Sticchi Damiani: "In A senza debiti, il Lecce non sarà un'altra meteora"

La promessa di Saverio Sticchi Damiani. Il patron del Lecce, intervistato dal Corriere dello Sport, ribadisce le ambizioni del club salentino dopo la storica e incredibile promozione in Serie A; parole che sanno di promessa: “Il Lecce non deve essere una meteora. Noi saliamo in A senza debiti. E abbiamo risorse da far rendere fruttuose in futuro. Ai tifosi prometto che continueremo sempre a pensare al bene del Lecce e non a noi stessi”.

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Intervistato da Tullio Calzone, dichiara con orgoglio: “La A deve essere un’occasione per potenziarci e strutturarci meglio come società. Attraverso strutture adeguate e investendo sui giovani. Ma senza esporre a una crisi economica il club. La categoria deve essere una condizione necessaria ma non indispensabile. Non investire solo sul risultato, ma agire per costruire opportunità. Il sistema? Funziona se le regole sono chiare. Soprattutto quelle che riguardano i bilanci. Serve univocità, non ci possono essere eccezioni o spazi per interpretazioni. Poi servono controlli serrati”.

Sulle emozioni della promozione dice: “Sembra di essere finiti nel bel mezzo di in una favola, per me che ho trascorso tutta la vita nella mia città questo evento produce emozioni incredibili e difficili da spiegare. Ci eravamo organizzati immaginando di fare una stagione tranquilla. Invece c’è stata un’accelerazione. Un’opportunità colta prima del tempo. Ma non è un problema, avremmo firmato tutti per un epilogo simile. Liverani? Mi diede subito la sensazione di essere un allenatore di personalità, preparato e motivatissimo”.

E sul futuro del Via del Mare dice: “Lo stadio va messo a norma ed è vero che allo stato attuale è fatiscente. Ma è di proprietà del Comune e se dovessimo occuparcene noi come società è ovvio che le risorse necessarie dovremo inevitabilmente sottrarle dal budget del progetto tecnico. L’errore da non commettere in A? Pensare che sia tutto dovuto e che sia scontato essere competitivi. Dovremo affrontare la nuova categoria senza snaturarci, conservando equilibrio e umiltà con una società sana”.

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