta non servirà, nel calcio può succedere di tutto, massima fiducia. Siamo partiti il 16 luglio con un sogno e questo sogno è ancora vivo, i nostri cuori battono ancora“.

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3 thoughts on “Volpe: “Inseguiremo questo sogno. Servirà una gara perfetta”

  1. Dunque se l’Entella ha fatto molto il Palermo è straordinario? Ditelo anche a tutti quelli che durante l’anno hanno gettato fango a più non posso sicuri di non arrivare neanche ai play off

  2. Il Palermo, raggiungendo la semifinale play off farebbe solo il minimo sindacale. Diverso è il caso dell’Entella che, come già specificato altrove, se portasse al Renzo Barbera TUTTA la popolazione di Chiavari, non riuscirebbe a riempire lo stadio.
    Il confronto tra Palermo (5^ città d’Italia per abitanti) e Chiavari è tutto a favore della seconda quanto a risultato straordinario.

  3. E, cmq, non parlare prima di averla giocata questa partita perché basta anche un’episodio, una fesseria per mandare a pallino un match pur preparato con la massima cura.
    Incrociamo le dita.

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