Palermo, si parte: debutto a Salerno tra dubbi, incertezze e indifferenza

Il campionato di serie B finalmente riparte. E dico finalmente – nonostante poche certezze sulla reale forza del Palermo – perché è da oltre due mesi che inseguiamo notizie di cronache giudiziarie e di slealtà sportive (con il Palermo palesemente penalizzato) che testimoniano come tutto il mondo del calcio italiano sia caduto davvero in basso. Non escludo altri colpi di scena (decisioni del Tar e sentenze dei tribunali sportivi) e sono certo che delle vicende del calcio italiano saranno investite le aule dei tribunali ordinari: ma intanto si parte.

Il clima meteorologico di questi giorni mi sembra un’ottima metafora della situazione del Palermo: cielo molto nuvoloso, precipitazioni frequenti, incertezza e città allo sbando tra pozzanghere e fogne saltate. Che Palermo è? Soprattutto, che Palermo sarà? Di chi sarà il Palermo? Non ho nessuna risposta certa ma osservo con attenzione l’orizzonte e non mi sembra di scorgere nulla di particolarmente positivo.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI SALERNITANA – PALERMO

SOCIETA’: Venderà Zamparini? Ho già detto nei giorni scorsi che l’ipotesi mi sembra un po’ più concreta di altre volte ma non necessariamente vicina. Zamparini cerca soldi freschi e l’ha detto chiaramente, non sembra dare molto credito alle offerte di Follieri (per la verità il modus operandi dell’imprenditore pugliese lascia qualche perplessità, così come i suoi precedenti giudiziari), accenna all’ipotesi del suo amico Ponte, conferma che c’è un fondo americano davvero interessato (e a mio avviso è la pista più solida).

Ma Zamparini vuole restare in ballo, sarebbe felice di cedere solo una parte delle quote e per di più dà alla società un valore che secondo molti osservatori è eccessivo. La nomina della De Angeli alla carica di presidente è un elemento di provvisorietà che sembra confermare la voglia di cedere le azioni e la fuoriuscita abbastanza traumatica – anche se signorile – di Giovanni Giammarva sembra avergli tolto una sorta di “rete di protezione”. Non ci dovrebbero essere problemi particolarmente gravi sotto il profilo dei bilanci ma Zamparini sarà più sereno se da qui al 31 il d.s. Foschi riuscirà a vendergli qualcuno dei giocatori in “lista di attesa” per recuperare qualche milione e abbassare il monte-stipendi.

I TIFOSI SALUTANO GIAMMARVA: “DEGNO DI ESSERE DEFINITO PRESIDENTE”

SQUADRA: Chi andrà via? O meglio, chi riuscirà a trovare un minimo di mercato? Solo dopo il 31 sapremo davvero che squadra sarà il Palermo. Concordo con Zamparini che se dovesse restare l’attuale rosa e se i cosiddetti “scontenti” (definizione forzata: scontenti di che?) dovessero cambiare lunghezza d’onda la squadra sarebbe competitiva: Puscas sulla carta vale La Gumina, Falletti vale almeno quanto Coronado. C’è qualche defaillance a centrocampo, numericamente e qualitativamente incompleto ma la difesa, soprattutto al centro, darebbe garanzie; i quattro esterni (Rispoli, Aleesami, Salvi e Mazzotta) potrebbero alternarsi senza grossi contraccolpi.

Ma c’è qualche “se” di troppo. Premesso che nessuno degli “scontenti” (consentitemi questa semplificazione, è solo per capirci) è un “fenomeno” – e lo ha dimostrato il mercato – non va sottovalutato che quasi tutti hanno fatto parte del ciclo più perdente della recente storia del Palermo e bisognerà davvero valutare la loro voglia di continuare a giocare in un ambiente sempre più dilaniato dalle polemiche e – forse è anche peggio – dallo scetticismo e dalla generale indifferenza.

SALERNITANA – PALERMO: LA CONFERENZA STAMPA DI TEDINO

IL TECNICO: Tedino comincia in salita, non certo per le altalenanti prestazioni del precampionato culminato con una poco dignitosa sconfitta con la Sicula Leonzio. Lo scorso anno avevo ammirato pubblicamente la sua capacità di ricostruire una squadra di senso compiuto dalle macerie di una delle retrocessioni più brutte della storia; quest’anno invece mi sembra nervoso, preoccupato, infastidito, incerto. Sarà solo una sensazione (e ci tengo a precisarlo) ma il tecnico non sembra entusiasta della nuova avventura anche se nelle conferenze stampa (comprensibilmente) dice esattamente il contrario.

