Silvio Baldini e Palermo, il “canto delle sirene” di chi ha vinto e imparato

FOTO PEPE / PUGLIA

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Roberto Giovanni Conti, magistrato agrigentino che vive da anni a Palermo, attualmente è consigliere in Corte di Cassazione. È una recensione sul libro (e sulla figura) di Silvio Baldini, indiscutibile protagonista del 2022 del Palermo. Un uomo, un padre, un allenatore che ha fatto tanto discutere ma che ha certamente lasciato una traccia profonda del suo passaggio in Sicilia. (gm)

Baldini come Ulisse, Palermo come Itaca? Cosa sarà domani? Non sarebbe facile scrivere sul libro che Silvio Baldini ha pubblicato insieme a Nicola Colonnata – Il calcio vincente. O vinco o imparo, luglio 2022, Mentoring Resources – se a farlo fosse un tifoso del Palermo. Lo è di meno per chi non è tifoso del Palermo, appartenendo ad un altro credo, ma vive a Palermo ed ha vissuto, come tanti, le vibrazioni che la squadra palermitana ha regalato nell’ultimo anno e che nutre il desiderio di non far dimenticare quelle emozioni che Baldini ha contribuito, più di ogni altro, a far vivere.

Il tifoso, lo riconosce lo stesso coach nel suo libro, “è per sempre”, ha una fede, non passerebbe da una squadra all’altra in cambio di un ingaggio più alto, “nasce e muore con quella maglia e la trasmette di generazione in generazione.” Dunque non è obiettivo. Ce lo insegnano in modo eccellente anche i due “pagellari ironici”, Amenta e Ferrara, che magari non sono riusciti a trasferire la fede a tutti i loro figli ed il calcio si limitano a commentarlo senza le scarpette addosso – per fortuna – ma incarnano appunto il tifoso doc, fino alla morte per il Palermo con una stella polare, orientata alla placida e pasciuta riconoscenza verso chi tiene in piedi il Palermo. Una verità, la loro, che ha sicuramente un fondo di verità, ma che come tutte le verità merita di essere conosciuta insieme ad altra verità parallele, in modo che ognuno poi faccia la somma, liberamente arrivando alle sue conclusioni.

Leggere Baldini e Colonnata, costruito attorno alla formula dell’intervista raccolta in un ampio periodo di tempo, non scioglie alcuni interrogativi di fondo, se appunto si guarda alla nemmeno celata finalità del libro stesso, rivolta a coinvolgere i lettori in un’esperienza di formazione che il secondo – già mental coach della Carrarese – più del primo autore – apertamente promuove e che vorrebbe trovare nell’esperienza di vita calcistica di Baldini una testimonianza della bontà di quel percorso formativo e “mentale”.

Ma al netto delle finalità della pubblicazione, che appunto per questo appaiono non sempre lineari con i contenuti del libro, rimane il personaggio Baldini e, come lui stesso si ricostruisce, la sua verità sul modo di intendere il calcio e, prim’ancora, la vita, i rapporti, le relazioni, gli obiettivi, le speranze e le delusioni di una persona comune, con un passato familiare come tanti e che ha raggiunto dei traguardi secondo una scala di “valori” tutta personale, tutta passionale.

Insomma, il libro fotografa la filosofia di Baldini, dove la conquista di un campionato costruisce il successo solo se è, prima ancora, conquista della persona. È dunque un libro sulle relazioni personali, su come Baldini le intende dal suo punto di vista, su come esse si confrontano rispetto al Dio denaro, senza che esso appaia una sorta di summa di sermoni dispensati su ciò che è il giusto e su chi sta nel giusto.

Le conclusioni che Baldini propone sono intrise della sua esperienza di vita, spesso dolorosa e aspra. Un’esperienza nella quale la sconfitta sembra essere la costante compagna di viaggio del mister, senza la quale lui stesso sa di non potere vivere. È un sentimento che taglia trasversalmente la vita personale e professionale del mister e finisce con l’essere il biglietto di sola andata, senza data di scadenza, per il suo personale riscatto finale e per il raggiungimento della felicità.

In questo viaggio Baldini non guarda solo a se stesso ma ricostruisce la storia dei suoi successi ed insuccessi, intrecciandola con quella dei successi ed insuccessi calcistici, con quella delle vite dei suoi giocatori. Ed è qui che esce la parte più nascosta del libro, quella che forse non è pienamente chiara nemmeno a Baldini. La centralità della Sicilia in questo suo percorso. Quello di Baldini e la Sicilia sembra essere un viaggio mai terminato, un intreccio di emozioni e delusioni, di vittorie e di sconfitte e dunque di riscatti ancora, forse, non compiuto, non definito in termini finali.

La prima esperienza esaltante alla guida del Palermo, accompagnata da un ingaggio che Baldini non esita affatto a definire economicamente molto vantaggioso, si chiude inaspettatamente per delle “incomprensioni” con il presidente Zamparini quando è terzo in classifica, nell’anno che vedrà la promozione in serie A. Ferite che non sembrano rimarginate completamente ma dalle quali Baldini “impara” a suo dire molto, sul piano personale prima e poi su quello professionale.

Un mister che attinge alla letteratura greca e italiana ricordando l’Odissea, Leopardi, Pirandello ed alcuni personaggi studiati al Liceo che sente come suoi: Ulisse, il pastore errante, Ciaula. Un lottatore contro Scilla e Cariddi ed un sognatore come Colombo che, di fronte allo spettacolo della natura, trova sempre il modo di stupirsi. Un non siciliano che sembra vivere intensamente – forse inconsapevolmente – quella malattia propria dell’isolano, la “sicilitudine” pirandelliana e sciasciana che diventa “isolitudine” in Bufalino e che accompagna Baldini, come Ulisse contro Scilla e Cariddi, allenatore in sequenza del Palermo e del Catania, realtà antagoniste da sempre e forse per sempre, nel calcio e fuori dal calcio.

Un viaggio, quello di Baldini in Sicilia, pari a quello di tanti siciliani composto da profonde tristezze e da riscatti, da ricerche, abbandoni più o meno giustificati e da ritorni, tanto da fare di Palermo, della città di Palermo, della squadra del Palermo il punto di caduta- anche interiore – e al tempo stesso la resurrezione per il credente Baldini, quando vi ritorna più consapevole, più maturo, certo che avrebbe vinto il campionato di serie C fin dall’inizio se fosse riuscito a condividere la sua “filosofia” con i suoi giocatori, con il suo presidente.

Una sorta di sarto, di creatore, unico e irripetibile di coscienze, di speranze, di voglia di riscatto che vince, perde, e poi ancora vince creando le condizioni per un nuovo abbandono, per un nuovo abisso, maturato subito dopo – o in concomitanza con – la pubblicazione del libro, datata luglio 2022, a promozione acquisita e a ridosso del conquistato campionato di B. Sarebbe bello immaginare come avrebbero commentato la storia di Baldini Gianni Brera e Beppe Viola, che di calcio parlavano come pochi altri. Da che parte si sarebbero collocati? Fra i detrattori o fra i mentori del Mister? Chissà. Lo stesso dubbio assale rispetto ai sentimenti che nutrono i palermitani, oggi, per lui, plurali, diversi, opposti.

In ogni caso, grazie Baldini, dalla tua Palermo così complicata, cangiante e, a volte, pure voltagabbana. Ma, stanne certo, nessuno, tifoso e non, ti dimenticherà. Palermo sarà sempre la tua Itaca.

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21 thoughts on “Silvio Baldini e Palermo, il “canto delle sirene” di chi ha vinto e imparato

  1. Brera lo avrebbe sicuramente apprezzato.
    Baldini incarna un’ idea poetica del calcio che i suoi detrattori, ancorati alla rassicurante razionalità, non potranno mai capire. Baldini uno di noi, per sempre nella storia rosanero.

  2. Tutto molto bello! La grande umanità di Baldini non può passare inosservata. Ma la cosa più importante in un mondo , il calcio, finto , falsissimo, ma anche tanto ignorante e arrogante, lui si distingueva perché pur dovendo obbligatoriamente convivere con , quanto sopra scritto, cercava di farlo il meno possibile provando anche ad essere vero e sincero. Merce rara in questo mondo . Inoltre lo trovavo molto umile, sarà stata la vita che glielo ha insegnato, in un circo di presuntuosi e prepotenti che non sbagliano mai. Ma il ricordo migliore è stato ed è il suo amore ma anche il rispetto per Palermo e i palermitani. Cosa che neanche certi personaggi , ancora nel Palermo hanno avuto, riempendosi le tasche e prendendo in giro quella parte di palermitani che si bevono tutto. Ricordo bene ,baldini, che diceva ai giocatori di andarsi a studiare la maglia ( rosa/nero) l’importanza della storia , ma anche della città- credo non si riferisse solo a Palermo ma in generale- e questa è una di quelle cose secondo me importantissime per un ragazzo che arriva da fuori. Detto questo riconosco che la parte “santone “ di baldini mi piaceva meno. Ultima cosa ,ricordo quando disse che fece vedere la foto della figlia ai giocatori e in conferenza la definì’ un mostriciattolo, ma che lui vedeva bellissima! Ancora oggi quando ci penso ingoio le lacrime.