Dopo il debutto a Salerno ne sapremo di più, dopo il mercato ancora di più: ma il probabile cambio di modulo, con il ritorno alla difesa a 3 dopo un precampionato con schemi diversi, non mi sembra una situazione molto logica. I problemi in attacco ci sono (pochi gol, Rajkovic cannoniere, solo un gol segnato da un attaccante e per di più su rigore) e l’assenza per squalifica di Puscas non aiuta. A Salerno rivedremo Nesto con Trajkovski e Moreo (i più deludenti degli ultimi sei mesi), a centrocampo non ci saranno Jajalo (squalificato) e Chochev (lungo degente) e Dawidowicz che era una garanzia di continuità; non ci sarà nemmeno Struna in difesa. Il rischio di una falsa partenza è molto forte. Toccando ferro e altro.

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13 thoughts on “Palermo, si parte: debutto a Salerno tra dubbi, incertezze e indifferenza

  1. “per la verità il modus operandi dell’imprenditore pugliese lascia qualche perplessità” potrebbe essere più chiaro su questo punto e dire dove nascono queste sue perplessità?

    Se si riferisce alla recente uscita di Follieri e all’ultimatum lanciato non sono d’accordo. A me è sembrata invece una mossa azzeccata, per chiarire, semmai ce ne fosse stato bisogno, che Zamparini non ha alcuna intenzione di vendere integralmente la proprietà. Il “sogno” del caro patron è che qualcuno immetta denaro, riporti la squadra a beneficiare della quarantina di milioni derivanti dalla categoria superiore e finanzi contemporaneamente la costruzione di stadio e centro sportivo, chiaramente non per “amore dei palermitani, ma per quello delle sue tasche. Del resto tutti i fantomatici possibili acquirenti millantati in questi anniavevano una caratteristica in comune: nessuno sapeva di calcio e tutti volevano lui come consigliere per i primi due-tre-venti anni. L’uomo dal bidone facile, colui che vedeva il nuovo Ibrahimovic in Mehmeti, non poteva rimanere certo fuori dai giochi.

    Ora, con la legge Basaglia tuttora in vigore, ammetto che non è difficile imbattersi in qualche folle per strada, ma che il folle abbia pure qualche decina di milioni da regalare a Zamparini mi sembra un eventualità alquanto remota.

    Penso quindi che il Follieri di turno non abbia alcuna possibilità di acquistare le quote del Palermo e dismettere elegantemente il vecchio proprietario, a meno di impazzire anch’egli e pagare dieci qualcosa che ne vale quattro o cinque.

    p.s. l’ex proprietario del Villa, Tony Xia, ha venduto, in silenzio e nel giro di un paio di settimane, la società con tutti i suoi asset e pezzi pregiati. I nuovi acquirenti non hanno venduto nessuno, nemmeno la stella Jack Grealish che l’Arsenal avrebbe pagato più di 20 milioni di pound negli ultimi giorni di mercato. Qua, malgrado l’inferno della Championship, si può ancora parlare di calcio giocato. E a ragion veduta. A Palermo… preferisco non continuare.

    Buona giornata.

    1. Templare, la tua analisi è corretta ma ti (vi) sfugge un piccolo particolare: nell’era del calcio business e calcio finanza, il Palermo non è e non sarà mai l’Aston Villa, poichè in questo calcio i valori si misurano con determinati parametri che non sono nè quelli sportivi (come dovrebbe essere) nè quelli demografici o campanilistici (come molti di voi si illudono che sia), una piazza come Palermo è condannata a rimanere sempre ai margini, non importa chi sia il padrone.

      1. Il riferimento al Villa era un richiamo per sottolineare che quando c’è la reale intenzione di vendere si intavola la trattativa stoppando ogni azione e poi spetterà agli eventuali nuovi proprietari decidere come muoversi. Qui invece Zamparini a parole vende due volte a settimana, con i fatti invece continua ad agire come chi di vendere non ha alcuna intenzione.

        Il mio modello quindi non è il Villa ed il calcio inglese, piuttosto Udinese, Torino, Sampdoria e il gioiellino Atalanta, tutte società che a parità di introiti o addirittura con introiti inferiori ai nostri ai tempi della A, si permettono non solo di stazionare nei quartieri alti della classifica (l’Udinese i preliminari CL li ha giocati, l’Atalanta è sotto i riflettori da un paio di anni), ma anche di tenere giocatori con stipendi e richieste importanti, Belotti, Ilicic, Gomez, Di Natale, Cassano, quelli della Fiorentina ho perso il conto, senza che le proprietà escano un solo euro, tutto in autosufficienza.

        In ogni caso non è la categoria che fa rabbia, fa rabbia vedersi trattati con arroganza e presa in giro continua da quest’uomo, vedere la società ridotta ad un mercatino perenne con l’ambulante che abbannìa la sua merce ora dopo ora, vedere tutto il potenziale di 40 milioni di diritti disperso nel nulla dei Balogh e delle parcelle milionarie a certi procuratori e questo volendo far finta di credere che gli asini volano e che Alyssa abbia lo stesso candore di una charity di High Street.

        Per questo ritengo che continuare a parlare di allenatori, moduli, partite fino a quando Zamparini continuerà a “divertirsi col suo giocattolo” (sciagurata affermazione sentita e letta spesso e non solo su questa testata) sia un insulto all’intelligenza dei palermitani, ma per carità, ognuno faccia come meglio crede.

  2. Io dico è penso che Struna partirà titolare perché così ha comandato il duce. Altrimenti non si spiegherebbe il cambio modulo dopo una preparazione fatta con difesa a quattro.

  3. Lui non venderà mai a dispetto di quelli che chiosato che nessuno vuole il Palermo. Ci rifaremo di lui solo dopo la sua morte è con successiva vendita da parte degli eredi.

  4. Io trovo molto stupido confermare nella sostanza i giocatori-chiave che hanno caratterizzato le ultime due fallimentari stagioni. Loro scontenti ? E come saremmo invece noi tifosi. Il tutto con il contorno di un tecnico prima assunto nello scetticismo generale, poi apprezzato per i risultati della prima parte della stagione, indi detronizzato con la squadra in zona-promozione e infine richiamato (con la chioccia Foschi a fianco) per preparare la squadra con un modulo per poi schierarne un altro. La squadra potrebbe andare (con qualche integrazione a gennaio tra centrocampo e attacco), ma non capisco la strategia suicida di Zamparini. La Serie B è piena di giocatori di categoria che sarebbero venuti a Palermo con entusiasmo; e invece noi abbiamo in squadra i cosiddetti “scontenti”, campioni senza valore che, risultati alla mano, non valgono affatto lo stipendio che il padrone gli passa da anni (forse…). La domanda è: “Conviene dare a gente come Nesto uno stipendio lordo di 1,5 M€ oppure sbolognarlo al primo che passa e con gli stessi soldi prendere e pagare un Montalto e un La Mantia ?”. Ma si sa: la logica, la razionalità, la programmazione sono vocaboli sconosciuti nel Palermo di Zamparini.

  5. Sulla vendita, da individuo sclerotico, autoreferenziale, presuntuoso e pieno di sé, Zamparini ritiene di trovare (al suo prezzo) l’idiota che versi soldi freschi nel Palermo per consentire a lui di continuare a fare i suoi magheggi. Se questo è il senso delle schermaglie attuali e delle trattative, più o meno serie, che ci sono state in passato (alcune delle quali passate sotto silenzio), credo che Zamparini non riuscirà mai nell’intento di trovare “il pollo” che cerca. Il carattere e lo stile di Zamparini sono noti a tutti e le possibilità di convivenza con chicchessia sono nulle. Sono molto sfiduciato e non credo che ci libereremo presto di chi tiene in ostaggio una squadra e la sua tifoseria. A parte i 2.000 imperterriti.

  6. Troppo pessimismo in giro. C’è qualcosa di buono, tra le novità. Dazn, ad esempio, non si vede niente, mossa geniale per riportare allo stadio tanta gente. Onore quindi ai 2000 abbonati rosanero, se non altro sono stati previdenti.

  7. Dicono che Follieri abbia versato, su un conto a parte, i 40 milioni destinati all’acquisto del Palermo. Credibile, a patto che non chieda in anticipo un centinaio di euro come rimborso spese, per bolli e cancelleria varia.

  8. Quanto ai tifosi, infine. Amareggiati, sfiduciati, ostili. Si capisce, solo in 500, per la ‘partita della vita’ a Frosinone. Eppure dista appena 103 Km da Roma. Partendo dallo Stadio Olimpico.

    1. ho incontrato Giammarva allo stadio l’altro giorno, mi ha detto che gli mancate… ma non abbastanza da tornare, mi spiace.

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