  3. Brera non si interessava e non scriveva di calcio minore (e neanche di ‘vini da pasto’, come- per dire- un Barbera in bottiglione da due litri, con tappo a vite). Viola (con Jannacci) si fermò a Foggia (‘bell’undici’) per suggerire l’idea di uno strisciato in fieri, di cui è meglio non fidarsi. Gianni Mura invece l’avrebbe forse inserito, Baldini, nella lista (con pagelle) che stilava in occasione di ogni fine d’anno. ‘I cento personaggi sportivi dell’anno’ (ci finì Zamparini un paio volte, voto sempre lo stesso: ZERO). D’altronde due dimissioni nell’arco di un mese rappresentano senz’altro un fatto insolito se non impossibile. Secondo me, può essere appropriato l’accostamento con Ulisse. L’Ulisse però eroe un po’ per caso, che fugge (anche da se stesso) e viaggia per non tornare a casa, in un’ ambiente che detesta, da una moglie che probabilmente lo disprezza, per l’abbandono. Ps Ho sempre pensato che fosse sua la colpa per la morte del vecchio Argo. Di crepacuore.

    1. Meglio che ti dedichi alle tue strampalate citazioni cinematografiche e lasci stare Ulisse, chè ci fai più figura. Di Ulisse non hai capito assolutamente nulla. Torna a studiare, capra… ma non nel Morandini!

      1. GIGIniellu GIGI Idk, classe ’45, by Pallavicino (Tuttinick, 3 commenti su 4, 3 nick diversi) – terza elementare sì e no –  DISTANZA !!! Capisci almeno cosa vuol dire DISTANZA?? Ecco, DISTANZA!!! VIA!!! Vai a giocare a tombola con il tuo compare Tano u putiaro e gli altri. O a battimuro che è meno complicato. VIA!!!

    1. Vattene a letto, GIGIniellu. Redazione, accompagnate a casa stu scitruni, non ha la patente e neanche u bighiettu della corriera per Pallavicino, zona suburbana.

  4. Ecco, a proposito di minorati mentali…
    In realtà Silvio Baldini, ci ha fatto vivere ( a NOI tifosi rosanero) come in un film di Holliwood, come in “Fuga per la vittoria”, una rimonta epica…una rovesciata di Fella attipo Pelè, ore ci vuole…
    Mi dispiace per i numerosi e banali haters rosanero qui presenti. Silvio Baldini ha fatto la storia del Palermo.
    Jguitar….la storia, manco sa zoccu è.

  5. Dopo tante critiche sportive naturalmente apprezzo la sensibilita’ ai valori della vita del Signor Luigi.Grazie per lam sua sensibilita’ mostrata.

  6. ‘Minorati mentali’. E lo ripete. GIGIniellu GIGI Idk sei a schifezza ra schifezza ra schifezza. Incapace assoluto,ignorante completo. #poverimabulli.
    .

  7. Incapace assoluto, ignorante completo! Ripete come un mantra gli stessi epiteti rivolti a il-sont-tous-gigi, immaginario soggetto che lo ha bullizzato da giovane in cui rivede tutti i commentatori stufi dei suoi insulti. Lui, teppista senior che verga sempre le solite, stantie fetecchie infarcite di riferimenti colti (ora pure Brera, Viola, Mura insieme ad Ulisse) e domani l’abate Mastrofini e la sequenza Fibonacci, oltre a tutte le menate filmografiche di questo Gianluigi Rondi dei poveri che non sa nulla (meno che meno della storia del Palermo) ma vuol far credere di essere colto. La miglior penna del caffè letterario di Tor Bella Monaca che non riesce a sfondare con la scrittura e posta su stadionews la sua frustrazione (i poteri forti gli hanno sottratto Re Mida) dopo una lunga militanza su altri siti sempre con la stessa follia e inciviltà. Adesso invoca pure la Redazione, poveretto, lo insultano… però rilancia bene.. non c’è che dire…Ritorna a Pallavicino, secondo me sei tu che provieni da lì. Ritirati dignitosamente se ti riesce

  8. Da anziano tifoso che utilizza questo sito per scambiare 4 chiacchiere resto senza parole quando improvvisamente scoppia la sindrome del giginiello. Cerco di capirci qualcosa , cosa intendano dire , quanti sono e quale sia lo scopo della loro presenza . Ma non trovo risposte. Mi arrendo .

  9. Su Baldini , argomento dell’articolo. Ci ha regalato un sogno. Eravamo tutti ammosciati e pronti all’ennesimo torneo di C. Non basta questo ? A me si e quindi lo ricorderò sempre con affetto.

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